Fioravanti:"Che anno sul surf, ma ora la vittoria più bella è sposare Sophia"

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Il campione italiano ha finito la stagione al nono posto nella WSL. "Sono felice del mio risultato e della crescita mentale. Ora affronto la carriera con più leggerezza". E a settembre convola a nozze

Antonio Muglia

31 agosto - 17:11 - MILANO

Leonardo Fioravanti is back, rientrato in Italia dopo una stagione entusiasmante. Il surfista romano, unico a competere ai massimi livelli nel campionato del mondo della World Surf League, sogno impensabile per un atleta tricolore prima della sua comparsa sulle scene ormai quasi un decennio fa, è nella Capitale da qualche giorno. La stagione della WSL è alle spalle, un nono posto che racconta solo in parte quanto sia stata positiva, e quanto poteva esserlo ancora di più: due quarti di finali perse di un soffio, poi soprattutto quella finale a Pipeline alle Hawaii, la gara più blasonata del tour, sfumata solo per una parità di punteggio contro l’idolo di casa Barron Mamiya, premiato dai giudici per un’onda più bella di 60 centesimi. Inezie in un surf agonistico da sempre difficile da valutare, un errore per tanti altri – colleghi di Leo compresi. Lui però non si cruccia più di tanto, come nel suo stile. Chissà, poteva valere le Final Five, l’ultimo atto di questa stagione che si concluderà definitivamente alle Figi i prossimi giorni? Difficile dirlo. "Io però ho guardato avanti e basta" dice a Gazzetta in questa intervista esclusiva, appena uscito da una session sulle onde di fine agosto spinte sulla costa laziale dall’uragano Erin. "E poi quest’anno ho qualcosa di più importante da festeggiare".

Leo, stagione finita, che bilancio fai? 

"È stato un anno bellissimo. Poi ovviamente da sportivo si vuole sempre di più e se non sei primo al mondo non si può mai essere soddisfatti al cento per cento. Ma se mi guardo indietro, ho fatto dei grandi passi in avanti rispetto all’anno scorso dove comunque ho passato il taglio di metà stagione e non era quindi da buttare. Ma quest’anno la mia performance in acqua è migliorata e ho avuto la media di punteggi più alta in carriera, le heat le ho perse all’ultimo secondo o perché il mio avversario faceva un surf ancora più incredibile del mio. Sono davvero felice di quest’anno".

Se ne è parlato tanto, ma brucia ancora la finale persa a Pipeline? 

"Sappiamo tutti come è andata, poteva facilmente essere la mia prima vittoria e, possiamo dirlo, la maggior parte del mondo ha detto che avrei dovuto vincere. Ma lo sport è così e non sono rimasto lì a rimuginare tutti i giorni su un furto dei giudici: io non penso così, ho accettato il risultato. Ho surfato benissimo, era la prima gara della stagione e non potevo rimanere bloccato e scordarmi del resto, della lunga stagione ancora da affrontare. Il focus è andato subito alla seconda tappa sulla piscina di Abu Dhabi, che era uno stop molto critico. Il lavoro mentale mi ha aiutato e questa parte nello sport è importante e può fare la differenza".

Di salute mentale ne hai scritto anche nell’ultimo post a chiusura del tour. Ce ne vuoi parlare? 

"Ci ho lavorato tantissimo, da cinque anni ho un mental coach, Stefano Massari, che mi aiuta molto. L’anno scorso la stagione non era andata come volevo, ma comunque avevo passato il taglio ed ero ventiduesimo. Poi c’erano le Olimpiadi di Parigi. Avevo messo tanto lavoro e a Tahiti volevo performare, fare un risultato per me stesso, per l’Italia, per la Federazione che mi ha supportato, e sapevo di poter fare bene. Poi non è andata come volevo e, per la prima volta nella mia carriera, ho sofferto molto, passando mesi difficili. Ma ho ritrovato me stesso e questa è la cosa più importante per me".

L’illuminazione? 

"Ho capito che non è giusto per la mia felicità, come persona e come atleta, buttarsi giù per una stagione, per un risultato. Ho 27 anni e spero di gareggiare per altri dieci anni e più, ma so che ci saranno stagioni che andranno meglio e altre peggio, ho preso coscienza di questo che può sembrare un’ovvietà ma per un atleta non è scontato. Bisogna essere bravi a guardare avanti con la mentalità giusta, positiva. C’è un golfista che mi ha ispirato molto quest’anno, si chiama Tommy Fleetwood, tra i primi dieci al mondo, però non ha mai vinto una volta e ha fatto diversi secondi posti in gare gigantesche. Eppure non ha mai smesso di crederci, di restare positivo. La differenza tra una carriera lunga e una corta è tutta qui, ci saranno momenti difficili ma non bisogna mollare. E oggi sono felice dell’atleta che sono diventato".

Parlando ancora del tour: la WSL ha fatto un cambio importante con un ritorno, anche se parziale, al vecchio format. Come la vedi? 

"Mi piace tanto. Per me la prossima è l’ottava stagione nel CT e sarà come quella fatta nei mei primi anni. Sarà importante per tanti surfisti giovani iniziare in Australia e sarà bello per me finire alle Hawaii dove ho casa, e dove gareggio molto bene a Pipe".

E poi nel mirino ci sono le Olimpiadi di Los Angeles con l’Italia, anche se sono lontane. 

"Sì, tra qualche anno, ma so che sarò in forma. Faccio uno stile di vita salutare, sono molto costante e sono sicuro che arriverò a 35 o 38 anni di età, se non come oggi, praticamente uguale. So quanto lavoro metto tutti i giorni".

Obiettivi per la prossima stagione. Vincere una tappa? 

"Vincere una gara certamente. Ci sono andato vicino ma so che la vittoria arriverà presto. E poi in realtà quest’anno la mia vittoria è un'altra, il matrimonio con Sophia". 

Raccontaci. 

"È un momento bellissimo. Sai, è tutta la stagione che ho lottato per arrivare alle Final Five e ho creduto di arrivare alle Fiji, ma ho anche sempre pensato che, comunque andava, sarebbe stato un anno speciale. Noi stiamo insieme da sette anni, Sophia è una ragazza unica e con la quale condivido la mia vita anche come atleta. È lei che mi fa sentire a casa quando siamo in giro per il mondo. Ci sposiamo al Castello di Bracciano, che è un posto bellissimo, con le nostre famiglie, i migliori amici e anche i surfisti del circuito che verranno fin qui dove sono cresciuto. Sarà bellissimo".

Allora, se si può dire: se dovesse fare le onde in Italia, con chi avrebbero l’onore di condividere la line up i surfisti italiani? 

"Certo che si può dire, saranno tanti! (ride, ndr). Jack Robinson, Kanoa, Connor O’Leary, Ramzi, Frederico Morais, Lakey Peterson tra gli altri…E anche Kelly Slater. Se farà le onde, sarà la sessione più spettacolare della storia di Banzai".

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