Il croato, pagato 25 milioni: "Cesc mi ha convinto perché ha uno stile di gioco moderno e offensivo. Con Paz e me mezzali però bisognerà correre molto..."
Martin Batùrina, con accento tonico sulla “u” la pronuncia corretta. Nuovo talento non tanto emergente del Como. Nel senso che il mondo lo ha già scoperto. Gol nell’ultima Champions al Monaco e al Milan con la sua Dinamo Zagabria e dodici presenze con la Croazia dei grandi. “Sono molto carico – dice il centrocampista arrivato per 25 milioni, bonus inclusi –. La prima impressione di Como e dell’Italia è molto positiva. Adoro questo posto, il lago è molto bello ed è vicino a Milano. Mi piace molto anche il cibo”.
L’estate scorsa la Dinamo ha rifiutato un’offerta della Fiorentina e recentemente si è parlato dell’interesse di Inter e Psg. Alla fine, perché ha scelto Como?
“Sì, c’erano alcune offerte, ma Cesc mi ha chiamato e mi ha mostrato il progetto, la squadra e tutto il resto, e mi è piaciuto moltissimo. Penso che questo club sia una grande opportunità per crescere. I giocatori qui sono tutti molto forti e di talento. Il Como è un club ambizioso in cui tutti vogliono migliorare. Mentre la squadra migliora, migliorerò anch’io”.
Prima da titolare e bel gol contro l’Ajax in Como Cup.
“Contento di aver segnato, ma non ci si può fermare a un solo gol. È stata una bella partita contro un avversario molto forte. Abbiamo mantenuto un buon livello di gioco per tutto il match”.
C’era curiosità e anche qualche dubbio su come avrebbe potuto giocato al fianco di Paz, ma Fabregas ha trovato una soluzione schierandovi entrambi come mezzali, giusto?
“Giusto. Nico è un calciatore di altissimo livello, ovviamente non lo scopro io. Possiamo giocare insieme: ognuno di noi ha i propri compiti in campo e dobbiamo solo seguire la tattica indicata dal mister”.
Ma avrà una sua posizione preferita?
“Mi piace il ruolo dell’8 vecchio stampo, ricevere palla e partecipare all’azione d’attacco”.
Con le tre punte in pratica giocate con cinque giocatori offensivi. Come riuscite a mantenere l’equilibrio?
“Bisogna correre molto, e per questo ci alleniamo duramente. Vogliamo vincere le partite e segnare gol, ecco perché giochiamo così. Quando ho parlato la prima volta con Fabregas, mi ha illustrato la sua filosofia e mi è piaciuta molto. Penso che sia uno stile di calcio molto moderno, il migliore”.
Lei è molto giovane ma ha già una solida esperienza internazionale. Pensa che il Como possa puntare all’Europa quest’anno?
“Quello che otterremo sarà solo la conseguenza del lavoro. Dobbiamo prendere una partita alla volta e cercare di vincerne il più possibile. Poi vedremo dove saremo”.
Il gol al Milan?
“Semplice, rubo palla a un difensore e segno. Momento davvero speciale per me, soprattutto perché era la Champions”.
È cresciuto a pane e calcio?
“Papà (Mate, ndr) mi ha insegnato molto, così come i miei fratelli. Siamo una famiglia di calciatori: tutti amiamo tantissimo questo sport”.
È stato difficile lasciare la Dinamo?
“Tanto. La Dinamo mi ha insegnato tutto, quindi sono molto, molto grato per il tempo trascorso lì. Auguro loro il meglio”.
Cosa ne pensa di Modric al Milan? Farà ancora la differenza?
“Sì, Luka è un grande giocatore e il Milan è un grande club adatto a lui. Non vedo l’ora di ammirarlo in campo”.
In Croazia seguiva la Serie A?
“Guardavo le partite, è un campionato che conosco. Poi ho parlato con molti compagni della nazionale che giocano qui e mi hanno detto che la Serie A è molto tattica e fisica, ma che lascia anche molti spazi aperti se sai crearli”.
Il suo idolo di sempre?
“Non ho un vero e proprio idolo, ma se mi chiede chi è il migliore le dico Messi”.