Il presidente alla presentazione del tecnico: "É la persona giusta per sviluppare il nostro progetto". L'ex Lazio: "Zapata fondamentale ma si prenda tempo. Lui non ha bisogno di stimoli"
Dal nostro inviato Mario Pagliara
1 agosto - 16:50 - TORINO
“Abbiamo immediatamente pensato che Marco Baroni fosse la persona giusta per noi”. Comincia da qui, dai motivi di una scelta, il presidente del Torino, Urbano Cairo, nella conferenza di presentazione del nuovo tecnico granata, Marco Baroni. “Io non lo conoscevo, poi Vagnati mi ha organizzato un appuntamento. L’impressione è stata eccellente – racconta il presidente Cairo -, avevo seguito il suo percorso, in termini di risultati, di modo di giocare e di valorizzazione dei giovani. Il suo percorso mi aveva già colpito positivamente, unito all’esito di questo primo incontro molto positivo, nel quale ho visto in lui cose complementari ed utili al progetto del Toro, abbiamo immediatamente pensato che fosse la persona giusta per noi”.
AMBIZIONI
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Il nuovo Toro è ripartito e, come racconta il numero uno del club, con “grandi ambizioni, io ho ambizioni. Ho una responsabilità verso tutti i tifosi del Toro che vogliono che la squadra vada avanti, si sviluppi e cresca – dice il presidente Urbano Cairo -. A novembre, a una domanda sull’eventuale cessione della società risposi dando una diponibilità. Da allora ad oggi non ho avuto qualcuno che abbia fatto offerte, evidentemente vado avanti con tutta la determinazione che serve ed ancora di più”. A settembre, Urbano Cairo taglierà i vent’anni di presidenza del Toro. “Quello che conta, per me, è continuare a impegnarmi ed ad investire nel Toro per migliorare la squadra e la società – sottolinea -. Poi vedremo…, io non devo rimanere a vita al Toro. Nel momento in cui arrivasse qualcuno che manifestasse un’intenzione seria, sarà importante capire che tipo di persona è. Molte volte si sono viste squadre importanti essere cedute nelle mani di soggetti che le hanno fatte andare in condizioni molto negative. Ho preso un Toro fallito, quello di oggi fa il quattordicesimo campionato consecutivo in Serie A: negli ultimi 13 anni siamo al nono posto nella classifica per punti fatti. Non sarà quello che uno desidererà, ma certamente è stato fatto un passo avanti importante. Abbiamo oggi il Filadelfia, l’11 agosto le chiavi del Robaldo saranno date al settore giovanile, il vivaio produce giocatori: insomma, tante cose sono state fatte che molti tifosi apprezzano, mi rendo conto che altri vogliono di più. Anche io voglio di più, non mi accontento”. Tornando alla squadra, a Baroni e ai tempi di campo: “Il mio desiderio e quello di Vagnati era di consegnare in ritiro al mister una squadra pronta al 90%. Purtroppo, a causa delle dinamiche del mercato, ciò non è stato possibile. Ma oggi questo 90% è stato raggiunto. Per completare la rosa ci mancano tre giocatori: un terzino sinistro, un esterno e un terzo calciatore, non diciamo il ruolo. Una carta coperta. Poi se esce qualcuno, sicuramente lo sostituiremo”.
BARONI
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“Io credo molto nell’emozionalità della squadra, per me questa non è solo un’idea ma è proprio un valore tecnico: la mia proposta di calcio crede molto nell’emozionalità della squadra. L’obiettivo sarà sempre andare a fare gol”. Fa subito battere le corde della passione, Marco Baroni, nel pomeriggio dedicato alla sua presentazione. L’allenatore del nuovo corso torinista è partito con le idee molto chiare: “Vogliamo creare una stagione sulla quale ci sia sempre una freccia all’insù. Le premesse sono il lavoro, gli obiettivi dobbiamo conquistarli giorno dopo giorno – riflette il tecnico -. Ogni giorno proveremo a rinnovare l’obiettivo più importante, ovvero alzare l’asticella e raggiungere ciò che vogliamo”. Passione, emozioni, calcio offensivo sono i tre assi sui quali si poggerà il lavoro di Baroni. “Il Toro è passione, Torino è passione, noi giochiamo e lavoriamo per la gente e per i nostri tifosi. Ogni pallone, ogni giocata deve avere un’anima e una partecipazione collettiva. Uno dei miei obiettivi è superare il mezzo milione di tifosi durante la stagione nel nostro stadio. I tifosi del Toro hanno nel dna la passione, ma il primo passo lo deve fare la squadra”. Le parole chiavi: dopo la passione, il coraggio e la fiducia, il calcio partecipativo: “Voglio una squadra che si dedica, che si batte con coraggio, con voglia e con partecipazione collettiva. Ogni giorno ci presentiamo al campo con la luce negli occhi”. Su Zapata: “E’ chiaramente fondamentale, un grandissimo sotto tutti gli aspetti. Si deve prendere il tempo necessario, non è un giocatore che ha bisogno di stimoli”.