A Cremona gli azzurrini di Baldini si sbloccano nella ripresa. A novembre lo scontro diretto con l'altra capolista del girone a punteggio pieno, la Polonia
Dal nostro inviato Alex Frosio
14 ottobre 2025 (modifica alle 20:20) - CREMONA
Poco più di un quarto d’ora di azzurro basta a stendere l’Armenia. L’Italia ne fa 5 dopo un primo tempo a secco: doppietta di Camarda, primo gol azzurro per Ekhator, ma soprattutto impatto decisivo di Dagasso.
non si sblocca
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La formazione è la stessa che ha dato spettacolo con la Svezia. L’unico cambio provato tramonta alla vigilia: Pafundi, che doveva essere il titolare sulla destra del tridente, ha lasciato il ritiro la sera prima della partita per un risentimento muscolare. Dentro dunque gli stessi, il problema è che l’Armenia non è la Svezia. Sembra strano a dirsi, ma la formazione di Gyulbudaghyants va forte nei contrasti, si chiude nei propri trenta metri, difende tutto. E forse pure gli azzurri non sono gli stessi. Non affamati come a Cesena, meno fluidi nello sviluppo. Camarda prova subito a lanciare Koleosho, rimontato da Manukyan, ma non segue altro. Anzi, il primo pericolo lo corre l’Italia: Marianucci cicca il retropassaggio, Eloyan vola verso Palmisani ma allarga il diagonale. Sono passati 16’ di poco azzurro, che creano la prima occasione da angolo: Cherubini dal corner, Ndour di testa centra il palo. Nemmeno un regalo armeno ci sblocca: Ndour viene fermato in area, ma poi sorprende Bandikian che si addormenta nel rinvio e gli calcia il piede. Rigore. Lo stesso Ndour va sul dischetto ma calcia a mezza altezza e poco angolato, il portiere Matinyan si tuffa sul lato giusto e respinge. La partita non si sblocca e nemmeno l’Italia, se non con le iniziative di Palestra a destra: al 35’ dribbling e cross per la testa di Ndour, alto. Al 43’ affondo di Koleosho e inserimento di Pisilli che al volo non centra bene il pallone. Camarda si vede pochissimo, soffocato dai raddoppi armeni in area, che resta troppo spesso sguarnita di maglie azzurre.
altra musica
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La ripresa comincia con Dagasso al posto di Ndour in mediana. È la mossa vincente, anche se bisogna aspettare ancora poco meno di un quarto d’ora di Italia un po’ bloccata. Poi finalmente al 14’ Pisilli trova il corridoio in verticale per l’inserimento preciso di Dagasso alle spalle delle linee nemiche per fulminare Matinyan. Tempo tre minuti e arriva il raddoppio: Dagasso ferma la ripartenza dell’Armenia lanciando di prima Koleosho, che tocca per Bartesaghi e da lì assist “milanista” a Camarda che infila a porta vuota. Secondo gol di fila per il 17enne attaccante del Lecce, che diventano tre al 27’: Koleosho apre il campo, Cherubini fa viaggiare il solito Dagasso che crossa per la testa di Camarda. 3-0 e tre gol in due partite per Francesco. Alla mezzora si completa il poker: slalom irresistibile di Pisilli, cresciuto con il passare dei minuti, tiro intercettato da Matinyan e Fini a porta vuota mette dentro. L’Armenia è sparita dal campo. La fa riapparire il portiere azzurro Palmisani, che stoppa male un retropassaggio di Bartesaghi: Vardanyan lo salta e salva l’onore armeno. L’Italia si distrae un po’, Fortini entrato per Palestra prende due gialli in tre minuti e viene espulso. Gli azzurrini spingono ancora: palo di Koleosho e poi nel recupero il 5-1, con l’ala italoamericana che ispira il diagonale di Ekhator, al primo gol in azzurro.