L’annuncio del ministero della Salute mentre sono 172 i servizi di cura mappati in un’Italia a macchia di leopardo per far fronte all’emergenza che registra +35% dopo la pandemia: solo la metà è dedicata ai giovanissimi malgrado un’età di esordio sempre più bassa e le associazioni chiedono fondi strutturali
15 dicembre 2025

Circa 3 milioni di persone in Italia sono colpite da anoressia, bulimia e altri disturbi del comportamento alimentare (Dan) e di queste il 35% in più è un lascito della pandemia quindi circa un quarto della popolazione con questi disagi deriva dal periodo Covid, che ha probabilmente slatentizzato malesseri nascosti o ne ha acutizzato di nuovi. L’altro dato da mettere in fila è l’eta di insorgenza che si abbassa sempre più ed è a partire da questi dati che il ministero della Salute lancia il nuovo programma di comunicazione triennale con taglio cognitivo-psicologico dal claim “Nessuno ti può giudicare”, di cui gli adolescenti e le loro famiglie sono target primario. Si lavorerà su più livelli: dall’“advertising” puro con affissioni messaggi sulla carta stampata e docu-spot in Tv ai social, con dei panel web, esperti e influencer ed eventi sul territorio in tre città del Nord del Centro e del Sud. Il culmine si avrà il 15 marzo 2026 Giornata del Fiocchetto Lilla quando una maratona radio-televisiva coinvolgerà utilizzando il volano dello sport anche gli specialisti.
Lo “specchio” protagonista
Gli obiettivi sono informare correttamente dal punto di vista scientifico, aiutare le persone coinvolte a riconoscere da subito la malattia e anche “aiutarle a chiedere aiuto” alle istituzioni e ai medici. L’elemento-guida è lo specchio: “Questo perché pensiamo che oggi i social siano uno specchio distorto della società e su questo bisogna lavorare - spiegano dal ministero - avvicinandoci al linguaggio ai giovani e utilizzando i loro stessi strumenti”. Lo specchio come leit-motiv dunque, considerando che proprio nei messaggi troppo spesso fuorvianti e inarrivabili veicolati sui social i giovanissimi e giovani non si riconoscono con il rischio di sviluppare disagio e senso di inadeguatezza che possono essere l’anticamera dei Dan. Spesso non riconosciuti precocemente e non adeguatamente trattati: il claim “Nessuno ti può giudicare” chiama in causa anche lo stigma che spesso accompagna queste patologie psichiatriche.
Le risorse in campo
A mettere in fila le risorse disponibili è il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: ricorda che il Fondo nazionale per il contrasto dei Dan, istituito dalla manovra 2022 e implementato nel 2024, «reso disponibili complessivamente 45 milioni nel triennio 2022-2024, destinati alle Regioni per potenziare la rete ambulatoriale integrata e multiprofessionale, favorire l’intercettazione precoce degli esordi, potenziare le strutture residenziali, implementare percorsi di cura Evidence Based; applicare il “Percorso Lilla” nei Pronto soccorso, formare gli operatori secondo protocolli clinici aggiornati e coinvolgere le famiglie nel percorso terapeutico». Il tutto in un contesto in cui, ha sottolineato, «grazie alle risorse stanziate dalla manovra 2025 sono stati destinati 500.000 euro per il 2025, 2026 e 2027 a campagne di prevenzione dei Dan» - appunto quelle che saranno utilizzate per la nuova campagna triennale - mentre «la manovra 2026 assegna al Piano nazionale salute mentale 80 mln nel 2026, 85 mln nel 2027, 90 mln nel 2028, 30 mln annui dal 2029».
Le richieste delle famiglie
Fondi di cui c’è estremo bisogno come ricordano le associazioni Consult@Noi e Coordinamento nazionale Dca che in tutto cumulano 40 realtà sul territorio. E che al ministro della Salute Schillaci rinnovano la richiesta di rendere strutturali i finanziamenti «perché fino a oggi sono stati assunti psicologi e neuropsichiatri che se domani dovessero restare a casa lascerebbero soli i nostri figli», è l’appello. Poi la richiesta di essere “utilizzati” a pieno dalle istituzioni perché vanno potenziati gli interventi, dalla medicina generale alla scuola al mondo dello sport, a fronte di una vera e propria «bomba atomica che esplode nelle famiglie».
La mappa dei centri
Al 15 dicembre 2025 sono 172 i servizi di cura “mappati” dalla piattaforma dedicata dell’Istituto superiore di sanità: 172 servizi di cura di cui 138 del Ssn, 34 privati accreditati convenzionati e 56 associazioni di settore che offrono interventi non sanitari. In campo nei centri di cura, distribuiti ancora a macchia di leopardo sul territorio italiano, équipe multiprofessionali composte da psicologi, psichiatri, dietisti, infermieri, educatori professionali e altri professionisti che sono attivi in strutture aperte per lo più a utenti maggiorenni e adulti mentre solo il 51% accoglie bambini tra i 7 e i 12 anni malgrado sempre più in queste fascia d’età di manifestano disagi come il disturbo selettivo dell’alimentazione. Altra debolezza del distema, l’assenza di posti letto dedicati: i ricoveri ordinari in emergenza realizzati dal 61% delle strutture, avvengono per il 40% in reparti generici e solo per il 20% di spazi ad hoc. L’assistenza ambulatoriale specialistica è dall’altra parte il servizio più erogato (86%) e in questo caso la prestazione è offerta da strutture dedicate ai Dan.










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