
Matteo Corsini
3 settembre - 08:22 - MILANO
È passato un secolo e mezzo dalla nascita di Ferdinand Porsche, geniale progettista che ideò le basi dell'automobile moderna. Oltre ad aver creato il leggendario Maggiolino Volkswagen, la sua mente ha partorito innovazioni come l'auto ibrida e le Auto Union da gran premio con motore posteriore centrale. Nel dopoguerra il figlio Ferry ne raccolse l'eredità trasformando l'azienda di famiglia in un costruttore completo
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Storia di un innovatore
Esattamente 150 anni fa nasceva Ferdinand Porsche. Fu progettista, inventore divenuto ingegnere e professore honoris causa per i numerosi meriti maturati sul campo, riconosciuto universalmente tra i padri dell'automobilismo moderno. Una figura dalla spiccata forza innovatrice, capace di collezionare una serie di prime assolute di massimo livello. Tra queste, si annoverano l'invenzione del motore elettrico integrato in una ruota, la creazione della prima auto ibrida, la prima a trazione integrale e la prima a motore centrale. Nonché la realizzazione del primo differenziale autobloccante mai visto e la prima, pionieristica per quanto rudimentale applicazione dell'effetto suolo a un'automobile. Ma soprattutto, la concretizzazione di un progetto all'apparenza impossibile, quello di una vettura accessibile per la popolazione tedesca, prodotta in serie su larga scala con elevati standard qualitativi, efficiente ed affidabile. Al punto che, pur essendo stata svelata al pubblico nel 1938, la sua vera produzione venne avviata nel 1945 e proseguì fino al 2003, con un totale di oltre 21 milioni e 500 mila esemplare assemblati. Parliamo naturalmente del Maggiolino Volkswagen, la vettura compatta tedesca nata per essere "l'auto del popolo" (traduzione letterale della parola Volkswagen). Una carriera, quella di Ferdinand Porsche, che ha però dovuto fare i conti con il deteriorarsi delle condizioni sociopolitiche del Paese dove operava, la Germania. Qui, infatti, nel 1933 salì al potere Adolf Hitler, dando via alla tragica epopea del regime nazista, dalla quale Porsche non rimase estraneo. Anzi, per via dei propri meriti ingegneristici diventò una figura di spicco, rispettata dalle massime autorità del regime, persino da Hitler stesso. Una condizione da un lato privilegiata, che ha consentito al geniale progettista di dare libero sfogo al proprio estro innovatore, ma che dall'altro lo ha coinvolto attivamente con un ruolo di primo piano in una pagina buia della storia. Di seguito, ripercorriamo la carriera di Ferdinand Porsche, attraversandone le tappe fondamentali che hanno posto le basi per la nascita del costruttore automobilistico che porta il suo nome.
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