Domenech: "L'Italia di Gattuso gioca male. Contro Israele l'ha salvata Donnarumma"

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L'ex ct della Francia: "E dire che c'è chi critica i Bleus... L'espulsione di Zidane nella finale mondiale 2006? Conoscendolo sapevo che sarebbe potuto accadere.

Alessandro Grandesso

18 ottobre - 07:51 - PARIGI

Raymond Domenech e l’Italia è tutto un romanzo. E c’è sempre molta ironia tra le parole dell’ex ct della Francia che contro gli azzurri perse il Mondiale nel 2006: "Ma la finale di Berlino – spiega alla Gazzetta il 73enne - l’ho rivista dieci anni dopo e solo a spezzoni. Soprattutto l’espulsione di Zidane perché me ne parlavano tutti in continuazione". 

Ce l’ha ancora con Zidane? 

"Conoscendolo sapevo che poteva succedere, ma ogni tanto mi chiedo perché si sia comportato così. Ma fu più impattante l’infortunio di Vieira. È acqua passata".

Sempre convinto che una squadra vinse e l’altra non perse? 

"Anche per la Fifa è un pari. È come una medaglia d’argento olimpica e in tanti mi dicono che fu il Mondiale più bello. Non ho rimpianti. Eravamo favoriti e gli italiani hanno giocato solo nei dieci minuti d’orgoglio dopo il gol di Zidane, arrivato troppo presto".

L’orgoglio di Materazzi. 

"È il protagonista della finale: provoca il rigore, pareggia, fa espellere Zizou e segna il suo rigore. Chi può pretendere di più?".

Nel 1994, prima sfida con l’Italia, semifinale Euro Under 21, sconfitta ai rigori. 

"Due anni dopo a Barcellona in finale contro la Spagna, fate un macello di falli: scandaloso quel che l’arbitro vi lasciò fare. Finite in nove e felici di andare ai rigori. È una vostra tradizione, contro di me in particolare...".

Altra sfida controversa con l’Under: Italia-Francia del ‘99, 2-1 per gli azzurri. E lei nel 2007 accusò di aver corrotto l’arbitro.

"Fummo frodati ma non ho capito perché i media italiani se la presero con me. Io ce l’avevo con l’arbitro portoghese che espulse ingiustamente un nostro giocatore e annullò un gol valido a Henry. Dopo qualche anno si scoprì il sistema di calciopoli che portò a varie condanne".

Lei fu squalificato e Gattuso la criticò. 

"Saltai la gara di San Siro, un pari triste che faceva comodo a tutti. Gattuso fu impulsivo".

Ormai Gattuso è il ct dell’Italia condannata agli spareggi per andare al Mondiale. 

"Mi fa sorridere, so che significa. Sono partite ad alta tensione. Ho visto l’Italia contro Israele: vi ha salvato Donnarumma, giocate male. E dire che c’è chi critica la Francia".

Nel 2006, Francia-Italia 3-1, dopo la finale Mondiale: una rivincita? 

"La partita importante era quella di Berlino, ma dimostrammo che anche senza Zidane potevamo battere i campioni del mondo. Avrei dovuto lasciare dopo quella vittoria. Ma speravo di vincere l’Europeo".

All’Europeo 2008 invece fu eliminato dall’Italia. Sconfitta per 2-0 e lei chiese la mano della sua ormai ex moglie in diretta: un putiferio. 

"Dopo un lungo bilancio del torneo mi chiesero cosa avrei fatto in seguito. Risposi che avrei approfittato delle vacanze per sposarmi. Fui spontaneo, ma non tutti mi capiscono".

Sfatiamo un mito: Domenech convocava i giocatori secondo i segni zodiacali. 

"Fa ridere solo chiedermelo. Mai fatto una cosa del genere in nazionale, come non ho mai badato ai tanti giornalisti che mi dicevano chi convocare. Quando allenavo il Lione però gli 'scorpioni' li mettevo insieme nelle partitelle, per evitare problemi".

Altro mito: Domenech il superstizioso che vede segni premonitori in una bandiera italiana prima della partita dell’Europeo. 

"Più che superstizione, autosuggestione. La bandiera la vidi dall’hotel, perché c’erano più tifosi italiani in giro. Al Mondiale 2006 invece andavo a correre prima delle partite. Prima della finale mi feci male al polpaccio, ma continuai fino in fondo. Allo stadio ero infortunato e stremato: tutto un simbolo".

Former national head coach Raymond Domenech poses ahead of the TV show on May 15, 2022 in Paris, as part of the 30th edition of the UNFP (French National Professional Football players Union) trophy ceremony. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Altra originalità: portava i giocatori a teatro. 

"La vita non si limita al calcio. Ho sempre apprezzato il ruolo di educatore, per questo ero più tagliato per fare il ct della Under 21. Prima delle gare lasciavo ai giocatori pure il compito di parlare alla squadra e fare la formazione, già evidente dagli allenamenti. Oggi mi dico che fui un precursore. Nel 1984 avevo già uno psicologo nello staff, a Mulhouse".

Il Mondiale 2010 della rivolta in spogliatoio, lo sciopero, le divisioni etniche: fu un fallimento sportivo o sociale? 

"Fu un fallimento di organizzazione, potere e responsabilità. Mancammo di intelligenza individuale e collettiva. Sbagliai le convocazioni. Avrei dovuto lasciare a casa Anelka o Gourcuff. Anche se fino all’ultimo, tutto andava bene in apparenza".

Con l’Italia tante polemiche, ma i suoi amici d’infanzia erano dei “ritals”, immigrati italiani. 

"Lo sono tuttora, Nicola Saccinto e Patrick Baldassara. I Saccinto erano pugliesi, d’estate attraversavamo l’Italia in Fiat 850 per andare al mare a Bari. Sul retrovisore c’era il gagliardetto della Fiorentina. La mia prima moglie era una D’Orefice. La mia attuale compagna ha origini italiane. Adoro l’Italia, Paese bellissimo con le sue contraddizioni ed esuberanze, come me. Mi piace provocare, ma con gli italiani si scherza con rispetto. Però non ditemi che Sinner è italiano: è austriaco! (ride, ndr)".

Nantes' French head coach Raymond Domenech is seen before the French L1 football match between FC Nantes and Lille LOSC at the La Beaujoire stadium in Nantes, western France on February 7, 2021. (Photo by Sebastien SALOM-GOMIS / AFP)

Nel 1972 fu tra i leader dello sciopero dei giocatori in Francia. Dovrebbero imitarvi per i calendari? 

"Fermammo il calcio contro i contratti a vita che ci schiavizzavano. Oggi serve più coraggio e meno parole. Il problema è che una minoranza gioca troppo. Va fissato un tetto di partite ma in ogni competizione, per garantire qualità in campo, dare più spazio ai giovani e a chi gioca meno. E andrebbe creata una cassa per i vecchi giocatori in difficoltà. È anche grazie a loro se il calcio di oggi è così ricco".

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