I nerazzurri sanno che con la Dea è più facile concordare - nel caso - termini di pagamento dilazionati, piuttosto che sconti
L'Atalanta su Lookman è chiara dal giorno uno, dunque anche dai giorni precedenti alla prima offerta “ufficiale” dell’Inter. E non è cambiata: il nigeriano è cedibile come molti (non tutti) i nerazzurri in rosa, ma alle condizioni del club, non del giocatore. Cedibile anche più degli altri, volendo: la filosofia societaria è sempre stata quella di avere gente felice di giocare nella Dea. Ma poi ci sono le logiche di mercato (leggi valutazioni) e gli obblighi contrattuali, da non confondere con altri “obblighi” a cui gli agenti di Lookman avrebbero fatto riferimento: alludendo ad una promessa di cessione in questa sessione di mercato per una cifra vicina ai 40 milioni. Niente più che un gentleman agreement verbale risalente alla scorsa estate, ha sempre fatto sapere l’Atalanta: l’unica assicurazione data a quei tempi è stata quella di un ok a fargli cambiare maglia, ma solo dietro congrua offerta.
Partita a scacchi
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La cifra congrua, per l’Atalanta, ha sempre avuto un “cinque” davanti: meglio se nella parte fissa, in ogni caso da coprire per intero, con una (piccola) parte rappresentata da eventuali bonus, presumibilmente “facili”. Una richiesta non comunicata ufficialmente, ma da sempre nota all’Inter. E l’Inter sa anche che con l’Atalanta è più facile concordare - nel caso - termini di pagamento dilazionati, piuttosto che formule anomale, o forti sconti sulla valutazione fatta dei propri giocatori. E che l’a.d. Luca Percassi e il d.s. Tony D’Amico non si sono mai fatti logorare dalle partite a scacchi che nascono in trattative come questa: Lookman oggi è un separato in casa, ma l’essere entrati nell’ordine di idee di cederlo, per come si è sviluppata la vicenda, non ha un peso superiore all’urgenza che ha l’Inter di acquistarlo, dopo averlo eletto a candidato quasi unico come rinforzo per il suo attacco. Le carte che entrambi i club, arrivati a questo punto, dovranno scoprire, diranno il resto.
L’ipotesi “strappo”
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E se davvero l’Inter decidesse di prendere altre strade? Nessuno a Zingonia lo vivrebbe come un dramma. Per due motivi. Il primo: sempre ammesso che non arrivino altre richieste, magari dall’estero (la soluzione più auspicabile per l’Atalanta, ma in realtà per ora nessun club, oltre all’Inter, si è fatto avanti con argomenti concreti), in rosa resterebbe un giocatore forte, a tutto vantaggio del potenziale della squadra. Che non a caso, oggi, gli uomini mercato puntano a rinforzare con un centravanti che sostituisca Retegui, non con un esterno che prenda il posto di Lookman. Il secondo: l’Atalanta non è solo preparata ad un eventuale “strappo” del giocatore - che finora si è sempre regolarmente presentato a Zingonia per le terapie - e dei suoi agenti; è anche “rodata” ad affrontare certe dinamiche, vedi vicenda Koopmeiners della scorsa estate. La differenza rispetto ad un anno fa è chiara, perché l’Atalanta non ha mai dichiarato Lookman incedibile, come fece con l’olandese. Il pugno di ferro, nei progetti del club bergamasco, è soluzione messa in preventivo, ma come estrema: se quello con l’Inter diventasse un braccio di ferro. Interminabile, e con regole troppo diverse dalle sue.