Assalto al bus, le partite a Rieti a porte chiuse. E il basket chiude l'età dell'innocenza

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Il basket dice addio all'età dell'innocenza. "Non sono tifosi, ma assassini", tuona il presidente Fip, Gianni Petrucci, parlando di quei supporter di Rieti che ieri sera hanno lanciato sassi contro il pullman dei tifosi di Pistoia e hanno aperto la pagina più nera della pallacanestro italiana.

Non che la violenza fosse sconosciuta, dai tempi in cui le frange estreme della tifoserie BancoRoma aspettavano al varco i sostenitori di Bologna, fino ai quattro tifosi dell'Olimpia feriti dieci anni fa in scontri con quelli del Caserta. Ma la tragica morte di Raffaele Marianella, autista del bus, è un triste ingresso nel mondo estremo in cui lo sport è un vero e proprio terreno di scontro letale.

Così poche ore dopo i fatti di Rieti, Petrucci ha convocato un consiglio straordinario della federazione in videoconferenza, presente anche il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio. È stato deciso di far disputare a porte chiuse - ovvero senza tifosi - tutte le partite casalinghe dei reatini, almeno fino alla chiusura dell'indagine, subito aperta dalla procura federale. In merito, il club reatino è stato convocato in audizione per mercoledì prossimo, 22 ottobre, presso la sede federale a Roma.

Da consuetudine, fatti violenti avvenuti lontani dagli impianti sportivi non ricadono nella giustizia sportiva: ma a nessuno sfugge, in Federbasket, la gravità dei fatti e il pericoloso salto di livello. Così anche la procura Fip vuole vederci chiaro; necessariamente, dovrà chiedere gli atti di indagine di polizia e pm. Tempi non brevi, insomma, per valutare se le porte chiuse 'con la condizionale' potranno essere revocate.

Il consiglio Fip, che non ha mai preso in considerazione uno stop totale per l'A2, ha poi deciso il lutto al braccio e 1' di silenzio prima di tutte le partite del prossimo turno, e l'annullamento dell'allenamento con Rieti che l'Italia del neo ct, Luca Banchi, aveva programmato per mercoledì', a Roma. "Potevamo annullare il raduno, ma abbiamo deciso di tenerlo comunque nel rispetto del lutto, ma anche del lavoro fatto dagli azzurri", ha spiegato Banchi, al lavoro con un primo gruppo di giocatori che provengono anche da club di A2. "Questo episodio di una gravità assoluta getta nello sconforto non solo la comunità cestistica, ma tutto lo sport. È una giornata di lutto per l'intero movimento sportivo nazionale", ha detto ancora il ct dopo l'allenamento degli azzurri al PalaTiziano.

Di "violenza dei teppisti che diventano assassini, da non confondere con i tifosi che vanno alla partita per divertirsi" parla il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi. "C'è un discrimine che va marcato perché altrimenti si rischia un giudizio sommario e superficiale su una comunità sportiva che non ha nessuna colpa. Sono comunque persone che vanno individuate e messe in condizione di non nuocere. Questo è il prezzo di una società che ha un suo scadimento complessivo, del quale paga il prezzo anche lo sport".

Petrucci, da parte sua, ribadisce la condoglianze per la morte di Marianella e difende il suo sport. "Dobbiamo tutelare la pallacanestro e dobbiamo difendere il tifoso per bene, quello che porta la famiglia alle partite", le parole di uno dei dirigenti sportivi italiani piu' esperti, che da ex presidente Coni ed ex del calcio e' ben consapevole del rischio che la pallacanestro corre oggi. "Analizzeremo tutto, ben sapendo che la delinquenza c'è dappertutto. Noi dobbiamo seguire quello che dice la giustizia sportiva, il primo provvedimento è stato questo, ora aspettiamo la procura - ha spiegato Petrucci - Ogni giorno i tg sono invasi da queste notizie, stavolta c'è anche il nostro mondo. Ma il basket non è questo".     

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