27 gennaio 2025 | 19.51
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Nella sede della Fondazione Aamod si è svolto il pitch finale dei progetti finalisti del Premio Zavattini 2024/2025. Dopo una giornata di presentazioni e valutazioni approfondite, la Giuria, presieduta dal regista Roland Sejko e composta dal montatore Benni Atria, dalla regista Monica Maurer, dalla docente universitaria Ivelise Perniola e dalla ricercatrice d’archivio Alessia Petitto, ha deliberato i tre vincitori dell’edizione 2024/2025 e assegnato una Menzione Speciale.
Di seguito, i titoli dei tre progetti vincitori, gli autori/autrici e le motivazioni della Giuria: "Altrimenti inventa" di Meriam Jarboua, premiato per la sfida artistica e culturale che affronta l’assenza di rappresentazioni visive dei migranti nordafricani in Italia negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, proponendo un originale e sperimentale lavoro di 'reinvenzione' dell’archivio mancante, a partire dalla propria storia familiare, approdando a una dimensione più collettiva e interrogandosi sui temi dell’identità e della memoria.
"Milano infetta. Gli anni del Virus" di Tommaso Cohen ha proposto "un racconto ben calibrato, che attraverso la microstoria dello spazio occupato Virus di Milano, base del nascente movimento punk italiano sgomberato nell'84, esplora rabbia e desideri giovanili utilizzando poco noti materiali d’archivio". Infine "Nido di vespe" di Riccardo Calisti e Giovanni Mauriello, prescelto per l"’ironia e la leggerezza con cui la coppia di autori intreccia la propria storia con quella del quartiere romano di Torpignattara, tra intimità e memoria collettiva, con un approccio meta-narrativo che stratifica diverse dimensioni di racconto intorno ai temi del nido". (segue)
Menzione speciale a "Noialtre" di Sammarco
La Giuria, inoltre, ha ritenuto meritevole di una Menzione speciale: "Noialtre" di Michele Sammarco, grazie all’intenzione di "raccontare con una ricerca rigorosa, utilizzando un prezioso archivio sonoro raccolto dal regista in anni di lavoro sul campo, la condizione delle donne contadine del Nord Est italiano, con un approccio sostenuto da una personale sensibilità".
Oltre ai progetti premiati, hanno partecipato al pitch finale "echs monate sommer. Sei mesi d’estate" di Claudio Cesaroni, una storia di emigrazione in Svizzera vista con gli occhi di un bambino; "In un soffio. Empty vessels" di Noemi Greco, una rilettura della memoria familiare attraverso materiali d’archivio privati; "Echi di memoria" di Alessandro Guerriero, rievocazione del terremoto dell’Irpinia attraverso due testimoni e archivi fotografici d’autore; "Giocare a fare la guerra" di Anita Ricci, Marco Rossi, Michele Ridolfi, indagine su un Combat film finto che ha causato la distruzione di un paese reale; "Io sono" (ex Isterìa in un vestito a fiori) di Marija Stefanija Linuza, una riflessione sul matrimonio e l’etica della vita sessuale ispirata alle idee della scrittrice femminista lettone Ivanda Kaija; "Briciola" di Martina Bertuccio, che esplora criticamente il gioco di potere e responsabilità che si instaura quando una madre, attraverso i film di famiglia, costruisce l’identità di sua figlia.
La Fondazione Aamod e il Premio Zavattini si congratulano con i vincitori: i filmmaker riceveranno il supporto necessario per la realizzazione dei rispettivi cortometraggi, con la possibilità di utilizzare gratuitamente il materiale filmico e degli archivi partner dell'Aamod, ottenendo - a lavoro concluso - il riconoscimento di 2.000 euro per ciascuno. Il progetto destinatario della menzione speciale potrà utilizzare gratuitamente il materiale filmico e, con accordi specifici, anche attingere agli archivi partner del Premio Zavattini, che conferma la propria missione di promuovere nuove narrazioni cinematografiche attraverso l’uso creativo degli archivi.
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