David e Openda con Yildiz: Juve d'assalto per l'esordio in Champions col Dortmund

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Il tecnico croato vuole sfruttare tutto il proprio personale, dall'esplosività dei nuovi alla classe del turco. Senza dimenticare Vlahovic

Guglielmo Buccheri

16 settembre - 01:09 - MILANO

L’ Inter è la più forte del reame in Italia (Tudor dixit) e averla messa al tappeto senza fare fino in fondo ciò per cui ti eri preparato può aprirti le porte dell’Europa con uno spirito più nobile. Parte così l’attacco alla Champions di una Juve che non si nasconde e che per la prima contro il Borussia Dortmund pensa a qualcosa di pirotecnico, almeno nelle intenzioni. Tutto ruota attorno al gioco dei nove, tre carte tra le mani del tecnico bianconero da mischiare e rimischiare fino a trovare la formula magica: Vlahovic si è preso il pomeriggio di sabato, David è candidato a prendersi la notte di coppa, Openda può rappresentare la risposta ad un calcio più offensivo e, quindi, più europeo e spingere ai margini Koopmeiners. E tutto ruota attorno alla “linguaccia” di un ragazzo, Kenan Yildiz, abile ad attraversare con leggerezza anche i momenti che potrebbero togliergli un po’ di fiato: la parabola, all’incrocio, contro il Psv Eindhoven fu il suo, vero, biglietto da visita nell’Europa dei grandi.

dodici mesi dopo

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Un anno fa, di questi tempi, c’era un altro clima, un’altra filosofia, altre aspettative, ben presto tradite: in campo, alla meta, bisognava arrivare con la relazione di gruppo, movimenti in 3D, ruoli cangianti in ossequio ai comandamenti di Thiago. Un anno dopo, Manuel Locatelli, capitano bianconero, parla del suo allenatore come di chi "sa dialogare con tutti e con tutti in modo proficuo". Ci risiamo e, a poche ore dalla prima nella seconda edizione della nuova Champions, Tudor non butta la palla in tribuna. "In Europa ci sono più spazi, in Italia il tatticismo rende più difficile provare ad avere un atteggiamento spregiudicato: potremmo cambiare qualcosa…", così con vista Borussia. Quel qualcosa ci riporta al gioco dei nove: chi al posto di Conceiçao con un piede e mezzo fuori dalla contesa? Di Vlahovic, Tudor ha voluto sfruttare il momento: da qui, il via libera al serbo nel faccia a faccia con l’Inter. Di David, il tecnico croato vuole sfruttare, già da stasera, il particolare feeling di coppa: l’attaccante canadese ha realizzato 10 reti in 18 presenze a Lilla con vittime illustri come il Real Madrid, l’Atletico Madrid (due volte), la stessa Juve, il Liverpool e gli avversari di turno del Dortmund. Di Openda, l’allenatore di Spalato può capitalizzare l’adrenalina, l’uno contro uno, lo scatto in progressione, magari consegnandogli una zona dello Stadium a lui più proficua per creare malumori nel cuore della difesa tedesca. E, poi, Kenan: Tudor lo ha messo là dove può prendere la mira, dove può regalare l’ultimo tocco, dove può tessere la sua tela. E Kenan sorride, segna, cresce: cresciuto nel Bayern Monaco, per lui il giallonero di Dortmund ha il significato del “clasico”. E oltre il “clasico” c’è Del Piero, quel tiro da effetti speciali da imitare. 

grande abbondanza

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David, Openda, Vlahovic e Yildiz: la grande abbondanza, in ordine sparso, mette la Juve sulla scia delle più accreditate al ballo Champions. I nove sanno di cosa si parla. Detto dei 10 centri nella coppa più bella del canadese, Openda ha toccato quota 5 su 25 presenze, Dusan 6 in 16: numeri ingombranti. Un anno dopo, la Juve si scopre seria e giusta e un po’ più “vecchia”: non molto, ma più grande di una squadra scesa sotto i riflettori fino ai playoff del febbraio scorso per ben cinque volte con un’età media di poco superiore ai 24 anni. Più “vecchia” vuol dire più esperta a navigare quando si alza il vento come ad Eindhoven, notte del dentro o fuori, notte dell’uscita di scena ai supplementari nel passaggio che metteva in palio gli ottavi di finale. "Questa coppa ha regalato, spesso, sorprese. O, meglio, ogni anno c’è qualcuno che stupisce: noi abbiamo l’entusiasmo che serve e un grande gruppo", parola di capitano. Seria, giusta, solida e possibile sorpresa: aver spinto fuori dal ring l’Inter all’ultimo affondo vale tutto questo. L’attacco all’Europa può iniziare.

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