Batterie auto elettriche: quali sono le fabbriche in Europa

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Nonostante i problemi della Northvolt e di Termoli, sono numerosi gli impianti per la produzione di accumulatori in attività o in programma nel Vecchio Continente

Emilio Deleidi

27 ottobre - 09:13 - MILANO

Ci sono slogan che, a volte, non portano fortuna. Provate ad aprire il sito di Northvolt, azienda nata nel 2016 con l’ambizione di produrre in Europa importanti volumi di batterie per veicoli elettrici grazie a investitori del calibro del gruppo Volkswagen e Goldman Sachs: nella home page troverete campeggiare in grande la scritta “Make oil history”. Come dire: rendiamo il petrolio storia, un fossile (in tutti i sensi) del passato. Le cose non sono andate proprio così e a rischiare di diventare storia del passato è proprio la Northvolt, alla quale non è bastato raccogliere dieci miliardi di dollari di finanziamenti. In marzo, la società ha dichiarato la bancarotta in Svezia: era il punto di arrivo di una china già intrapresa nel novembre 2024, quando l’azienda aveva chiesto, a fronte di debiti per 5,8 miliardi di dollari e una liquidità ai minimi termini, le procedure previste dal Chapter 11 americano, sorta di amministrazione controllata a favore dei creditori. È finito così il sogno del gruppo svedese Vargas Holding, impegnato in settori legati alla sostenibilità ambientale, che vedeva nella fabbrica di Skellefteå, zona boscosa molto a nord di Stoccolma, solo il primo di una serie di impianti analoghi, da realizzare Polonia, Germania e Canada. Il calo della domanda di veicoli elettrici, insieme a problemi di produzione e di qualità, ne ha determinato il tracollo, rispetto al quale solo negli ultimi mesi si sono aperti degli spiragli grazie all’acquisizione di alcuni asset importanti da parte della start-up americana Lyten, a sua volta attiva nel settore delle batterie, che può contare su investitori di peso come Stellantis, FedEx, Honeywell e il governo americano. L’acquisizione, il cui costo non è stato divulgato (ma che si dice sia stato sensibilmente inferiore al valore teorico dell’impresa) ha riguardato le strutture di Northvolt in Svezia (compreso il centro ricerche di Västerås) e Germania e la proprietà intellettuale dei brevetti dell’azienda scandinava. L’intenzione è di far ripartire la produzione, utilizzando management e manodopera già in forze all’azienda, allargando l’utilizzo delle celle al litio-zolfo anche a settori come quelli dei droni e i data center; va però detto che molti clienti e investitori, rimasti scottati dall’esperienza, sono per ora cauti.

il destino di termoli

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Un caso isolato, dovuti a errori del management e congiunture sfavorevoli, quello della Northvolt? Non proprio, ché incontro a un destino incerto stanno andando altre iniziative. In Italia, è il caso dell’impianto di Termoli, in Molise, dove Fca prima e Stellantis poi producevano motori a combustione e dove doveva sorgere la prima gigafactory italiana per la produzione di batterie a opera di Acc (Automotive Cells Company), joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies. Il progetto è stato sospeso nel maggio del 2024, in linea con il rallentamento del processo di elettrificazione che ha interessato il settore automobilistico. Acc sta attualmente valutando i suoi piani di investimento in Italia e Germania, con l’obiettivo di prendere una decisione - nel migliore dei casi - entro la fine di quest’anno. Nel frattempo, l’azienda si è concentrata sul miglioramento dell’efficienza produttiva della sua gigafactory di Billy-Berclau/Douvrin (in Francia), dove, a un anno dall’avvio della produzione, ha fornito le proprie batterie a circa 10 mila veicoli elettrici.

il quadro attuale

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Non tutto - va detto - è però così negativo: in Europa sono comunque numerosi gli impianti in funzione o in via di completamento per la produzione di celle o di pacchi di accumulatori completi: vale la pena ricapitolarli qui in un quadro di sintesi.

Francia

Acc (Automotive Cells Company): questa joint-venture di Merceds-Benz, Stellantis e Saft, società del settore controllata da TotalEnergies, ha avviato la produzione nel sito di Billy-Berclau Douvrin, nell’Hauts-de France, con un target di capacità complessiva di 40 GWh (ricordiamo che un gigawattora è pari a un milione di kWh).

 • Blue Soutions, società del gruppo Bolloré, dispone di uno stabilimento a Ergué-Gabéric, nei pressi di Quimper in Bretagna, presso il quale è prevista la produzione di batterie allo stato solido (litio metallo polimeri) per una capacità di 25 GWh, iniziando con l’installazione di una linea pilota; la produzione su larga scala dovrebbe avvenire entro il 2030 anche in un secondo impianto, per la cui sede si è ipotizzata l’Alsazia.

 • Envision Aesc, nata per iniziativa di Nissan (che ancora ne detiene il 20%) e Nec e poi ceduta in parte alla cinese Envision, realizza accumulatori per Renault e altri costruttori a Douai (Hauts-de-France).

ProLogium, azienda taiwanese, ha annunciato nel maggio del 2023 il piano per la sua prima fabbrica all’estero per la produzione di batterie litio-ceramiche con sede a Dunkerque (sempre nell’Hauts-de-France): a regime, la capacità produttiva sarà di 44 GWh.

 • Verkor ha scelto a sua volta la zona del porto di Dunkerque come sito per la realizzazione della propria gigafactory, la cui capacità complessiva è prevista in 16 GWh, sufficienti per equipaggiare di batterie agli ioni di litio 300 mila veicoli elettrici.

 Germania

 • Bmw sta realizzando uno stabilimento per l’assemblaggio di batterie ad alta tensione a Irlbach e Strasskirchen, in Baviera: i lavori sono iniziati nel 2024 e l’inizio dell’attività è previsto per il 2026. I pacchi di accumulatori prodotti saranno destinati ai modelli elettrici della nuova famiglia denominata Neue Klasse.

Catl, colosso cinese leader mondiale del settore (nel 2024 ha avuto una quota del mercato di accumulatori per veicoli elettrici pari al 38%), è operativa - con la denominazione Catt - a Erfurt, nella regione della Turingia; l’impianto ha un target di capacità di 14 GWh.

Microvast è un’azienda texana che, oltre agli stabilimenti nel Tennessee e a Huzhou, in Cina, dispone di un impianto a Ludwigsfelde, nei pressi di Berlino, con una capacità iniziale di un GWh e una possibilità di ampliamento fino a 6 GWh.

 • PowerCo è una società interamente controllata dal gruppo Volkswagen, costituita allo scopo di realizzare batterie per i propri veicoli elettrici: la produzione è in fase di avvio nell’impianto di Salzgitter, in Bassa Sassonia, e il target di capacità è di 20 GWh. Altri stabilimenti PowerCo sono in fase di realizzazione a Valencia (in Spagna) e St. Thomas (Canada).

 • Tesla, nella fabbrica brandeburghese di Grunheide, assembla celle provenienti dalla cinese Catl o dagli Stati Uniti, con una capacità di 50 GWh e possibilità di raddoppiarla.

Italia

Seri Industrial, gruppo italiano che opera nel campo delle batterie al piombo e al litio (anche con il marchio Faam), produce a Teverola, in provincia di Caserta, celle, moduli e pacchi di batterie al litio per applicazioni nel campo dei trasporti pubblici, navali e militari e per lo stoccaggio, con una capacità di 0,35 GWh; i piani prevedono investimenti per un ampliamento della capacità, grazie a un secondo impianto, fino a 8 GWh in vista di possibili forniture a costruttori automobilistici.

 Norvegia

Morrow, società interamente europea (tra i cui investitori figurano Siemens, Abbe il fondo danese Pka), dispone di uno stabilimento ad Arendal, nel sud del Paese (che non fa parte dell’Ue), dove ha avviato la produzione pilota di batterie Lfp (litio-ferro-fosfato) nell’agosto del 2024. 

Polonia

LG Energy Solution, azienda coreana specializzata anche nell’elettronica di consumo, ha scelto Wroclaw per il proprio stabilimento di produzione di celle e moduli completi: l’impianto è attualmente il più grande in Europa, con una capacità di 86 GWh.

 Portogallo

Calb, azienda cinese quotata alla Borsa di Hong Kong, ha programmato la realizzazione di uno stabilimento a Sines, un centinaio di chilometri a sud di Lisbona, nel quale l’inizio della produzione è previsto per il 2027-28, per una capacità complessiva di 15 GWh.

Regno Unito 

Aesc, azienda giapponese fondata nel 2007, ha avviato la produzione di batterie a Sunderland, nell’Inghilterra nord-orientale (il Paese non fa parte della Ue), già nel 2012, con una capacità di 1,8 GWh. Nel 2021 AESC ha annunciato i piani per un secondo impianto che, quando sarà a regime, amplierà la capacità a 15,8 GWh. 

Serbia

ElevenEs, spin-off di Al Pack Group (produttore di alluminio), ha avviato la realizzazione di una fabbrica a Subotica, nella Serbia settentrionale, la cui attività produttiva di batterie LFP inizierà nel 2028 con capacità iniziale di 18 GWh; un secondo impianto da 20 GWh è previsto a partire dal 2030.

Spagna

PowerCo (società della Volkswagen) prevede di avviare nel 2026 la produzione di celle e moduli nel nuovo impianto di Sagunto, nei pressi di Valencia, costato 3 miliardi di euro, la cui capacità potrà essere superiore a 60 GWh.

Ungheria

Catl, colosso cinese del settore, avvierà nei prossimi quattro-cinque mesi la produzione nel proprio impianto da 100 GWh di Debrecen, seconda città per grandezza del Paese; costato 7,3 miliardi di euro, darà lavoro a 9 mila persone. 

Samsung ha optato la città di Göd, situata a nord di Budapest; la capacità produttiva è di 30-40 GWh.

SK Innovation, azienda coreana emanazione di SK Group, dispone nel Paese di diversi siti, a Komaron (con capacità di 7,5 GWh) e Ivancsa.

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