Cos'è la Stanza delle Lacrime e cosa succede dopo l'elezione del Papa

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È una piccola sacrestia alla sinistra dell'altare della Cappella Sistina: vi entra cardinale e ne esce Papa

Giacomo Martiradonna

8 maggio - 18:09 - MILANO

Nel cuore della Città del Vaticano, nascosta dietro una delle due porte laterali del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, c'è la cosiddetta Stanza delle Lacrime. Si tratta di una piccola anticamera, spoglia e silenziosa, che acquista un'enorme importanza simbolica ogni volta che si apre un Conclave. È lì infatti che entra il Papa appena eletto, pochi istanti dopo aver accettato l’incarico e scelto il nome con cui sarà conosciuto. Quell'ambiente, quasi mai menzionato se non nei giorni che precedono l’Habemus Papam, rappresenta uno dei passaggi più intimi della liturgia ecclesiastica.

stanza delle lacrime, perché si chiama così

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La Stanza delle Lacrime è uno spazio raccolto, dalla volta affrescata e dai mobili essenziali: un tavolo, alcune sedie, un appendiabiti, un divanetto rosso. Vi si trovano le tre talari bianche predisposte in taglie diverse, scarpe, camici, fasce, la mozzetta rossa e gli altri paramenti pontifici. È in questo stanzino che il nuovo Papa indossa per la prima volta l’abito bianco. Il nome deriva dall’emozione che non di rado sopraffà i neoeletti: è qui, riporta il Corriere della Sera, che Giovanni XXIII scoppiò in lacrime, e Benedetto XVI parlò di "ghigliottina"; Francesco, rifiutando la mozzetta rossa, disse bruscamente: "Il Carnevale è finito, tengo le mie".

Il percorso da cardinale a Papa

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Il percorso che conduce alla Stanza delle Lacrime è scandito da un antico e preciso rituale. I cardinali si muovono in processione dalla Cappella Paolina intonando il Veni Creator, per poi entrare nella Cappella Sistina dove prestano giuramento sotto lo sguardo del Giudizio Universale. Dopo le votazioni, una volta raggiunto il quorum e accettata l’elezione, il nuovo Papa comunica il nome che ha scelto e si ritira, accompagnato solo dal Maestro delle Cerimonie e dal Camerlengo, nella Stanza delle Lacrime. Qui si cambia d’abito, talvolta con l’assistenza di un barbiere, e si prepara a riapparire, trasformato dentro e fuori, davanti al Collegio cardinalizio e infine alla folla in piazza San Pietro.

Uno spazio di preghiera e solitudine

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Più che un semplice spogliatoio, la Stanza delle Lacrime è un luogo di raccoglimento. In quel silenzio, il nuovo Pontefice si confronta con il peso del mandato che ha accettato. Non è più un cardinale: è il Vicario di Cristo. Secondo il cerimoniere pontificio Marco Agostini, è lì che "il Papa prende coscienza di ciò che è diventato". Un momento solenne, segnato dalla consapevolezza che "l’ufficio è più grande della persona". È il primo istante in cui l’abito nuovo coincide anche con la nuova identità, spirituale prima che istituzionale.

Si Entra cardinale, si esce Papa

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Il cardinale entra in quella piccola anticamera ancora come uomo tra pari. Ne esce con indosso l’abito bianco, successore di Pietro, simbolo vivente della Chiesa universale. A lui spetterà il compito di guidare milioni di fedeli nel mondo. "È un cambiamento profondissimo", afferma Agostini, "perché va a toccare l’intimità della persona".

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