Dopo le partenze di Cataldi e Adli manca un play. Salgono le quotazioni dell’aostano del Venezia
Il cartello è affisso da giorni: centrocampista cercasi. Con mansioni da play. Un tempo si chiamava regista. La Fiorentina, in ritiro in Inghilterra, deve sistemare il centrocampo che, rispetto alla passata stagione, ha perso proprio quella figura chiave.
Adattata
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Stefano Pioli fin qui si è adattato. Ha tenuto la difesa a tre, ma ha cambiato sistema optando per un 3-4-1-2- o 3-4-2-1, che esalta le caratteristiche degli uomini offensivi, Gudmundsson, Dzeko e l’imprescindibibile Kean, ma è privo dell’uomo che sta davanti alla difesa, detta i tempi, imposta la manovra che ora parte anche più dal basso. Questo ruolo lo ha chiesto a Fagioli che ha come spalla Mandragora. E può far girare il pallone sulle corsie esterne dove trova la verve di Dodò e Gosens. Poi palla a Gud che la vorrebbe sempre. Con Raffaele Palladino la Fiorentina, dopo aver giocato per quasi metà campionato con il 4-2-3-1 è tornata alla difesa a tre con un centrocampo a cinque in cui era previsto il ruolo del metronomo interpretato possibilmente da Cataldi e prima da Adli, oggi in esubero al Milan. Entrambi non sono stati confermati dall’accoppiata Pradé-Goretti che ha subito detto no ai due centrocampisti per valutare altre situazioni più congeniali e funzionali per il gioco di Pioli.
Niente B
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I due responsabili del mercato viola sono al lavoro in Italia e solo Goretti nel fine settimana raggiungerà la squadra insieme al dg Ferrari per la prima amichevole inglese col Leicester. Si sono fatti alcuni nomi, primo tra tutti Bernabé del Parma, ma la cifra sparata dal club emiliano e la volontà dello spagnolo di avere la certezza del posto fisso hanno, per ora, allontanato i dirigenti toscani che si sono diretti anche su altro giocatore del Parma, lo svizzero Simon Sohm, 24 anni, quattro reti nella passata stagione. Sohm è più abbordabile di Bernabé come costi e pretese, Ma ora tra i desiderata sembra salire forte la candidatura di un altro calciatore italiano, Hans Nicolussi Caviglia che la Juventus ha venduto al Venezia. Centrocampista centrale, buon passo e ottima visione, anche se i lagunari lo propongono come simbolo della squadra che con Giovanni Stroppa punta a risalire subito, non sembra così entusiasta di giocare un campionato di B. Il costo di partenza è alto: 15 milioni. Ma la trattativa nei prossimi giorni può davvero decollare anche se il calciatore piace pure al Bologna dell’ex tecnico Vincenzo Italiano. Perché Nicolussi Caviglia è seguito dalla stessa agenzia (Lucci) che ha in mano Moise Kean e che ha perfezionato il ritorno in Italia dal Fenerbahce di Edin Dzeko. Gli ottimi rapporti e la trattativa continua per il rinnovo di Moise (va adeguato l’ingaggio, e a inizio settimana prossima si potrebbe aprire uno spiraglio) possono accelerare la pratica. La Fiorentina vede sempre di buon occhio il made in Italy e, comunque il play aostano costerebbe sempre meno degli altri prospetti citati. Senza, naturalmente, considerare l’ivoriano Franck Kessie che all’Al Ahli guadagna 14 milioni netti a stagione dal 2023. L’ingaggio dell’ex milanista resta fuori portata e, comunque, la Fiorentina non è l’unica società che ci ha pensato. Sullo sfondo anche la candidatura di Eric Martel, classe 2002 del Colonia. Ma c’è tempo... tanto ancora. Intanto ieri notte si è chiuso un giro di portieri: Christensen va a Graz e torna in viola dopo otto anni Lezzerini, svincolato dal fallimento del Brescia.