Allungamento dei tempi nelle corti d'Appello, e dunque mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, e rischio che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. Sono questi i motivi alla base del parere negativo espresso dal plenum del Csm all'emendamento al decreto flussi del governo che affida alle Corti di Appello la competenza dei procedimenti di convalida o proroga del trattenimento dei migranti richiedenti asilo. Il parere andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio e non è vincolante.
Secondo il documento predisposto dalla sesta commissione del Csm, il cui relatore è Roberto Fontana, "l'attribuzione della competenza alle Corti d'appello imporrà una riorganizzazione degli uffici giudiziari di secondo grado", che si troveranno investiti di un numero di reclami "non irrilevante" e "in una materia che richiede di essere trattata non solo con celerità e priorità rispetto agli altri procedimenti, ma anche da magistrati che siano in possesso di specifiche competenze".
Inoltre, si legge ancora nel parere, si impone "la necessità, per ciascuna Corte d'Appello, di ripensare l'intera distribuzione delle risorse umane" e "l'ulteriore effetto negativo che tale modifica recherebbe verosimilmente con sé riguarda la potenziale incidenza negativa sui tempi di definizione dei procedimenti relativi agli altri affari civili di competenza delle Corti d'appello". Dunque, "va tenuto presente e valutato il rischio concreto di pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi fissati per il settore giustizia dal Pnrr".
Con il provvedimento del governo, diventato oggi legge dopo il voto al Senato, sottolinea ancora il plenum del Consiglio superiore della Magistratura, si "incrina il consolidato assetto giurisdizionale in tema di convalida dei trattenimenti, sin qui imperniato sull'attribuzione della relativa competenza alle Sezioni specializzate in materia di immigrazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA