Mattia, fenomeno del lungo e Greg, divinità dell'asta. I loro salti sono entrati, profondamente, nel futuro...
Non c’è sport che sia più da ragazzi del salto in lungo. A ben guardare non è neppure uno sport, è semplicemente il loro mestiere: entrare nel futuro che li aspetta ed arrivare il più lontano possibile. Beh, da ieri possiamo dire con orgoglio che non c’è un uomo al mondo che sappia entrare più profondamente nel futuro del nostro Mattia Furlani: 8 metri e 39!
dove nessuno osa spingersi
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Che salto, ragazzi. Un’accelerazione spaventosa, tipo la macchina di Doc in Ritorno al Futuro, lo stacco, Mattia ha pedalato in aria come la bici di E.T., è atterrato nella sabbia e si è messo le mani in quel bosco di riccioli che ha in testa. Ha capito subito che l’aveva combinata grossa. Le sue impronte, con una solennità da Apollo 11, erano oltre i segnali dei salti precedenti, dove nessuno aveva osato spingersi. Medaglia d’oro, a 20 anni, la prima dell’Italia ai Mondiali di Tokyo. Un sorriso largo 8,39 m. E dire che i primi salti non erano stati incoraggianti. Andavano messi a posto. Mattia ne ha parlato con mamma Khaty, ex velocista senegalese, sua allenatrice. Un consiglio qui, uno là e le misure si sono allungate. Tutti i ragazzi entrano nel futuro così, grazie ai consigli di chi ha saltato prima.
senza bruciarsi
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Ad aiutare Armand Duplantis, divinità dell’asta, è stato papà Greg, che saltava come lui. Come Dedalo ha costruito le ali per il figlio Icaro, così Greg ha permesso al figlio di salire in cielo. Per non bruciarsi come Icaro, Armand sale un centimetro per volta, con grande prudenza. Si è già migliorato 14 volte. Sempre più vicino al sole. La natura non fa salti, dicevano i latini. L’uomo sì. E che spettacolo di salti…