Samaritano dona un rene a una donna e le salva la vita: è la decima volta in Italia

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Trapianti

E’ successo a Padova con una donazione da vivente alla Rete nazionale trapianti: l’ultimo caso un anno fa. Le persone oggi sono in ottime condizioni

di Ernesto Diffidenti

15 dicembre 2025

Adult and child holding kidney shaped paper on textured blue background, world kidney day, National Organ Donor Day, charity donation concept

Viene definita una “donazione samaritana” ed è la procedura con la quale una persona in perfette condizioni di salute sceglie volontariamente di sottoporsi al prelievo di un rene per offrirlo in modo anonimo, gratuito e non diretto, non a un proprio familiare ma a un ricevente sconosciuto. E’ successo a Padova dove un uomo ha donato da vivente uno dei suoi reni alla Rete nazionale trapianti, salvando la vita a una donna a lui ignota, già in lista d’attesa per ricevere il trapianto.

L’ultima donazione di questo tipo in Italia risaliva esattamente a un anno fa ed era anch’essa avvenuta a Padova. Dal 2015, anno in cui il Centro nazionale trapianti ha attivato col via libera del Consiglio superiore di sanità questo programma specifico, si sono registrate complessivamente dieci donazioni samaritane.

La procedura di donazione e trapianto è stata effettuata alcune settimane fa, nell’arco di una singola giornata, dall’equipe guidata dalla professoressa Lucrezia Furian, direttrice del Centro trapianti padovano. Donatore e ricevente sono stati dimessi come previsto nel giro di pochi giorni e oggi sono entrambi in ottime condizioni.

Il percorso del donatore

Il donatore samaritano, seguito in tutto il suo percorso dal Centro trapianti rene-pancreas dell’Ospedale di Padova, è stato sottoposto a un rigoroso iter clinico, immunologico e psicologico prima dell’ammissione al programma. Come previsto dal protocollo nazionale, due commissioni di terza parte – una regionale e una nazionale – hanno esaminato dettagliatamente la candidatura. Il via libera definitivo è arrivato dal Tribunale territorialmente competente, che ha autorizzato il prelievo dopo aver verificato la piena libertà, gratuità e consapevolezza della scelta. “La procedura di prelievo - spiega il Centro nazionale trapianti - non comporta rischi particolari e chi vi si sottopone può tornare a una vita perfettamente normale”.

Dopo l’autorizzazione del magistrato, il Centro nazionale trapianti, guidato da Giuseppe Feltrin, ha accettato la donazione del rene. In questo caso non è stato possibile individuare una coppia donatore-ricevente incompatibili per avviare, come nei casi precedenti, una catena di trapianti incrociati; pertanto, l’organo è stato assegnato secondo il protocollo ordinario al primo paziente candidabile in lista d’attesa presso il Centro trapianti di Padova.

Dieci anni di donazioni e trenta trapianti realizzati

Con quest’ultima donazione, salgono a dieci i donatori samaritani che dal 2015 hanno compiuto questa scelta in Italia. Complessivamente, le donazioni samaritane hanno reso possibili 30 trapianti di rene, che hanno coinvolto, oltre ai 10 donatori, anche 21 coppie donatore-ricevente. “Ogni organo donato viene ricevuto dalla Rete trapianti con responsabilità e riconoscenza, e questo diventa ancora più vero quando questo gesto arriva da un donatore samaritano - commenta il direttore generale del CNT Giuseppe Feltrin -. Siamo grati a questa persona per la sua decisione generosa, e siamo sicuri che davanti alla sua storia in molti rifletteranno sul valore inestimabile della donazione degli organi. Le donazioni samaritane sono sicuramente inconsuete, ma la donazione dopo la morte è una scelta alla portata di tutti: oggi, con 8mila persone in attesa di trapianti, dare il proprio consenso alla donazione è più che mai fondamentale”.

Il donatore: “Ho avuto l’illuminazione dal Vangelo”

Il donatore ha raccontato i motivi della sua scelta. “Ascoltando il Vangelo in chiesa, in uno dei passaggi su San Giovanni Battista - ha detto in collegamento telefonico durante la conferenza stampa di presentazione dell’intervento - ho avuto una sorta di illuminazione, e ho pensato: se le tuniche di cui parla il Battista fossero nel mio caso i reni?”. L’idea, in realtà, era nata anche “quando ho fatto l’ultima donazione di sangue, che poi non ho più potuto fare per raggiunti limiti di età. Vivendo l’esperienza di mio cognato che è morto prima che arrivasse un fegato utile a farlo sopravvivere, ho maturato l’idea di diventare donatore samaritano”.

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