"Fatemi uscire prima possibile". Intuito Leclerc e pressione gomme: così è nata la pole capolavoro

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Vento e temperature hanno modificato le condizioni prima del Q3. Le mosse Ferrari per far funzionare le Pirelli meglio di tutti

Paolo Filisetti

2 agosto - 20:37 - BUDAPEST (UNGHERIA)

L’affermazione di Charles Leclerc, “oggi non capisco nulla di F1, abbiamo avuto difficoltà in ogni sessione di qualifica e anche a entrare nel Q3, ma poi ho siglato la pole position migliore della mia carriera”, subito dopo aver ottenuto la pole position per il GP di Ungheria, potrebbe essere usata per spiegare effettivamente quanto insperato e inaspettato sia stato il risultato delle qualifiche. In realtà è invece corretto ribadire, come peraltro ha fatto lo stesso Andrea Stella, team principal della McLaren, che nulla in F1 avviene per caso e a ogni cosa è possibile trovare una spiegazione.

ferrari, fattore meteo

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Sicuramente a determinare il rimescolamento delle carte nell’ultimo tentativo in Q3 sono state le mutate condizioni ambientali, specificamente legate a due fattori, la direzione del vento e la temperatura dell'asfalto. Nel primo caso il vento ha virato di centottanta gradi e in specifici punti del tracciato la McLaren MCL39 è risultata la vettura a soffrirne maggiormente. Verosimilmente, peraltro ciò è avvenuto già nel corso del primo tentativo quando sia Norris sia Piastri avevano comunque ottenuto una prestazione che avrebbe permesso loro di avere il monopolio della prima fila. Ma nell’ultimo tentativo ha prevalso forse un’eccessiva prudenza, avendo riscontrato quanto il grip e la fiducia nell’inserimento in alcune curve fosse decisamente inferiore a quella del Q2.

grip mutato

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Nondimeno la temperatura dell’asfalto ha avuto un calo di oltre una decina di gradi, modificando radicalmente i parametri di grip adesivo e meccanico degli pneumatici. In parallelo è corretto sostenere che Leclerc abbia non solo spinto nell’ultimo tentativo partendo da una condizione particolare, visto che  in quel momento non aveva praticamente nulla da perdere occupando la sesta posizione. Non è stata meno importante la preparazione stessa del giro a livello di finestra di temperatura degli pneumatici. La scelta di uscire il prima possibile dai box gli ha permesso una accurata preparazione delle gomme, centrando in base alle condizioni di grip, direzione vento, temperatura dell’asfalto, la precisa finestra di utilizzo degli pneumatici: nel box Ferrari sono state indovinate le pressioni perfette per far funzionare le gomme, in più Charles le ha scaldate in modo graduale e impeccabile, grazie anche alla sua stessa richiesta agli ingegneri, "fatemi uscire prima possibile". Non è un caso, infatti, lo ribadisce anche Andrea Stella, che delle prime dieci monoposto qualificate, solo Leclerc sia riuscito a migliorare il proprio tempo rispetto al primo tentativo. Qualcosa che permette a Charles di godere del vantaggio - rilevante su questo tracciato - di partire davanti a tutti, anche se, nello stesso tempo, è lecito aspettarsi un ritorno da parte delle iper competitive MCL39 di Piastri e Norris, che avevano messo in risalto sia in Q1 sia in Q2 quanto il margine proprio sulla Ferrari del monegasco fosse intorno ai quattro decimi, esattamente lo stesso gap emerso in tutte le sessioni di prove libere. In gara, sulla base dei dati disponibili a Pirelli, la strategia ottimale dovrebbe basarsi su due soste con la sequenza di mescole medium, hard, hard.

epa12280070 Ferrari driver Charles Leclerc of Monaco celebrates after winning the qualifying session for the Formula One Hungarian Grand Prix at the Hungaroring circuit in Mogyorod, Hungary, 02 August 2025, one day ahead of the race.  EPA/Zoltan Balogh HUNGARY OUT
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