Abbiamo più volte ricordato come nel poker esistano concetti dai quali non si può prescindere. Questo ovviamente a patto di voler progredire con la finalità di diventare players vincenti. Oggi trattiamo un tema molto delicato perché oltre al concetto, vanno capite le dinamiche della fold equity
Per vincere al tavolo bisogna fare chip e aumentare il proprio stack. Se ci fermiamo per un attimo a ragionare, non esiste un solo modo per accumulare pezzetti di plastica. Spesso lo facciamo perché tutti passano. Vediamo quindi di spiegare per bene cos'è la fold equity e quali sono le parti, a livello di calcolo, più complicate da capire
VITTORIA UNCONTESTED
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Immaginiamo la classica scena nella quale tutto il tavolo passa, bottone rilancia e noi contro-rilanciamo (3bettiamo) da grande buio. Indipendentemente dai motivi che ci portano a fare quella determinata mossa (valore, bluff, posizione dell'original raiser), possiamo vincere il piatto grazie a un semplice fold altrui. Per chi non conoscesse ancora bene il gergo pokeristico, questa è una vittoria uncontested ovvero: non si arriva a mostrare le carte per determinare il vincitore. Si portano a casa chip in virtù dei fold avversari. Potendo, molti giocatori vi direbbero che sono disposti a rinunciare a un po' di valore pur di vincere quasi sempre in maniera uncontested. In questa situazione infatti, non mostrando le carte, non diamo informazioni utili sulla nostra linea di gioco, restando quindi "misteriosi" agli occhi degli altri players al tavolo. Come più volte abbiamo ricordato, avete informazioni è fondamentale nel gioco del poker. Nel corso degli anni, l'attenzione si è giustamente spostata dalla puntata per valore a quella per far foldare l'avversario. La bilancia strategica deve essere nel giusto equilibrio: punti forti da una parte, bluff e semi-bluff dall'altra
COS'E' LA FOLD EQUITY E COME SI CALCOLA
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Volendo dare la definizione generale: la fold equity è la frequenza, calcolata in percentuale, delle volte in cui il nostro avversario passerà (o dovrebbe passare) la propria mano di fronte a una nostra puntata in modo tale da rendere profittevole nel lungo periodo la nostra bet. Un esempio molto basico è: siamo sul bottone con uno stack di 3 bui totali. Andiamo allin. Small blind passa mentre BB, che gioca per 200 BB, deve decidere se chiamare o meno. La risposta è semplicissima. Noi non abbiamo fold equity ossia, la forza della nostra puntata non farà mai foldare il nostro avversario. Se noi da BTN giocassimo 100 BB potremmo tranquillamente vincere il piatto nel preflop! La formula per il calcolo è: puntata diviso la somma di piatto e puntata. E' un concetto davvero importante? Certo! Il motivo principale è che non dobbiamo considerare la reale forza della nostra mano. L'idea è quella di portare a casa il piatto uncontested. Qual è la parte complicata del concetto? Non abbiamo un confronto statistico oggettivo tra formula e decisione avversaria. Avere il 40% di fold equity significa che la nostra puntata genera profitto nel lungo periodo solo se il nostro avversario, in uno spot di quel genere, avrà una frequenza di fold più alta del 40%. Quello non lo sappiamo, o meglio, cerchiamo di capirlo al tavolo
2 giugno - 15:28
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