Le nuove generazioni preferiscono gli aperitivi e i cocktail al vino? Non più. Un nuovo trend di 'scoperta' dei vini tipici da parte della Gen Z arriva dall'Isola d'Elba dove aumentano i tour nelle cantine dedicati ai più giovani, anche associati ad esperienze culturali, storiche, sportive e sociali. Le 'esperienze' si abbinano a vini più leggeri da bere ghiacciati, a vini raffinati Doc e Igt abbinati ai cibi locali e alla loro storia, fino ai nuovi cocktail 'corretti' col vino, dal rinomato Hugo al classico Spritz. Tante le iniziative dei viticoltori elbani per rilanciare le loro produzioni doc e igt, riuniti dal consorzio servizi Albergatori Isola d'Elba.
"Arrivano anche dai campeggi dell'isola, hanno una età media di 30 anni ma ci sono anche tanti ventenni. In primavera sono in gran parte inglesi e americani ma in agosto sono soprattutto italiani, - spiega Jacopo Nidini, project manager della Tenuta Le Ripalte, wine resort sulla costa dei Gabbiani dell'Elba con cantina progettata dall'architetto Tobia Scarpa dotata di una terrazza panoramica con vista sui vigneti e sul mare. - Qui visitano i terreni coltivati prenotando tour in jeep, a cavallo o in bicicletta. Visitano la cantina e prenotano le degustazioni. La Gen Z è molto incuriosita dal vino che preferiscono freddo e meno alcolico rispetto alle altre generazioni. Lo scorso anno abbiamo avuto 3.000 prenotazioni e sulla terrazza, al tramonto, spesso si effettuano vere e proprie promesse di matrimonio molto romantiche e che ci colgono anche di sorpresa. Il pubblico più giovane apprezza molto i nostri vini-spumanti rosè da bere freddi al posto di apertivi o cocktail. Il rosato delle Ripalte da uve di Aleatico I.G.T è il più gettonato, insieme ai rossi leggeri e freddi," conclude Nidini.
"C'è una maggiore attenzione delle nuove generazioni verso le fasi di produzione dei vini e il loro consumo è più originale tanto che abbiamo anche appena messo a punto una carta di cocktail ad hoc fatti con le nostre produzioni oltre che vini rossi, bianchi e rosé da bere ghiacciati insieme a musica dal vivo, - conferma Renato Signorini, viticoltore di terza generazione che col fratello Lorenzo da Milano si è trasferito sull'isola per prendere in mano l'azienda dello zio, l'azienda vinicola Cecilia a Marina di Campo. "Abbiamo fatto un Negroni con il nostro Aleatico al posto del vermout, bitter e gin toscani e arancia. Non manca l'Hugo, il cocktail del momento, che facciamo col Moscato Cecilia al posto del Prosecco, mosto di uva caramellizzato, menta e soda al bergamotto fatti in casa. Lo Spritz lo facciamo con l'Aleatico al posto del Prosecco, spumante e bitter toscani. Includiamo anche un whisky battezzato 'Elba-New York', con whisky toscano, succo di limone, sciroppo di zucchero, angostura, bitter, il 'stillabount magic foamer' e il nostro vino Oglasa Syrah cecilia Igt al posto del vermouth" ribatte Lorenzo Signorini.
Organizza camminate e trekking tra i vigneti e degustazioni in cantina anche Riccardo Fioretti, enologo e proprietario dell'azienda agricola Acquabona, a Portoferraio. Lui stesso della Generazione Z, "dopo una laurea in economia e in agraria a Firenze sono tornato sulla mia isola per occuparmi dei vigneti di famiglia insieme a mio fratello. Abbiamo così riaperto l'attività al pubblico lo scorso anno". Anche il giovane Lorenzo Arguti, laureato in scienze agrarie all'università di Pisa, è appena tornato sull'isola come agronomo per la Tenuta La Chiusa, le cui origini risalgono alla fine del 1500. Affacciata sul golfo di Portoferraio e circondata da 20 ettari di proprietà, la maggior parte coltivati a vigne ed ulivi. "Direttamente dalle spiagge in estate arrivano soprattutto trentenni, anche in coppia, per visitare la tenuta e le cantine. Le degustazioni dei vini stanno conquistando questa fascia di età, -spiega.
Ha 29 anni Giulia Arrighi, enologa dell'omonima azienda agricola di famiglia a Porto Azzurro. Sognava di diventare commercialista ma, dopo i primi corsi di preparazione ha capito che preferiva vivere tra i suoi vigneti. Laureata da poco in enologia e viticoltura all'università di Firenze ha partecipato attivamente alla creazione del rinomato vino Nesos, senza solfiti e ricco di antiossidanti, fatto con uve immerse nel mare dentro nasse da pescatori e poi appassite al sole. "Mi piace innovare esaltando le tradizioni, - spiega. - Le nostre sono coltivazioni biologiche. Facciamo molti esperimenti, continuamente. I nostri terreni sono aperti e ci sono percorsi di trekking segnalati tra i vigneti, rigorosamente gratuiti, con la possibilità di vedere una ventina di opere d'arte di diversi artisti dislocate lungo i percorsi molto apprezzati dal pubblico più giovane, in media 25-30 enni, che dimostra di essere anche molto preparato e consapevole anche sul tema del bere bene".
Degustazioni abbinate soprattutto alla riscoperta delle radici del cibo locale, con serate di 'racconti storico-culinari' e abbinamenti ai vini di sua produzione, quelle organizzate invece da Aldo Appiani, proprietario dell'azienda agricola Le Sughere del Montefico, nel comune di Rio Marina. Sta per compiere 100 anni, infine, la storica azienda agricola Sapereta a Porto Azzurro, nata nel 1927. Qui gli 'enoturisti', di tutte le età, vengono accompagnati in degustazioni e approfondimenti sui vini dell'Elba e del territorio da Italo Sapere e dai suoi figli, impiegati nel ristorante-agriturismo, in vigna e in cantina.
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