Da una nuova ricerca condotta presso l'Università di Sharjah è emersa una sorprendente somiglianza tra il modello cosmologico di Niccolò Copernico, figura chiave del Rinascimento scientifico europeo, e quello ideato dall'astronomo arabo Ibn al-Shatir, vissuto quasi due secoli prima . Lo studio comparativo e analitico, affianca gli scritti di Copernico alle opere del pensatore arabo del XIV secolo, analizzando convergenze e divergenze nelle loro ipotesi, nonostante le due teorie siano state formulate a oltre duecento anni di distanza.

Modello lunare di Ibn al-Shatir da cui Copernico avrebbe preso spunto per comporre il suo modello cosmologico. © Wikimedia Commons
Analogie. Copernico, astronomo polacco del XVI secolo, è tradizionalmente considerato uno dei primi scienziati europei ad aver proposto il modello eliocentrico, con il Sole al centro del sistema solare, in contrasto con la visione geocentrica allora dominante, basata sugli insegnamenti di Aristotele e Tolomeo. Salama Al-Mansouri, autrice della ricerca, spiega: «Ibn al-Shatir fu il primo astronomo a contestare con successo il sistema tolemaico dei pianeti orbitanti attorno alla Terra e a correggere le inesattezze della teoria, circa due secoli prima di Copernico».
Sebbene non sia una novità che Copernico si sia ispirato a lavori precedenti, lo studio evidenzia le significative analogie tra il suo pensiero e quello di Ibn al-Shatir, ingegnere, matematico e astronomo che fu anche il responsabile del tempo della Moschea degli Omayyadi a Damasco. La ricerca suggerisce una forte influenza del pensiero di Ibn al-Shatir su Copernico, in particolare riguardo all'idea che la Terra e gli altri pianeti orbitino attorno al Sole. «I manoscritti astronomici di Ibn al-Shatir, in particolare il suo lavoro Nihāyat al-Sul, mostrano modelli planetari che precedono e rispecchiano quelli proposti successivamente da Copernico, indicando una comune derivazione matematica», spiega Mesut Idriz, professore di storia e civiltà islamica all'Università di Sharjah e supervisore dello studio.
"Correlazioni convincenti". Nihayat al-sul fi tashih al-usul, ovvero "La ricerca finale riguardante la rettifica dei principi", è considerato il trattato astronomico più influente di Ibn al-Shatir, nel quale, secondo lo studio, lo scienziato arabo corregge e perfeziona molti dei modelli tolemaici relativi al Sole, alla Luna e ai pianeti. Idriz riconosce la complessità di analizzare "manoscritti astronomici storici", che richiedono una combinazione di competenze in astronomia, paleografia e storiografia, oltre alla padronanza dell'arabo e del persiano, lingue in cui scrivevano gli scienziati arabi.
Per affrontare questa sfida multidisciplinare, Salama si è avvalsa della consulenza della Sharjah Academy for Astronomy, Space Sciences and Technology (SAASST). L'analisi testuale comparativa condotta da Salama si concentra sull'opera principale di Copernico, De revolutionibus orbium coelestium ("Sulle rivoluzioni delle sfere celesti"), e sui manoscritti di Ibn al-Shatir, in particolare il Nihayat al-sul.
Lo studio rivela "correlazioni convincenti" tra i due lavori, sottolineando il ruolo cruciale della traduzione e della trasmissione dei manoscritti nell'evoluzione della teoria eliocentrica e l'importanza di riscoprire i contributi arabi per correggere le imprecisioni storiche sulla storia della scienza.
Ibn al-Shatir in Vaticano. Mashhoor Al-Wardat, professore di astrofisica presso la SAASST, evidenzia come «la sorprendente somiglianza tra i modelli planetari sviluppati da Ibn al-Shatir e Copernico, in particolare quelli riguardanti le orbite di Mercurio e della Luna, fornisce una chiara prova dell'affidamento di Copernico al lavoro di Ibn al-Shatir. Ciò solleva profondi interrogativi sulla trasmissione della conoscenza dalla civiltà islamica all'Europa e sulle radici dell'astronomia moderna».
Salama ha esaminato archivi europei a Cracovia e in Vaticano, dove Copernico diede il suo contributo più significativo, scoprendo che il trattato di Ibn al-Shatir era presente, ma in arabo. «Sebbene fosse presente nella sua versione araba originale, il manoscritto non poteva essere sfuggito all'attenzione di uno studioso come Copernico», ipotizza la ricercatrice. Secondo la ricerca, i parallelismi testuali sono particolarmente evidenti negli «identici calcoli e risultati», suggerendo che Copernico potrebbe aver adattato le tecniche di Ibn al-Shatir nello sviluppo del suo «passaggio filosofico all'eliocentrismo», un modello che lo studio riconosce come invenzione dello stesso Copernico.
I parallelismi. Lo studio mette in luce come l'ipotesi di Copernico tragga ispirazione diretta da Ibn al-Shatir in alcuni aspetti specifici. Viene menzionato il modello lunare, in cui l'astronomo arabo utilizzò gli epicicli (gli epicicli di Tolomeo erano piccoli cerchi su cui i pianeti si muovevano, mentre questi stessi epicicli ruotavano lungo un cerchio più grande attorno alla Terra. Servivano a spiegare il moto retrogrado dei pianeti nel modello geocentrico) per correggere le esagerate variazioni di distanza lunare di Tolomeo. «Questo è quasi identico al modello lunare di Copernico nel De Revolutionibus», osserva lo studio. «Entrambi hanno ridotto la fluttuazione della distanza lunare dal fattore due di Tolomeo a un intervallo più accurato, basandosi su costruzioni geometriche simili».
Per Mercurio e i pianeti interni, l'uso da parte di Copernico degli epicicli secondari e del meccanismo simile alla coppia di Tusi (la coppia di Tusi è un modello matematico in cui un cerchio più piccolo ruota all'interno di uno più grande, con diametro doppio. Questo movimento trasforma il moto circolare in un'oscillazione lineare) ricorda l'approccio di Ibn al-Shatir. Il modello di Mercurio di Ibn al-Shatir, con la sua moltiplicazione degli epicicli per eliminare gli eccentrici (cioè punti fuori dal centro delle orbite usati da Tolomeo per spiegare le variazioni di velocità dei pianeti), riappare nell'opera di Copernico.
Debito innegabile. Anche il modello solare di Ibn al-Shatir presenta parallelismi con i calcoli solari di Copernico, suggerendo un possibile adattamento delle tavole o dei metodi numerici di Ibn al-Shatir al sistema eliocentrico. Alla domanda se ritenga che Copernico abbia preso in prestito almeno parti della sua teoria da Ibn al-Shatir, Salama risponde: «La nostra analisi rivela che il trattato di Ibn al-Shatir, sebbene geocentrico nelle sue intenzioni, ha prodotto risultati così in linea con l'eliocentrismo che il debito di Copernico nei suoi confronti è innegabile: due secoli di separazione non sono riusciti a cancellare questa affinità intellettuale».
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