Matrix ha appena acquistato uno storico cinema di Perugia per salvarlo: "Sarà una partita da film. Chivu deve temere Pulisic e Modric. E vi dico chi sono i miei eredi"
Colpo di scena: sotto la corazza da duro c’è un sentimentalone. Non si spiegherebbe altrimenti il gesto di Marco Materazzi, che ha da poco acquistato l’ex cinema Lilli, una sala storica di Perugia dove la moglie Daniela andava a vedere i film della Disney da bambina: "In città li proiettavano solo in quel cinema, che ha chiuso nel 2002 - racconta il totem interista campione del mondo in azzurro -. Di anni ne sono passati 23, il mio numero, e ho deciso di fare questo passo insieme a mia moglie. 'Lilli' farà parte anche del nuovo nome, la città ci tiene. Diventerà uno spazio polifunzionale dedicato alla cultura, abbiamo incontrato le istituzioni e abbiamo il loro supporto. E quello di... Pierfrancesco Favino: mi ha scritto augurandomi il meglio e ringraziandomi di questo gesto di amore per il cinema". Se si parla di amore, poi, il calcio e l’Inter non potranno restare fuori: "Allestirò un museo con i miei cimeli in un’ala del cinema. Anche il derby avrà il suo posto, magari con le maglie di Ronaldo: da compagno in nerazzurro e da avversario, in rossonero".
Se il derby fosse un film, che genere sarebbe?
"Da giocatore avrei risposto un thriller, oggi dico un film romantico. La percezione cambia, l’adrenalina lascia il posto alla nostalgia".
Cosa le manca di più?
"La passeggiata in divisa sul campo di San Siro. Io che osservo ogni angolo dello stadio con le mani in tasca, poi vado sotto la curva del Milan e mi metto a braccia conserte mentre i tifosi avversari me ne dicono di tutti i colori. Sì, dei derby mi mancano anche loro".
E oggi chi ha preso il suo posto lì sotto, a guardare negli occhi la curva rossonera?
"Barella, Bastoni, Dimarco. Interisti a prescindere, come me. Sono questi i giocatori fondamentali in un derby, trasmettono agli altri che cosa significa giocare una partita così. I compagni li guardano e capiscono che aria tira".
E che aria tira all’Inter?
"L’aria della capolista, che sa di essere più forte del Milan. E non è poco, anzi: il Milan sta bene, ha grandi individualità, un grande centrocampo e un allenatore che sa dove mettere le mani. Allegri magari non offre spettacolo, ma sa sempre quello che fa".
Inter favorita, quindi?
"In partite così il campo può sempre dire altro. Prendete l’anno scorso: non ne abbiamo vinto uno. E il 2-3 di Supercoppa è la foto dell’ultima stagione: abbiamo perso trofei che erano già in tasca, penso anche allo scudetto ovviamente".
Chivu era equilibrato prima dei derby anche da giocatore. Io no...
Marco Materazzicampione del mondo 2006
Chivu è al suo primo Inter-Milan da allenatore. Il vostro primo derby giocato insieme invece?
"Dicembre 2007, sotto Natale. Loro sono appena tornati dal Mondiale per club in Giappone, da campioni. Prima dell’inizio li omaggiamo col pasillo de honor. E li facciamo passare pure in vantaggio. Alla fine vinciamo noi, 2-1. Vede? Un thriller a regola d’arte".
Ieri Chivu era sereno. E da calciatore?
"Uguale: un esempio di equilibrio. Quello nervoso ero io, dalla settimana prima iniziavo a non capire più nulla, diventavo intrattabile. In campo però la tensione diventava lucidità: un derby lo vinci curando tutti i dettagli, guai ad abbassare la guardia".
Stasera massima allerta su quali rossoneri?
"Pulisic. Movimenti, imprevedibilità, freddezza: una bella grana. E Modric, un campione vero. Con lui il Milan ha messo nel motore una qualità che non tutte le squadre possono vantare. Mi aspettavo che avrebbe giocato così tanto anche a 40 anni, lo dice la sua storia: pochissimi infortuni. Loro invece stiano attenti a Calha, non solo perché è la sua partita, ma perché il nuovo modo di giocare dell’Inter lo esalta: più verticalità, più libertà per il tiro da fuori...".
Capello ha definito Akanji “il Modric dell’Inter”. D’accordo?
"Assolutamente. Non pensavo fosse così forte. L’ho visto dal vivo contro la Lazio e mi sono reso conto che l’Inter ha fatto centro. Mentalità vincente, personalità, esperienza: ha tutto".
Al centro è testa a testa Acerbi-Bisseck.
"Acerbi ha sulle spalle tanti derby, ci sta. Anche se il Milan senza 9 veri può creargli problemi. Su Bisseck ho sempre pensato che fosse più un centrale, per caratteristiche fisiche e tecniche: serviva coraggio da parte dell’allenatore e Chivu lo ha avuto. Adesso il centrale del futuro l’Inter ce l’ha in casa".
Stasera si va sul classico: riecco la ThuLa.
"Non me ne vogliano Pio e Bonny che stanno facendo benissimo, ma lunga vita a Lautaro e Thuram, due garanzie. Marcus, poi, migliora la squadra: con lui la profondità aumenta a livello esponenziale".
Prima di entrare in sala: la trama ideale di questo derby qual è?
"Un 3-1 in rimonta, con gol di Barella e Dimarco. Non mancherebbe niente: colpi di scena, azione e lieto fine".











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