Secondo le stime circa il 10% della popolazione italiana ha un legame con un caso di demenza precoce in famiglia
Riccardo Cristilli
28 novembre - 11:52 - MILANO
I ricordi che sfumano, le parole che iniziano a diradarsi, azioni semplici che diventano sempre più complesse, il declino progressivo delle funzioni mentali, genericamente identificato con il termine demenza, è una patologia che colpisce principalmente gli anziani. Esistono però dei casi in cui questi sintomi iniziano a comparire anche prima di raggiungere un'età considerata avanzata.
I casi di demenza precoce
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Le demenze a esordio precoce per persone che hanno meno di 65 anni, rappresentano una vera emergenza socio-sanitaria perché vanno a intaccare persone che si trovano ancora in età da lavoro e condizionano la vita dei familiari che li circondano. In Italia si stima che ci siano circa 24mila pazienti affetti da demenza precoce che si vanno ad aggiungere agli oltre 1 milione e 200 mila casi di persone in una fascia d'età uguale o superiore ai 65 anni, di cui tra i 550 mila e i 660 mila sono casi di Alzheimer. Considerando che accanto a queste persone ci sono circa 4 milioni di familiari, si può stimare che circa il 10% della popolazione italiana si ritrova ad affrontare casi di demenza. Anche per questo l'Istituto superiore di Sanità ha lanciato l'allarme per le implicazioni sanitarie e sociali di questa malattia, ponendo l'attenzione anche sui casi di demenza precoce che possono condizionare la vita di migliaia di famiglie.
attenzione alle famiglie
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I caregiver di persone affette da demenza precoce spesso si trovano ad affrontare diverse problematiche, basti pensare che magari sono ragazzi o ragazze ancora adolescenti che avrebbero bisogno di una figura genitoriale accanto che non è più quella di un tempo. Oppure sono coniugi che improvvisamente perdono un supporto, senza dimenticare che ci possono essere casi di persone adulte che magari hanno anche i loro problemi di salute, costrette a occuparsi di un figlio o una figlia affetti da demenza precoce. Il presidente dell'ISS, Rocco Bellantone, ha sottolineato come oltre alla ricerca è importante la sensibilizzazione sul tema per stimolare alcune riflessioni sull'impatto che possono avere sui caregiver includendo anche quei ragazzi under 18 che possono trovarsi nella condizione di dover accudire un genitore.
ricerca e consigli
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Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, le iniziative di ricerca in questo ambito devono lavorare anche allo sviluppo di percorsi specifici per le persone con demenza precoce che attualmente spesso si ritrovano a esser valutati con test e terapie tarati su quella classica che insorge nelle persone più anziane. Bisognerebbe ampliare il ventaglio delle terapie possibili attraverso anche forme di terapia sperimentale. A livello mondiale si stima che ogni anno i casi di demenza giovanile siano circa 370mila e non necessariamente hanno una derivazione genetica. Ci sono alcuni fattori che possono portare a una demenza precoce, che sono simili anche a quelli per le persone over 65. Su Jama Neurology studiosi inglesi e olandesi hanno stilato una lista di 15 fattori di rischio che includono l'abuso di alcol, uno scarso livello di scolarizzazione, carenza di vitamina D, isolamento social, livello socioeconomico basso ma anche ictus, depressione o diabete. Secondo gli studiosi questi fattori possono portare a delle forme di prevenzione per l'insorgenza della demenza giovanile non di derivazione genetica.










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