Glicemia alta: ecco perché può avere effetti negativi sul melanoma

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La glicemia alta nei paziente affetti da melanoma metastatico in trattamento con immunoterapia dimezza le possibilità di sopravvivere

Giacomo Martiradonna

21 giugno - 17:03 - MILANO

Un'elevata glicemia nel sangue potrebbe costituire un fattore prognostico sfavorevole nei pazienti affetti da melanoma metastatico sottoposti a immunoterapia, anche in assenza di diabete. È quanto emerge da uno studio condotto da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, presentato al congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco) di Chicago. La ricerca ha evidenziato una correlazione significativa tra alti livelli di zuccheri nel sangue e un minor tasso di sopravvivenza nei pazienti trattati con inibitori dei checkpoint immunitari. "Con la scoperta del ruolo della glicemia nei pazienti con melanoma potremmo aver individuato un nuovo potenziale marcatore prognostico che ci consentirebbe di migliorare la risposta dei pazienti ai trattamenti", ha dichiarato Ascierto.

Melanoma e glicemia, Lo studio clinico

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L’analisi ha coinvolto 1.079 pazienti non diabetici con melanoma metastatico trattati con immunoterapia a base di inibitori dei checkpoint immunitari. I livelli di glucosio nel sangue sono stati rilevati in tre occasioni nelle due settimane precedenti l’inizio della terapia; il valore soglia è stato definito a 93,33 mg/dL. I dati raccolti indicano che i pazienti con glicemia inferiore a questo livello presentano una sopravvivenza mediana quasi doppia rispetto a quelli con valori superiori, ovvero 27,7 mesi contro 14,5 mesi. Anche il tempo mediano di sopravvivenza libera da progressione risulta più favorevole nei pazienti con glicemia bassa, con una differenza del 72%, pari a 7,4 mesi contro 4,3 mesi.

infiammazione e ciclo cellulare

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Oltre agli aspetti clinici, lo studio ha esplorato i meccanismi biologici associati ai livelli di glicemia. "Dall'analisi dei biomarcatori è emersa un’associazione positiva tra glicemia e livelli elevati di Interleuchina-6 (IL-6), un noto biomarcatore dell'infiammazione", ha spiegato Domenico Mallardo, ricercatore presso l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale. Un’ulteriore analisi, condotta su 95 campioni di RNA, ha evidenziato correlazioni tra l’iperglicemia e l’espressione di geni legati all’attività infiammatoria e alla regolazione del ciclo cellulare. In altre parole, i dati suggeriscono che la glicemia possa influenzare i meccanismi che governano la crescita e la progressione della malattia.

melanoma, verso nuove terapie

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Secondo Ascierto, "la scoperta del ruolo della glicemia consente di identificare i pazienti non diabetici a maggior rischio di una risposta meno favorevole all’immunoterapia e di una progressione della malattia più rapida". E sebbene lo studio non abbia testato la potenziale efficacia di interventi specifici sui livelli di glicemia, è ragionevole ipotizzare che modifiche virtuose dello stile di vita o strategie alimentari mirate possano giovare. Non è esclusa, inoltre, la possibilità di sviluppare approcci farmacologici specifici in grado di agire direttamente sui meccanismi molecolari coinvolti. Ovviamente, saranno necessari ulteriori studi per confermare questi risultati e valutarne l’applicazione clinica, ma non è escluso che la glicemia basale possa presto entrare a far parte dei criteri per la pianificazione terapeutica nei pazienti con melanoma metastatico.

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