Le nuove categorie introdotte nel Campionato italiano velocità stanno dando i risultati sperati. La Superbike torna ad avere griglie piene grazie alle Production Bike, mentre la Pre Moto 3 compie un salto in avanti con la moto completa fornita da Honda. Il Civ ha anticipato i regolamenti internazionali, creando basi solide per il futuro
Due round sono bastati per capire che il Civ 2025 ha centrato il bersaglio. Le modifiche tecniche alle categorie (molte delle quali anticipate rispetto ai regolamenti internazionali) non solo hanno migliorato lo spettacolo in pista ma hanno anche permesso a team e piloti di orientarsi con maggiore chiarezza su ciò che li aspetta nei prossimi anni.
SBK: la rinascita passa dalla PBK
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Fino allo scorso anno, la classe regina del Civ sembrava in affanno. Le griglie erano scarne, i costi elevati, le differenze regolamentari tra campionati nazionali e mondiale rendevano difficile trovare una formula condivisa. La risposta è arrivata con l’introduzione della Production Bike, una categoria che affianca la Superbike tradizionale con moto derivate dalla serie e meno esasperate a livello tecnico. Il risultato? Oltre 30 piloti in pista e un rinnovato entusiasmo, anche da parte delle Case. Questa scelta ha abbattuto i costi, semplificato la gestione tecnica e riacceso l’interesse delle squadre. Tuttavia, come sottolinea Simone Folgori, responsabile del Civ, il rischio ora è che le stesse Case chiedano uno sviluppo tecnico sempre più spinto, riportando la categoria a essere selettiva e costosa. La sfida sarà trovare un equilibrio tra prestazioni e accessibilità, mantenendo vivo lo spirito competitivo senza allontanare i team più piccoli.
Pre Moto 3: finalmente una base solida
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Altro passo avanti decisivo è stato fatto nella Pre Moto 3, la categoria pensata per i giovanissimi. Nel 2024 si correva con motore Yamaha montato su telai diversi, spesso frutto di scelte personali o logiche economiche. Oggi, invece, Honda fornisce un pacchetto completo (motore e telaio) a un prezzo competitivo, rendendo la categoria più omogenea e formativa. Questa uniformità tecnica, oltre a semplificare la gestione per i team, ha un impatto diretto sulla crescita dei piloti: chi esce dalla Pre Moto 3 del Civ è subito pronto a confrontarsi con i migliori nei campionati europei e internazionali. È un investimento tecnico che rafforza il percorso formativo e avvicina il campionato italiano alle logiche della Dorna Talent Cup.
Sport Bike: lo specchio del mercato reale
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La nuova categoria Sport Bike, che ha sostituito la Supersport 300, è un altro esempio di visione anticipatrice. Si tratta di una classe che replica fedelmente ciò che gli utenti comprano nei concessionari. Moto diverse tra loro (dalle bicilindriche parallele alle quattro cilindri) che trovano regolamenti in grado di bilanciare le prestazioni e rendere le gare equilibrate. Triumph, Suzuki, Aprilia, Kawasaki: le Case hanno risposto e lo spettacolo in pista è la prova che questa direzione è quella giusta. Guardare lontano, senza perdere di vista la realtà.
Moto3: l’unico campionato nazionale a crederci
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Nel panorama delle categorie giovanili, la Moto 3 è diventata una sorta di terra di nessuno. Oggi esiste un solo campionato internazionale vero, il Mondiale Junior spagnolo, che però non è un campionato nazionale, bensì una struttura parallela e altamente selettiva. Di conseguenza, il Civ è rimasto l’unico campionato nazionale europeo a mantenere viva la Moto 3, che, va detto, nel Civ utilizza un motore 450, non 250. Una scelta coraggiosa ma necessaria: i team continuano a investirci, i piloti vogliono misurarsi con un prototipo vero e non solo con moto derivate dalla serie. Mantenere questa categoria significa offrire un passaggio tecnico fondamentale per chi ambisce ai massimi livelli, un anello intermedio tra le categorie di base e i mondi di Moto 2 e Moto 3 iridati.
Uno sguardo verso il futuro
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La strategia del Civ è chiara: anticipare le tendenze internazionali, fornire stabilità tecnica per almeno tre anni, e permettere a team, famiglie e piloti di programmare il proprio percorso senza incertezze. Questo approccio sta già dando frutti concreti. Ma ora il lavoro più difficile sarà mantenere questo equilibrio: evitare l’escalation dei costi e garantire che tutte le categorie restino accessibili, senza perdere in qualità e competitività. Il Civ non è mai stato così vicino al mondo reale delle moto e così pronto a formare i campioni di domani.