Il 29enne milanese di origini marocchine riporta l’Italia sul podio mondiale della specialità dopo 22 anni: "Dopo 15 km volevo mollare, poi ho perso una lente a contatto... Puntavo all'oro, gli altri sono stati più bravi"
Dal nostro inviato Andrea Buongiovanni
15 settembre 2025 (modifica alle 07:08) - TOKYO
Capolavoro Aouani: il 29enne ingegnere milanese, splendido bronzo, riporta l’Italia sul podio mondiale della maratona dopo ventidue anni. Per la squadra azzurra, a Tokyo 2025, è già la quarta medaglia. Per Iliass, portacolori delle Fiamme Azzurre di origini marocchine, in aprile campione europeo della specialità nella belga Lovanio, è la stagione della consacrazione. L’allievo di Massimo Magnani, autore di una prova magistralmente interpretata, in una delle 42 km dal finale più incredibile della storia, chiude addirittura a soli cinque secondi dall’oro. Serve il fotofinish per determinare il vincitore. È il 33enne tanzaniano Alphonce Simbu che, con una volata in rimonta, ha la meglio nei confronti del 30enne tedesco Amanal Petros per 3 centesimi, due in meno di quelli che domenica, nei 100, hanno separato Oblique Seville (9”77), d’oro, da Kishane Thompson (9”82), d’argento. Simbu e Petros sono accreditati dello stesso 2h09’48”, con Aouani a 2h09’53”. Il minor margine di successo in una maratona iridata risaliva a Edmonton 2001, quando l’etiope Abera si impose per un secondo. Di gran spessore è anche la prestazione di Yohanes Chiappinelli, sesto in 2h10’15”, mentre Yeman Crippa si ritira intorno al 32° km.

la gara
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L’argento di Vincenzo Modica a Siviglia 1999, i bronzi di Gelindo Bordin a Roma 1987 e di Stefano Baldini a Edmonton 2001 e a Parigi 2003: l’impresa di Aouani si inserisce nel solco di una grande tradizione tricolore e rilancia una specialità che negli ultimi anni era apparsa in difficoltà. Come molte maratone di campionato, complice il caldo umido della mattinata di Tokyo, la selezione tarda ad arrivare. Si transita alla mezza in 1h05’19” e al 35° km il gruppo di testa è ancora composto da 15 atleti. Aouani, studi universitari negli Stati Uniti e Chiappinelli, carabiniere senese di origini etiopi, sono sempre vigili, nelle prime posizioni, ma mai allo scoperto. L’azione di Iliass, composta ed efficace, fa intendere che la condizione sia alta. Sono gli ugandesi Chelangat e Kiplagat a tirare. Il secondo salta. E al 40° km sono in sei. Cede Chiappinelli. Chelangat, nel finale in leggera salita, resta con Simbu, Petros, Aouani e l’israeliano Alame, poi quarto, a giocarsi il titolo. Prima dell’ingresso nello stadio sono in tre ed è lì che Petros affonda il coltello. Aouani perde qualche metro. Sembra fatta per il tedesco, ma il tanzaniano, rinvenendo da dietro, si tuffa meglio sulle fotocellule. Simbu, già bronzo a Londra 2017, negli ultimi mesi quarto a Valencia e secondo a Boston dietro il keniano John Korir e portabandiera nelle ultime tre cerimonie di chiusura ai Giochi, regala al proprio Paese il primo oro mondiale o olimpico in atletica. È anche la rinascita del mezzofondo prolungato europeo: dopo due rappresentanti sul podio dei 10.000, due su quello della maratona.

la gioia
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“Dopo l’oro europeo - commenta felice Iliass - ecco il bronzo mondiale. Nella mia testa ho sempre saputo di poter essere un campione, anche quando il mio nome diceva niente a nessuno. Sono orgoglioso, ma la fame non si esaurisce certo qui, anche se questo è uno di quei momenti che si cercano per tutta la vita. Sono stato folle sino al punto da sognare in grande. Sono grato a chi ha creduto in me, felice di alzare il tricolore e di aver reso contente tante persone: la mia famiglia, il coach Magnani e tutto lo staff che mi segue. Al 15° km ho messo a tacere alcune voci che dentro di me mi dicevano di mollare. Intorno a metà gara, a uno spugnaggio, ho perso una delle lenti a contatto, ma mi son detto che me ne poteva bastare una. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all’oro, ma gli altri stati più bravi. L’anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per l’Olimpiade, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati anche per qualche infortunio. Questo bronzo arriva dal nulla, dalle case popolari di Ponte Lambro, a Milano e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c’è di tutto: momenti di sconforto, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l’ho fatta”.