Furti d'auto parziali in aumento: Lombardia regione più colpita

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Cresce in Italia il fenomeno dei furti parziali di autovetture, che colpisce principalmente le utilitarie ma anche le auto di segmento più elevato. Il fenomeno produce danni fino a oltre 5mila euro per i proprietari dei mezzi e alimenta il mercato illegale dei pezzi di ricambio. Telecamere, gruppi ottici, paraurti, fari Led e monitor di bordo le componenti più rubate

Armando Bavaro

19 novembre - 20:58 - MILANO

I furti parziali di componenti auto rappresentano oggi una delle principali minacce per i proprietari di veicoli in Italia: nel 2024 sono stati registrati quasi 14mila interventi per riparare danni causati da questo tipo di furti o tentativi di furto, in crescita del 3,5% rispetto all'anno precedente. Questo fenomeno, noto come "cannibalizzazione" delle auto, colpisce principalmente veicoli di età compresa tra i quattro e i sei anni, ma anche quelli di più recente immatricolazione, fino a tre anni (28% del totale). Sono questi i principali dati e trend che emergono dal report sui furti parziali e sui recuperi di veicoli sottratti nel primo semestre del 2025, elaborato dalla società LoJack Italia. L’analisi raccoglie e analizza i dati provenienti da elaborazioni e studi nazionali e internazionali sul fenomeno, integrandoli con le statistiche provenienti da oltre un milione di dispositivi installati a bordo di veicoli in circolazione sulle strade italiane. Questi furti causano ingenti danni economici ai proprietari dei mezzi e alimentano il mercato nero internazionale dei pezzi di ricambio, che arrivano ad essere venduti in Africa e negli Emirati Arabi. Nei primi sei mesi del 2025, l'attività di supporto condotta da LoJack insieme alle forze dell'ordine ha portato al recupero di 1.032 veicoli, per un valore complessivo di circa 33 milioni e 400mila euro. I ritrovamenti hanno riguardato nel 54% dei casi i Suv, in particolare il Toyota Rav4 e nel 32% le auto, classifica questa dominata dalla Fiat Panda.

auto e regioni più colpite

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Sebbene non siano presenti dati precisi sui marchi più colpiti, i modelli vittime di questi furti sono prevalentemente quelli più diffusi sul mercato, che generano maggiori richieste di pezzi di ricambio, ma anche quelli che consentono di ottenere un maggior tornaconto economico. Tra i più vandalizzati ci sono, infatti, alcuni modelli come Fiat Panda500, 500X, Punto, Lancia Ypsilon, e Jeep Renegade, ma anche i modelli dei marchi Audi, Smart, Alfa Romeo, Ford, Peugeot, Renault, Citroen, Toyota, Lexus (prese di mira per le batterie), Range Rover e Volkswagen. Come per i furti completi di autovetture, il fenomeno assume particolari caratteristiche a seconda della regione d'Italia in cui si verifica: al Sud le più colpite sono le Fiat Panda e le 500, mentre al Nord a prevalere sono i modelli dei marchi Toyota, Lexus, Range Rover e Volkswagen. La geografia dei furti parziali appare leggermente diversa da quella delle sottrazioni di veicoli: la Lombardia è oggi la regione italiana più colpita da questo tipo di furti, con quasi la metà dei casi (40%), dell'intera penisola; seguono Lazio (27% dei casi totali) e Campania (18%). Il fenomeno si concentra particolarmente all’interno delle grandi città, con Roma e Milano che registrano circa il 28% dei danneggiamenti totali. La Puglia, e in particolare l'area tra Manfredonia e Cerignola, ribattezzata "il triangolo delle Bermuda dei furti d'auto", rappresenta il luogo in cui le vetture corrono il maggior rischio di essere oggetto furto di componenti, attraverso vere e proprie centrali di smontaggio sparse nelle campagne e officine e autoparchi spesso compiacenti che rivendono i pezzi rubati. Anche in Campania si registra un significativo aumento di questi episodi.

i pezzi più richiesti

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Dalle statistiche emerge come questo business illegale si concentri in modo particolare su alcuni elementi precisi del veicolo, il cui valore può variare sensibilmente a seconda del mezzo da cui vengono sottratti: telecamere di bordo, paraurti che presentano un valore che oscilla dai 45 agli 800 euro, monitor dal valore stimato tra i 180 ai 920 euro, fanali il cui prezzo oscilla dai 500 ai 2.500 euro, i cerchi in lega dal valore tra 450 ai 1.500 euro e infine i catalizzatori, particolarmente ambiti per la presenza di metalli preziosi come platino e palladio, molto richiesti sul mercato nero in Europa e non solo. Altri componenti particolarmente ricercati sono i gruppi ottici avanzati come i fari Led, laser e i sistemi di orientamento automatico che possono valere oltre 5.000 euro, nonché motori, portiere, cruscotti, centraline, pneumatici e parti di carrozzeria. Come per i furti di veicoli, dietro questo particolare business spesso si celano gli interessi di organizzazioni criminali che si muovono in modo organizzato e gestiscono il mercato nero dei pezzi di ricambio, agendo in modo tradizionale o avvalendosi delle più avanzate tecnologie: mediamente per portare a termine un furto parziale un ladro esperto impiega dai 50 ai 90 secondi. I colpi vengono studiati a tavolino sulla base delle richieste ricevute dal mercato, spesso agendo lungo le strade meno trafficate e più buie e in orari notturni. In alcuni casi ad alimentare il mercato dei pezzi di ricambio sono intere autovetture, trascinate con cavi o spinte da altri veicoli oppure rubate clonando la chiave, o ancora sottratte in meno di due minuti tramite la connessione alla rete Can bus (soprattutto per veicoli come Alfa Romeo Stelvio e Giulia, Jeep Renegade e Compass). Una volta portate in capannoni per lo smontaggio, le vetture vengono cannibalizzate nell’arco di 3-4 ore da specialisti e i pezzi rivenduti su mercati illegali. Maurizio Iperti, presidente Automotive di LoJack International, ha commentato così questi dati: "Oltre ai 136mila veicoli che ogni anno vengono rubati nel nostro Paese, esiste un fenomeno che quotidianamente colpisce un numero crescente di automobilisti italiani, il cosiddetto furto parziale, cioè la sottrazione di componenti dalle vetture parcheggiate. Un business che, gestito da organizzazioni criminali, ha ormai assunto dimensioni significative e che alimenta stabilmente il mercato nero dei pezzi di ricambio. I ladri sono oggi sempre più tecnologici e spesso impiegano attrezzature all'avanguardia che consentono anche in pieno giorno di sottrarre componenti della vettura o di far sparire l’intera auto per poi procedere rapidamente allo smontaggio e alla commercializzazione dei pezzi ottenuti, provocando danni anche di diverse migliaia di euro per i malcapitati proprietari. Per questo è oggi ancora più importante tutelarsi dal furto con adeguati strumenti tecnologici che lo prevengano e, nel peggiore dei casi, ne agevolino il recupero". 

strategie di contrasto

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Le indagini condotte dalle forze di Polizia indicano la presenza di una rete attiva tra Francia, Italia e Paesi Bassi, con transito nel sud della Spagna. La libertà di movimento nell'area Schengen e il mercato nero dei ricambi rendono più complessa l'attività investigativa, spingendo le autorità europee a rafforzare la cooperazione con costruttori, assicurazioni e operatori tecnologici. Durante il Forum che riunisce forze dell'ordine ed esperti per analizzare le nuove dinamiche del crimine legato ai veicoli (Vehicle Crime Investigators Event 2025), LoJack ha presentato la tecnologia Mesh, oggi attiva in tutta Europa. La rete, basata su 1,1 milioni di veicoli dotati di dispositivo, permette il rilevamento automatico dei mezzi rubati e la trasmissione immediata della posizione alla centrale operativa. La collaborazione internazionale ha già dato risultati significativi: in una recente operazione, la Guardia Civil spagnola ha recuperato 18 veicoli rubati in cinque paesi europei, individuati nel porto di Algeciras grazie alle rilevazioni Mesh. Il valore complessivo dei mezzi recuperati è di 650.000 euro, con 26 persone coinvolte nell'indagine.

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