Viaggio a bordo del veicolo a guida autonoma di Livello 4 che dovrebbe entrare in servizio in Germania e negli Stati Uniti a partire dal 2026. Confortevole, con tanti servizi a bordo, e spazioso, garantisce un'elevata sicurezza
Il servizio di taxi condiviso con un conducente al volante di un minibus è già attivo in alcune città tedesche, in particolare Amburgo e Hannover, ma nel futuro a medio termine di Moia è prevista anche l'attivazione di un servizio di car pooling elettrico con un Volkswagen ID. Buzz Ad a guida autonoma di Livello 4 (secondo gli standard indicati dalla Sae, la Society of Automotive Engineers). Un obiettivo ambizioso che, secondo quanto dichiarato dai vertici delle due aziende (contrariamente a quanto si potrebbe pensare Moia non è un acronimo, ma ruotando a specchio, di 180 gradi, questa parola si ottiene la sigla VW, simbolo di Volkswagen, e i simboli tipici di un interruttore on e off) in occasione dell'Uitp di Amburgo, dovrebbe vedere la luce entro il 2026, con una serie di attività su larga scala previste in Europa e negli Stati Uniti. Se le tempistiche verranno rispettate, in meno di cinque anni si arriverà allo step conclusivo di un progetto avviato all'inizio del decennio in corso e proseguito con i primi test su strada effettuati nel 2022 nel cuore di Monaco, fino all'omologazione del veicolo. Si tratta di un modello tecnologicamente avanzato e opportunamente modificato, anche per rispettare i rigorosi standard in materia di sicurezza, che abbiamo avuto l'opportunità di provare in anteprima sulle strade trafficate del centro storico di Amburgo proprio in concomitanza con il summit internazionale organizzato nei locali della fiera cittadina.
Volkswagen ID. Buzz AD: come è fatto
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Al netto di un passo leggermente più lungo (sul modello da cinque posti attualmente in commercio il dato si attesta a quota 2.989 mm) e a una linea del tetto rialzata, questa variante specifica mantiene le dimensioni e le forme tipiche dell'erede designato del Bulli. E anche se, al primo sguardo, risulta piuttosto difficile cogliere le piccole sfumature che vanno a caratterizzare il Volkswagen ID. Buzz Ad a guida autonoma e a differenziarlo dalla versione tradizionale presentata nel marzo del 2022, a bordo (dove sono disponibili quattro posti, con un vano interno per i bagagli a mano, oltre a quello classico posteriore) e all'esterno dell'abitacolo i tratti identitari e le peculiarità non mancano di certo. Basti pensare alla scritta Self driving vehicle posta nella parte anteriore, ma anche ai 27 sensori totali, per una visione a 360 gradi, fra telecamere (13), lidar (9, con il sistema basato su questi dispositivi che è in grado di misurare e di rilevare le distanze, anche tra i veicoli, tramite una luce laser) e radar (5) disposti su tutta la carrozzeria e ben visibili osservando il veicolo da più vicino. L'aspetto tecnologico si completa con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per la gestione in tempo reale dell'abitacolo e delle flotte, con un incremento significativo soprattutto in termini di sicurezza per tutta la durata del viaggio. Fra le dotazioni più tradizionali, invece, è possibile usufruire degli appositi pulsanti di supporto (per le emergenze e per eventuali richieste) e di alcune dotazioni (fra cui il wi-fi e le porte per la ricarica dello smartphone) legate, prevalentemente, al comfort di bordo.
Volkswagen ID. Buzz AD, la prova: come va
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Basta uno smartphone connesso a internet, anche attraverso il wi-fi, e l'app di Moia, già attiva da qualche anno e scaricabile dall'App Store o da Google Play, per poter usufruire dei servizi di mobilità condivisa, dal car pooling (la condivisione di un tragitto da parte di più persone) al ride hailing (il pagamento di una singola corsa attraverso un'app), effettuati dall'azienda entrata a far parte della galassia del gruppo Volkswagen nel dicembre del 2016. In pochi secondi, con un semplice tocco sullo schermo, è possibile prenotare una corsa (con un prezzo variabile principalmente in base al percorso selezionato) e pagare online comodamente con una carta di credito, con PayPal o con Google Pay. Poi, una volta completate le operazioni preliminari, l'utente non dovrà fare altro che attendere l'arrivo nel luogo prestabilito del Volkswagen ID. Buzz Ad a guida autonoma. Una volta giunto sul posto, per poter salire a bordo è necessario effettuare un vero e proprio check-in avvicinando lo smartphone al sensore posto sul montante della porta (scorrevole) posteriore. La disposizione su due file dei quattro posti presenti all'interno dell'abitacolo garantisce ampi spazi (i bagagli a mano vengono alloggiati in un'apposita area ricavata a ridosso del sedile anteriore, mentre nel vano posteriore possono essere collocate altre due valigie) e un comfort assolutamente ottimale. Oltre alla ricca dotazione di servizi, già disponibile sui modelli in servizio ormai da qualche anno, tra le peculiarità e i valori aggiunti di questa variante innovativa spicca la capacità di destreggiarsi senza incertezze in mezzo al traffico di una delle città più trafficate della Germania.
Volkswagen ID. Buzz AD , la prova: come va
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Il Volkswagen ID. Buzz Ad a guida autonoma (di livello 4 Sae) è omologato secondo gli standard automobilistici più recenti e, grazie alla piattaforma proprietaria dell'ecosistema Autonomous Driving Mobility as a Service (AD MaaS) integrata con le innovazioni tecnologiche firmate dall'azienda statunitense Mobileye, è in grado di completare un servizio a zero emissioni di CO2 (trattandosi, in questo caso, di un veicolo elettrico) e nel medesimo tempo che si impiegherebbe a bordo di un van tradizionale con conducente. Oltre ad essere dotato dell'Operator Enablement, la cosiddetta abilitazione per i professionisti che lavorano nel settore e a stretto contatto con i veicoli di questo tipo, il software utilizza l'intelligenza artificiale principalmente per la gestione delle flotte in tempo reale e per l'assistenza automatica ai passeggeri, con la supervisione remota che garantisce un intervento celere in situazioni di emergenza. In assenza di problemi, invece, l'obiettivo è di seguire i dettami del Sense plan act, seguendo quindi il miglior piano possibile e la strategia più idonea per arrivare da un luogo all'altro. Oltre al driver display e allo schermo per l'infotainment, a bordo si aggiungono altri due tablet di grosse dimensioni posti in verticale. Ed è proprio su quello posto più in basso, indicativamente all'altezza della leva del cambio (per i modelli dotati della trasmissione manuale), che appaiono alcune icone raffiguranti gli altri veicoli presenti nei dintorni. In particolare le icone che li raffigurano si distinguono per una colorazione varia, che spazia da una tonalità trasparente (l'altro mezzo è irrilevante ai fini del nostro tragitto) a quella viola (un'auto si trova nel nostro corridoio), fino ai più classici rosso, quando c'è da concedere la strada a terzi, e verde (via libera). Il giallo, infine, sta ad indicare le vetture parcheggiate a bordo strada. Quest'ultime, in particolare, sono state superate brillantemente, anche quando si è trattato di sorpassare un furgone fermo in mezzo alla strada con le quattro frecce, così come il nostro Bulli degli anni Duemila ha avuto la prontezza di frenare bruscamente per non impattare contro una ciclista sbucata all'improvviso nel bel mezzo di un incrocio con il semaforo attivo. Ora, dopo una presentazione in grande stile, a cui ha presenziato anche Oliver Blume, amministratore delegato del gruppo Volkswagen, il gruppo tedesco (comprensivo di Moia) punta a trasferire questi progressi e l'esperienza accumulata negli ultimi anni in un servizio moderno, sicuro e sostenibile.