Questi agenti naturali aiutano a tutelare cellule e difese immunitarie. Ideale il consumo regolare, non solo nelle festività, secondo i principi della dieta mediterranea
19 dicembre 2025

Per pranzi e cenoni, liberi tutti. In base ai gusti e alle tradizioni si può eccedere. Ma ricordiamo che “semel in anno licet insanire”, quindi non bisogna continuare per settimane con abbuffate e stravizi. Ed allora, se se vogliamo sfruttare le vacanze di fine anno per partire con scelte alimentari sane sulla scorta del modello mediterraneo che ci accompagnino per tutto il 2026, teniamo a mente quanto propone una ricerca degli esperti del King’s College di Londra pubblicata su BMC Medicine. Anche perché offre indicazioni “gustose” per l’alimentazione di ogni giorno, con potenziali riflessi benefici sulla salute. pensate: assumendo regolarmente buone quantità di polifenoli, contenuti soprattutto in caffè, cacao, frutti di bosco, frutta secca, tè e cereali integrali (oltre ovviamente all’olio d’oliva, da noi il classico Evo, come condimento) sarebbe più facile ridurre il profilo di rischio cardiovascolare e quindi anche prevenire infarto ed ictus. Lo studio, coordinato da Ana Rodriguez-Mateos (primo nome Yong Li), mostra infatti che il consumo di alimenti ricchi in polifenoli risulta associato a valori di pressione arteriosa minori oltre che ad aumento medio del colesterolo HDL (quello “buono” per intenderci).
Strategie antinvecchiamento
I polifenoli sono composti naturali (ne esistono di diversi tipi) presenti nei vegetali con un’elevata azione antiossidante che protegge le cellule dallo stress e dai radicali liberi oltre che favorire l’attività del sistema immunitario e il controllo dell’infiammazione. Lo studio ha preso in esame per più di dieci anni una popolazione di oltre 3.100 adulti della coorte TwinsU, analizzando non solo i classici parametri di rischio cardiovascolari ma anche numerosi metaboliti urinari frutto della scomposizione dei polifenoli stessi. E proprio lo studio sui biomarcatori nelle urine ha mostrato che chi aveva livelli più elevati di metaboliti dei polifenoli, in particolare quelli derivati da flavonoidi ed acidi fenolici, ha mostrato un profilo di rischio cardiovascolare migliore. Insomma: sebbene il rischio cardiovascolare aumenti naturalmente con l’età, un maggiore apporto di polifenoli è stato associato a una progressione più lenta del profilo di pericolo di patologie di cuore e vasi per tutto il follow-up. La ricerca mette inoltre in luce un altro dato: utilizzando uno score dietetico polifenolico (definito PPS) per registrare l’assunzione di 20 alimenti ricchi di polifenoli comunemente consumati nel Regno Unito (dal tè e caffè ai frutti di bosco, all’olio d’oliva, alla frutta secca e ai cereali integrali). Si possa arrivare a definire associazioni mirate con la salute cardiovascolare rispetto alle stime dell’assunzione totale di polifenoli. In pratica, quindi, occorre considerare l’intera dieta piuttosto che un singolo elemento per comprendere i rapporti di questi cibi con il benessere di cuore ed arterie.
Modelli da seguire
“I nostri risultati dimostrano che l’aderenza a lungo termine a diete ricche di polifenoli può rallentare sostanzialmente l’aumento del rischio cardiovascolare con l’avanzare dell’età – è il commento di Ana Rodriguez-Mateos in una nota dell’Istituto inglese. Anche piccoli e prolungati cambiamenti nelle scelte verso alimenti come frutti di bosco, tè, caffè, frutta secca e cereali integrali possono contribuire a proteggere il cuore nel tempo”. I risultati di questo studio confermano, quindi, uno dei numerosi benefici associati ai modelli alimentari a base vegetale, come il modello mediterraneo, che include alimenti ricchi di polifenoli, come frutta secca, cereali integrali, frutta come i frutti di bosco e olio extravergine d’oliva. Lo conferma Daniela Martini, docente di Nutrizione Umana dell’Università di Milano che spiega come i polifenoli, pur non avendo dei livelli di assunzione di riferimento a differenza dei macro e micronutrienti, costituiscono un gruppo di oltre 8000 diverse molecole bioattive in grado di influenzare potenzialmente la salute come ampiamente dimostrato in letteratura. Tra le diverse azioni riconosciute, la più nota è probabilmente l’attività antiossidante che, secondo le evidenze più recenti, si realizza attraverso l’attivazione delle difese enzimatiche endogene antiossidanti”. Attenzione però. Non si può parlare di cibi miracolosi, ma piuttosto di qualità complessiva della dieta che deve essere mantenuta nel tempo. “Lo studio ci dice una volta di più che la chiave per ridurre il rischio cardiovascolare e modulare parametri come la pressione arteriosa e i lipidi ematici è un’alimentazione equilibrata – conclude Martini. E soprattutto che è il modello dietetico nel suo complesso, più che il singolo alimento, a determinare gli effetti benefici sulla salute”.










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