Prosegue le forte corrente di
vendite sui listini azionari del Vecchio continente che, dopo
quelli asiatici, soffrono per i timori per la tenuta delle
banche regionali Usa con riflessi sul settore del credito al
consumo statunitense, insieme al ritorno delle tensioni
commerciali tra Washington e Pechino.
La Borsa di Milano conferma il suo scivolone e cede il 2% con
l'indice Ftse Mib, mostrandosi così come la più debole in Europa
insieme a Francoforte. Più contenuti i ribassi di Londra e
Amsterdam, che perdono l'1,2%, mentre Parigi contiene il calo
allo 0,7% sostenuta anche dal titolo Essilux che sale dell'11%
ai suoi record dopo i conti.
I problemi per le banche nascono dopo che "due istituti,
Zions Bancorp e Western Alliance Bancorp, hanno dichiarato di
essere state vittime di frode su prestiti a fondi che investono
in mutui commerciali in sofferenza, portando le azioni delle due
società ad un crollo di oltre il 10%, generando un effetto
domino non solo sulle altre banche regionali, ma su tutto il
mercato", spiegano gli analisti del Team Market Strategy di Mps.
Lo spread tra Btp e Bund è stabile sugli 81 punti base
dell'apertura, con l'euro in marginale rialzo a quota 1,168
contro il dollaro. In rally l'oro che continua ad aggiornare i
massimi storici e con il future a dicembre si è avvicinato ai
4.400 dollari l'oncia, per poi muoversi sui 4.350 dollari. Nel
settore dell'energia il petrolio scende dell'1% a 56,8 dollari
al barile mentre il gas è in leggero calo a 32,2 euro al
Megawattora.
In Piazza Affari tra i titoli principali il peggiore resta
Leonardo, da tempo molto volatile, in calo del 5% a 48,2 euro.
Tra le banche Mediolanum perde il 3,9% e Mps il 3,7%, con
Unicredit che cede tre punti percentuali.
Nel paniere a elevata capitalizzazione provano a tenere Terna
e Campari, che salgono di qualche frazione di punto.
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