Due scudetti buttati, l'umiliazione di Monaco, un calcio vecchio: Inzaghi poteva fare di più

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Da salvare la finale col City, comunque persa, la trasformazione di Calhanoglu in gran regista e il lavoro su Dumfries. Per il resto, però, la bilancia pende dall'altro lato. E poi un addio così "sbagliato..."

Sebastiano Vernazza

Giornalista

4 giugno - 09:51 - MILANO

Alti e bassi, successi e rimpianti. Il quadriennio di Simone Inzaghi si presta alla polarizzazione, alla divisione aspra tra chi ritiene che l’allenatore abbia trascinato l’Inter oltre i propri limiti e chi pensa che abbia perso troppe occasioni. Noi crediamo che il rammarico sia il sentimento prevalente, l’Inter di Inzaghi è stata un’incompiuta. La seconda stella non bilancia né smacchia l’onta del 5-0 epocale di Monaco. Il calendario ha voluto che lo scudetto inzaghiano del 2024 fosse il ventesimo, una coincidenza spazio-temporale che non regala bonus. All’opposto, la batosta di sabato contro il Psg rimarrà un malus per sempre, un trauma storico.

i successi

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Sei trofei: uno scudetto, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane. Le coppe nazionali riempiono le bacheche, ma non possono essere pietre miliari di un club come l’Inter. All’Inter contano gli scudetti e le grandi coppe internazionali. Inzaghi ha vinto bene il campionato del 2024, con 19 punti di vantaggio sul Milan. Un dominio incontrastato, con il miglior attacco e la miglior difesa (89 e 22 gol). Un quasi successo la finale di Champions 2023, raggiunta con un percorso bello e fortunato: negli ultimi minuti del ritorno degli ottavi contro il Porto di Sergio Conceiçao, al Dragao, i pianeti si allinearono come mai, tra parate di Onana, salvataggi miracolosi e legni benedetti. La finale contro il Manchester City legittimò il cammino. A Istanbul 2023, l’Inter inzaghiana si espresse al meglio, se usiamo come parametro guida la forza dell’avversario. La miglior Inter di Inzaghi è stata sconfitta, un paradosso significativo. Alla lista dei pro aggiungiamo i fatturati in crescita, ma i tifosi non festeggiano i bilanci.

gli insuccessi

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Inzaghi ha buttato via due scudetti, con Bologna come punto di caduta. Nel 2022, a febbraio, in vantaggio per 1-0 all’intervallo nel derby, Inzaghi aveva lo scudetto in pugno. Poi i suoi cambi rianimarono il Milan, Giroud si girò per due volte e l’Inter perse. Il destino si compì nel recupero al Dall’Ara contro il Bologna, la sconfitta causata dalla papera del portiere Radu. Campionato al Milan. Il secondo scudetto sprecato è storia fresca, 2024-25: i pareggi contro Genoa, Monza e Parma; un’altra sconfitta a Bologna la domenica di Pasqua; il pari a San Siro contro la Lazio nella serata in cui il Napoli era inchiodato sullo 0-0 a Parma. Sciupio di punti e di occasioni. Negativo anche il campionato 2022-23: supremazia netta del Napoli e desolante terzo posto interista, a causa di 12 sconfitte, troppe. La Champions 2023-24 si chiuse presto, agli ottavi contro l’Atletico Madrid. L’ultima è stata esaltante fino alle semifinali, l’Inter ha eliminato il Bayern nei quarti e poi il Barcellona. Il grande botto di Monaco ha azzerato le puntate precedenti: quanto vale il 4-3 al Barça dopo la cinquina a rovescio in Baviera? Non ci possono essere giustificazioni per il 5-0 contro il Psg. La disfatta si può spiegare in tre modi. Con la psicologia: il gruppo era sovraccarico di responsabilità, emozioni e tensioni. Con la strategia deficitaria: nessuna contromisura è stata presa per inceppare gli ingranaggi del Psg, meccanismi noti. Con i valori della condizione: squadra vecchia, usurata e stremata dalle precedenti 58 partite in stagione. Il 5-0 di sabato, una delle più grandi disfatte del nostro calcio, come pietra tombale del quadriennio Inzaghi.

l'eredità tecnica

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Risultati a parte, che cosa resterà dei quattro anni di Inzaghi? La riconversione di Calhanoglu in regista di alto livello e il lavoro su Dumfries ci sembrano le parti migliori del lascito. Sul piano tattico-strategico, rimarrà poco: Inzaghi è partito con il 3-5-2 e con il 3-5-2 ha chiuso, salvo qualche sporadica alternativa. A Monaco, di fronte ai tentativi di palleggio dell’Inter davanti a Sommer, si era pervasi da un senso di vecchiume. La costruzione dal basso, nella versione della palla lenta e orizzontale, è superata. Oggi si va veloci e verticali, con scambi di posizioni

l'addio sbagliato

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Trattare con gli arabi a stagione non conclusa, con una finale di Champions da disputare, è stata una pessima scelta.Era impossibile che la notizia non filtrasse. Inzaghi avrebbe dovuto rinviare all'1 giugno qualunque discorso con l’Al Hilal ed evitare che la moglie andasse in missione esplorativa a Riad. Se l’Inter avesse vinto la Champions, oggi Inzaghi saluterebbe a braccia alzate, con la certezza di aver più dato che ricevuto, però ha perso e se ne va da gran sconfitto, con un 5-0 come simbolica lettera scarlatta.

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