Avi Loeb: la cometa interstellare va "a motore"?

12 ore fa 2

3I/ATLAS: una cometa "troppo luminosa" e "troppo blu"

Nel suo penultimo articolo, pubblicato su Medium, Loeb commenta nuovi dati provenienti da osservatori spaziali come SOHO, STEREO e GOES-19. Le immagini mostrano che 3I/ATLAS si è improvvisamente illuminata, con una crescita di luminosità che segue una legge molto più ripida rispetto a quella delle comete note: la sua brillantezza aumenta come l'inverso della distanza dal Sole elevato a 7,5. In altre parole: in un modo quasi incredibile. Nelle comete normali questo numero è di solito tra 2 e 3, ma per 3I/ATLAS è 7,5: vuol dire che la sua luce aumenta in modo esagerato, come se stesse "brillando" molto più del previsto.

Ancora più sorprendente, la cometa appare "più blu del Sole". Normalmente, le comete riflettono la luce solare in modo da apparire più rosse — effetto della polvere che diffonde la radiazione. Il colore blu, invece, suggerisce un'emissione diretta, forse da gas ionizzati (come il monossido di carbonio) o da processi ancora ignoti.

Ma cosa significa "più blu del Sole"? Il Sole, in realtà, non è blu: la sua luce è bianca, leggermente tendente al giallo, e contiene tutte le componenti dello spettro visibile. Dire che una cometa è "più blu del Sole" significa che la sua luce è spostata verso lunghezze d'onda più corte — cioè riflette o emette più radiazione azzurra rispetto alla luce solare. Questo effetto può indicare la presenza di gas ionizzati o di una composizione chimica inusuale, e per questo rappresenta un'anomalia davvero rara.

Loeb sottolinea come questo rappresenti la nona "anomalia" di 3I/ATLAS, dopo una serie di caratteristiche insolite già individuate in precedenza.

La nuova osservazione: un'accelerazione non gravitazionale

Nel suo articolo più recente, First Evidence for a Non-Gravitational Acceleration of 3I/ATLAS at Perihelion, Loeb commenta la rilevazione di una accelerazione non gravitazionale quando l'oggetto ha raggiunto il perielio (la minima distanza dal Sole, 203 milioni di chilometri).

Il dato, registrato da Davide Farnocchia del Jet Propulsion Laboratory della NASA, indica che 3I/ATLAS si muove come se fosse spinta da un effetto "razzo", probabilmente dovuto al degassamento di materiali volatili. Tuttavia, Loeb non esclude del tutto l'ipotesi più speculativa: quella di una spinta artificiale, generata da un qualche meccanismo interno, come se l'oggetto avesse davvero una sorta di "motore".

Pur mantenendo toni cauti, Loeb ricorda ai colleghi che "è un cattivo metodo scientifico scartare i dati solo perché non abbiamo ancora una spiegazione teorica convincente".

Scienza o suggestione?

Le analisi di Loeb sono affascinanti proprio perché oscillano tra rigore e provocazione intellettuale. Nessuno mette in dubbio la sua competenza scientifica – il suo curriculum parla da sé – ma molti astrofisici invitano a non confondere l'esplorazione delle ipotesi con la prova dei fatti.

Le osservazioni delle prossime settimane, soprattutto da Hubble e James Webb, potrebbero chiarire se la cometa 3I/ATLAS sta davvero perdendo massa a ritmi eccezionali o se dietro le sue anomalie si nascondono processi naturali ancora poco compresi.

Quel che è certo è che Loeb, con il suo approccio spesso anticonvenzionale, riesce ancora una volta a portare la meraviglia scientifica al centro del dibattito — ricordandoci che la curiosità, anche quando sorprende, è il motore stesso della conoscenza.

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