Dal 1° ottobre responsabile dei marchi europei del gruppo, lo stilista francese ritiene che i marchi italiani abbiano doti eccellenti, ma che serva una maggiore rapidità di reazione rispetto ai costruttori cinesi
Emilio Deleidi
14 ottobre - 12:07 - MILANO
La sfida è di quelle impegnative. Gilles Vidal, designer francese, 53 anni, dopo aver trascorso 25 anni nel gruppo Psa, per il quale ha firmato successi come le Peugeot 308, 3008 e 208, ha lavorato per altri cinque anni, dal 2020 al 2025, alla Renault, realizzando modelli di grande interesse come la 4 e la 5 a batterie. Dal 1° ottobre è tornato nel gruppo che nel frattempo è confluito in Stellantis con l'incarico di responsabile dello stile dei marchi europei. Tra i quali spiccano quelli italiani, che sembrano stargli particolarmente a cuore per la loro forza e tradizione, come rivela nel suo primo incontro con la stampa.
una sfida complessa
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"Il mondo è cambiato e siamo forse davanti alla più grande sfida industriale di sempre per il settore dell'auto", spiega Vidal, "nella quale la rapidità dell'evoluzione del mercato e delle tecnologie è sorprendente. Sono ancora convinto che l'heritage e l'esperienza che abbiamo siano una fonte di ricchezza, ma anche un motivo di pericolo, perché ti induce a pensare di sapere le cose meglio degli altri: ci troviamo, invece, a confrontarci con concorrenti cinesi che arrivano dall'industria degli smartphone e realizzano auto sorprendenti senza sapere nulla del settore. Quindi, la partita è complessa e Stellantis, con la sua strategia e i suoi piani, non solo deve saper resistere a questi attacchi, ma deve uscirne come uno dei leader. Se si combinano l'esperienza con la flessibilità, senza arroganza ma con una mentalità aperta su quanto possiamo essere veloci e in che misura possiamo rompere le regole, sono convinto che potremo essere tra i migliori. Possiamo fare auto di qualità, con un buon design, con ottime prestazioni - che sono facili da ottenere con le auto elettriche - ma tutto questo, pur richiedendo un duro lavoro, va dato solo per scontato: quello che bisogna realizzare sono prodotti beyond the ordinary, che vadano oltre l'ordinario, siano iconici e rispecchino valori e posizionamento del marchio". Auto che, sottolinea il designer, emergano per unicità ed eccezionalità e si rendano, in un certo senso, indispensabili.
nuova categoria
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Ma che cosa ha spinto Vidal a tornare in seno a Stellantis, dopo l'esperienza sicuramente appagante nella Renault di Luca de Meo? "Trovo che in Stellantis ci sia un enorme potenziale", risponde il designer francese, "anche se i tempi sono molto più difficili rispetto ai 25 anni che ho trascorso tra Citroën e Peugeot; è un'azienda globale, diffusa in tutto il mondo con 14 marchi, in cui senti che sta succedendo qualcosa. Sappiamo esattamente che cosa fare e a che cosa è necessario porre rimedio per costruire il futuro". L'Europa, del resto, ha bisogno di qualcosa di molto diverso: "C'è un gap importante nelle norme", spiega Vidal, "tra i quadricicli, che sono troppo piccoli e limitati, e le auto, troppo veloci e complicate: servirebbe qualcosa nel mezzo, che oggi manca, e le regole ci impediscono di fare la cosa giusta per il futuro. Qualcosa di leggero, che abbia bisogno di poco materiale e di poca energia per muoversi alla giusta velocità e con il giusto comfort, non come i quadricicli. Ognuno dei marchi Stellantis, fatta eccezione ovviamente per Maserati, ha la possibilità di realizzare un veicolo del genere, ma servono norme corrette. Del resto, se si gira in una città come Milano si vedono Citroën Ami ovunque, a riprova dell'esistenza della domanda di qualcosa di diverso".
i marchi italiani
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Vidal ha già una visione chiara dell'identità dei marchi italiani, che definisce sinteticamente trovandoli potenti per la loro storia e filosofia. "L'Alfa Romeo del futuro deve continuare ad avere un'anima, deve essere futuristica, ma senza sembrare un robot, mantenendo piuttosto un'intensità sportiva, un carattere forte: deve trovare la sua via alla modernità, restando carismatica. Maserati deve avere una presenza impressionante ma elegante, non gridata ma progressista, prestando molta attenzione alle proporzioni e ai dettagli. Fiat sta facendo le cose giuste, la Grande Panda ne è la prova: per il suo prezzo, è impressionante per contenuti e creatività, ti dà il massimo per il denaro che puoi spendere. È molto intelligente nelle sue soluzioni e nello spirito giusto che rappresenta. Lancia, infine, è interessante per quello che sta esprimendo con la Ypsilon: molto creativa, con un approccio progressista e un grande potenziale".
l'offensiva cinese
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Le case cinesi dilagano in Europa, per numero di marchi e, in qualche caso, per volumi di vendite, che iniziano a essere significativi. C'è una ricetta anche a livello di design per contrastarne l'avanzata? "Quello che m'impressiona delle auto cinesi", sostiene Vidal, "non sono i grandi schermi, dei quali peraltro non tutti sono appassionati in Europa, ma la qualità degli interni e dei materiali utilizzati rispetto al prezzo al quale le vetture sono vendute. Alcune di queste macchine, inoltre, hanno un buon design, futuristico, sorprendente: quindi, per combattere questa offensiva non dobbiamo essere timidi, ma anzi serve essere super-creativi restando sempre connessi alla filosofia di ognuno dei nostri brand, senza commettere errori. E la velocità di esecuzione è essenziale: ci devono bastare due anni invece di tre per realizzare un nuovo modello, rendendo più rapidi i nostri processi anche a livello decisionale, nei rapporti con i fornitori e nell'esecuzione dei progetti. Ci servono team di comando che si riuniscano nello stesso posto e risolvano rapidamente le questioni, pianificando con velocità e flessibilità". In questo processo - secondo Vidal - l'intelligenza artificiale può essere di grande aiuto come strumento potente per accelerare la ricerca di soluzioni e superare i problemi, offrendo molteplici risposte in tempi molto ridotti, ma senza per questo sostituire l'intelligenza umana, alla quale spetta comunque l'ultima decisione.
le prossime generazioni
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Infine, uno sguardo al mondo dei giovani che - si dice - non sono più interessati alle automobili. Vidal non condivide pienamente questa affermazione, perché - sostiene - "non provano interesse finché non hanno dei bambini e realizzano di avere bisogno dell'auto… A quel punto, le studiano per capire quali siano più adatte alle loro necessità. Comunque, è vero che non provano emozioni, ma finché non trovano un'auto… emozionale e non scoprono qualcosa di molto intelligente". Il designer cita ancora la Fiat Grande Panda, "un prodotto molto razionale che racconta una storia di funzionalità, efficacia a costi contenuti, creatività e materiali innovativi, praticità e semplicità. E questo fa sì che la Grande Panda non sia considerata una delle tante auto noiose che ci sono in giro e che diventi invece un modello cool e desiderabile".