Che cosa resterà di San Siro? Il 30% delle rampe e poche file di posti: ecco a cosa potrebbero servire

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Nel piano presentato da Milan e Inter potrebbero salvarsi delle piccole porzioni del Meazza, anche se non è ancora chiaro il futuro utilizzo: l'impianto potrebbe essere rimpiazzato da uffici, da un'area commerciale e da un museo

Luca Bianchin

Giornalista

6 novembre - 19:42 - MILANO

I tifosi di Milan e Inter, in questi giorni, si dividono in due partiti. C’è chi pensa ai benefici del nuovo stadio e chi si chiede che cosa sarà di San Siro, un compagno di vita. Negli ultimi due giorni, dopo l’acquisizione da parte dei club del Meazza e delle aree circostanti, ci si è concentrati molto sul percorso per arrivare al nuovo stadio. Si è ragionato meno su ciò che resterà dello stadio attuale. Risposta: pochino. La copertura, il terzo anello e il primo anello saranno abbattuti del tutto. Nelle idee di Milan e Inter, espresse nel Documento di Fattibilità presentato allo stadio, sono spiegati i ragionamenti alla base dell’operazione di demolizione. 

CHE COSA RESTERà DI SAN SIRO

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L’idea è di cambiare la concezione dell’impianto, che ovviamente non potrà più essere uno stadio ma non è destinato nemmeno a essere un museo di sé stesso. Il vecchio Highbury è diventato un condominio, qui il passaggio sarebbe un po' meno traumatico. “L’obiettivo è attribuire allo stadio esistente una nuova funzione in armonia con lo sviluppo dell’area”, scrivono Milan e Inter. Verrà conservata una piccola porzione di Meazza in zona Sud-Est, all’angolo tra la tribuna arancio e la Curva Sud del Milan, con il 30% delle caratteristiche rampe. Anche in quella porzione di impianto, le torri elicoidali verrebbero abbattute e verrebbe conservata solo una parte dei posti al secondo anello, visibile in bianco nei rendering.

Che cosa sarà ospitato in questo Meazza post-demolizione, ridotto a una porzione ridotta di sé, è ancora da definire. Uffici probabilmente, sicuramente un’area commerciale, magari un museo sulla storia di San Siro e altre attività da definire. Di sicuro, ci saranno strutture di nuova costruzione. 

IL LINK COL TROTTO

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L’area sarà molto verde (nei documenti si parla di “parco urbano”) e molto più piccola, meno imponente di come appare ora. I club esplicitano la volontà di mettere in relazione questa porzione rimanente del Meazza con la parte vincolata dell'ex Trotto, a est di via Dei Piccolomini. Due strutture che oggi appaiono a sé stanti ma saranno collegate architettonicamente. I club, con grande ottimismo, puntano in alto: “L'integrazione tra passato e futuro sarà evidente in ogni dettaglio, rendendo questo progetto un esempio di eccellenza nel campo dell'architettura e dell'urbanistica”. Non ci sono mezze misure, la sfida è totale: cambiare la concezione del vecchio Meazza e renderlo una porta d’accesso al nuovo stadio. Un centro di attrazione in cui i bambini verranno a giocare, le famiglie passeggeranno e i nonni racconteranno com’era, quando Baresi chiamava il fuorigioco dietro quel negozio di vestiti.

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