I nerazzurri valutano seriamente il cambio del portiere contro l’Ajax dopo gli errori del titolare a Torino. I retroscena
Roberto Maida
15 settembre - 08:20 - MILANO
Il muro delle gerarchie immutabili si è sgretolato allo Stadium, al minuto 91 di Juventus-Inter: il tiro impossibile dell’eroe per caso, Adzic, costerà caro a Sommer, già colpevole di aver incassato la frustata di Yildiz senza opporre resistenza. Cristian Chivu ne ha discusso con lo staff ad Appiano e sembra orientato a cambiare già ad Amsterdam: contro l’Ajax, una squadra molto cara all’allenatore per il felice quadriennio giovanile, dovrebbe toccare a Josep Martinez, il vice spagnolo che non gioca dall’11 maggio, cioè dalla partita di campionato vinta in casa del Torino.
valutazione
—
Dentro alla scelta, che è anche un messaggio di mobilità al gruppo in vista del debutto in Champions, non si nasconde alcuna volontà punitiva. Ci mancherebbe altro: Sommer resta un guardiano fedele e affidabile, dotato anche dell’esperienza necessaria per voltare pagina e recuperare posizioni. Semmai la svolta deve essere valutata in prospettiva: Chivu e l’Inter tutta hanno bisogno di capire se Martinez possa diventare una risorsa sulla quale investire. Il collega svizzero è all’ultimo anno di contratto e in ogni caso andrà via a giugno. Questo può essere il momento giusto per cominciare il casting dei successori. Scavando nello spogliatoio prima che sul mercato.
precedenti
—
Martinez in fondo conosce già la Champions. Guarda caso l’ha assaggiata con l’Inter proprio in Olanda, nell’ultimo ottavo contro il Feyenoord. È un ricordo incoraggiante, perché Lautaro e Thuram sistemarono già nella partita d’andata la qualificazione e il portiere tornò a casa con il lenzuolo pulito (2-0). Non solo. Sempre in trasferta e sempre nel Benelux, a Bruges, Martinez rammenta un’altra avventura soddisfacente nel torneo con la maglia del Lipsia, quattro anni fa: anche in quel caso vittoria netta (5-0) e clean sheet da archiviare nelle statistiche di merito.
occasione
—
Insomma, alla vetrina delle celebrità il teorico secondo portiere si presenta da imbattuto a ogni livello. In una squadra che ha incassato sei gol nelle ultime due partite, certificando la peggiore partenza degli ultimi 14 anni, potrebbe sovvertire i fluidi negativi. A volte basta mescolare gli ingredienti per creare il sapore giusto. Solo che all’Inter non era ancora successo. Mai, con Inzaghi in panchina, Martinez era stato preferito al competitor per ragioni strettamente tecniche. Aveva giocato soltanto per gli infortuni, per il turnover di Coppa Italia stabilito a priori nella spartizione di ruoli, e in un paio di partite di campionato quando ormai il pensiero dell’Inter era proiettato alla finale di Monaco. Un cono d’ombra curioso, dal momento che per acquistare Martinez dal Genoa la società aveva speso 13,5 milioni più bonus. Con lo spagnolo, ad ogni modo, Inzaghi ha perso una partita su 10: la dolorosa semifinale di ritorno contro il Milan (0-3). Sembrano numeri rassicuranti per osare il cambiamento. Il segnale non è irrevocabile ma indicativo: l’Inter lavora per presente e futuro, in una transizione complessa quanto necessaria.
