Dopo la sonora sconfitta contro l'Huracan, i tifosi hanno fatto sentire la propria voce arrabbiata per l'ennesimo flop in campo
Giammarco Probo
29 luglio - 16:50

Il momento negativo del Boca Juniors continua e sembra non finire mai. Dopo la grande delusione al Mondiale per Club in America, la squadra argentina è uscita nel terzo turno del Torneo di Clausura contro l'Huracan per 1-0 prolungando la sua crisi senza vittorie da 11 partite consecutive e soprattutto scatenando l'ira dei tifosi, società e dirigenza gialloblù alle prese con il peggior record della storia.
La minaccia dei tifosi al Boca Juniors
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Come riporta TYC, dopo la sonora sconfitta contro l'Huracan, i tifosi hanno fatto sentire la propria voce delusa per l'ennesimo flop in campo. Tra questi anche Rafael Di Zeo, leader degli Xeneizes, che ha pubblicato una stories sui suoi canali social molto dura, dove ha divulgato un avvertimento molto duro alla squadra argentina: "Vediamo, vediamo, se i giocatori possono ascoltare questo messaggio, con la maglia del Boca è questione di vincere o morire".
Gli fa eco anche l'ex calciatore argentino Pablo Migliore, tramite il suo account Instagram, per un messaggio ugualmente molto duro all'indirizzo della società: "Anche se non lo capirai mai, il Boca è più grande di te, di tuo fratello e di tutti i leccapiedi che ti fanno credere il contrario. Uno dei tanti striscioni spontanei degli ultimi tempi recita: il Boca è grande per la sua gente. L'avete commissionato voi, l'abbiamo pagato tutti. Per favore, leggetelo finché non lo capite".
Boca Juniors, la querelle Di Zeo e la presentazione di Paredes alla Bombonera
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Nonostante il Daspo gli impedisca di frequentare stadi internazionali e nazionali a causa del possesso di un'arma da guerra, Di Zeo era presente alla Bombonera alla presentazione di Paredes. Ha presenziato anche al Mondiale per Club in America, nonostante la libertà vigilata che lo includeva in una lista di oltre 15.000 tifosi a cui era stato negato l'accesso a qualsiasi evento sportivo.
Non essendo appunto una partita ma una presentazione di un giocatore che fa ritorno in patria, il clima era rovente con tantissime persone ad accoglierlo nello stadio gremito e il controllo sicurezza affidato solo agli agenti di polizia in servizio, rendendo così facili le cose al tifoso gialloblù. Di Zeo così ha eluso il prefiltraggio, rendendosi protagonista di un vero e proprio caso, reso ancora più aspro dalle dichiarazioni divulgate sui social. Il clima in città è quindi sempre più rovente, con nuovi scenari che si aprono dopo quest'ennesima dichiarazione di battaglia sportiva tra tifosi, squadra e società.