Esce domani il triplo album dal vivo e l'artista si racconta in occasione della Milano Music Week: "I sogni sono ciò che guidano il mio cammino"
20 novembre 2025 | 19.34
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Dal buio di una crisi creativa alla luce abbagliante di 13 stadi esauriti. Cesare Cremonini sceglie il palco del Piccolo Teatro Grassi, nel cuore della Milano Music Week, per raccontare la profonda rinascita personale e artistica dietro al suo nuovo progetto, 'CremoniniLive25'. Il triplo album dal vivo, in uscita domani, non è solo la fotografia di un tour trionfale da 600.000 spettatori, ma il capitolo finale di un percorso di trasformazione nato da un momento di profonda vulnerabilità. "Ero arrivato a finire la benzina", ha confessato Cremonini in un lungo e sincero dialogo. L'artista ha ripercorso la genesi dell'album "Alaska Baby" (Doppio Disco di Platino), i cui brani sono il cuore del nuovo disco live. "Era finito un tour di 7 stadi più Imola. Ho avuto una piccola crisi di nervi, la sensazione di avere usato tutta la benzina che avevo per 25 anni. Dissi alla mia manager Ginevra: 'Non ce la faccio a ripartire'. E lei mi rispose: 'Cesare, la priorità sei tu. Forse te lo sei dimenticato'".
Da quelle lacrime è nato un viaggio di due mesi in solitaria, gran parte in isolamento in Alaska. Un'esperienza catartica che, contro ogni previsione, lo ha riportato a casa. "Sono tornato con 'San Luca'", ha spiegato, "la canzone che più parlava di casa, delle colline bolognesi, era nata lungo quel viaggio. E questo voleva dire che dovevo tornare". Quel disco, ha aggiunto, "mi ha insegnato a essere così sempre, e questo per me vuol dire una nuova fase della carriera che comincia. Ci ho messo 25 anni a trovare questa sensazione".
"CremoniniLive25" (disponibile in triplo vinile, doppio CD e digitale) è un'opera che celebra l'incontro, intrecciando i successi di una carriera con tre duetti speciali registrati dal vivo: con Elisa in "Aurore Boreali", per la prima volta con Jovanotti in "Mondo" e nella cover de "L'Ombelico del mondo", e con l'amico e maestro Luca Carboni in "San Luca" e "Mare Mare".
Proprio la genesi di "San Luca" è uno dei momenti più toccanti del racconto di Cremonini. "La temevo, pensavo fosse una canzone provinciale. Può essere capita da una persona di Roma?". La chiave è arrivata leggendo un'intervista in cui Carboni annunciava la sua guarigione dopo un lungo periodo di assenza. "Ho capito cosa mi voleva dire la canzone. Gliel'ho mandata un minuto dopo. Gli ho detto: 'Questa canzone parla di te, Luca, parla di noi. Sei tu il San Luca di cui sto parlando'". Carboni, ha rivelato Cremonini, "ci ha messo tre giorni prima di ascoltarla, per paura che fosse una cagata". Il risultato è stato un incontro che l'artista definisce "destino". "Quando Luca entra e canta con quella voce rotta, sembra che sia scritta dal suo cuore".
Interrogato sulla sua rara capacità di mostrarsi vulnerabile, Cremonini ha risposto con disarmante onestà: "Lo vivo come una forma di sopravvivenza. Ho imparato a nuotare perché mio fratello mi ha buttato in acqua. Il coraggio per me è questo". Una fragilità che scompare sul palco, un luogo che definisce "di irrazionalità" dove il "pericolo" di avere davanti decine di migliaia di persone "tira fuori il meglio di me".
Il successo del tour "Live25" si proietta già sul futuro. Per il "Cremonini Live26" sono già stati venduti oltre 200.000 biglietti per i quattro grandi eventi della prossima estate: il 6 giugno al Circo Massimo di Roma, il 10 giugno all'Ippodromo SNAI La Maura di Milano, il 13 giugno all'Autodromo di Imola e il 17 giugno alla Visarno Arena di Firenze. Una conferma del legame indissolubile con un pubblico che ha accompagnato un artista capace di trasformare le proprie fragilità nella sua più grande forza. "I sogni sono ciò che guidano il mio cammino", ha concluso. "Non è concesso potersi permettere di vivere una vita senza un sogno. È l'unica cosa che mi rende vivo".
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