L'ex compagno di squadra di Maradona al Napoli ("fu lui a farmi conoscere la mia ex moglie") racconta al Corriere della Sera la sua drammatica storia familiare
3 giugno - 08:59 - MILANO
Una drammatica confessione. L'ex attaccante del Napoli due volte Campione d'Italia con Maradona, Andrea Carnevale, da anni talent scuout dell'Udinese, sceglie il Corriere della Sera (e il libro "Destino di un bomber", scritto con Giuseppe Sansonna ed edito da 66thand2nd) per raccontare la tragedia familiare di cui è stato protagonista da ragazzo. "Papà era molto geloso, a casa c'era un clima di terrore, io ero lì quando mia madre prendeva schiaffi, botte. Insulti. Fino a quella mattina del 25 settembre del 1975 - dice al Corsera -. Lui si è svegliato, ha preso l'ascia. Ha raggiunto mamma che stava lavando i panni nel fiume vicino casa. È andato ad ammazzarla. Sono corso lì, ho raccolto il sangue di mia madre e sono andato dai carabinieri: "Lo vedete adesso il sangue?"".
andrea carnevale e la tragedia familiare
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Il racconto di Andrea Carnevale prosegue. "Mia madre non aveva mai denunciato per paura che facessero qualcosa ai suoi figli - è il rammarico dell'ex attaccante -. Due anni dopo il delitto, a 16 anni, sono andato a incontrare mio padre in carcere. Volevo guardarlo negli occhi, mi aveva tolto tutto. Ebbene, l'ho visto e l'ho abbracciato. Forte. In qualche modo l'ho perdonato, con la consapevolezza di avere di fronte un uomo molto malato. Era schizofrenico. Non è stato mai curato, qualche anno dopo si è tolto la vita lanciandosi da una finestra davanti ai miei occhi. Per tanti anni ho vissuto il dolore, ma anche il timore di essere come lui. No, non sono lui. Questo ho capito quando l'ho visto. Ed è stato il primo passo verso la liberazione"
andrea carnevale e paola perego
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Nonostante i trionfi sportivi, la vita di Andrea Carnevale non è stata semplice neanche da adulto. La fine del matrimonio con Paola Perego non è stata esente da strascichi. "Sa che è stato Maradona a farmela conoscere? Piaceva a lui e si era fatto dare il numero di telefono, lo segnò su un pezzo di carta. Rubai quel foglietto dai suoi pantaloni - svela ancora al Corriere della Sera -. Poi l'amore era finito, c’era un’altra persona, ma mi sono ostinato a continuare per i bambini. Non volevo crescessero come orfani. Eppure hanno pensato che fossi andato via di casa, che li avessi abbandonati. Io orfano che lasciavo orfani i miei figli. Capisce? Terribile, come rivivere il mio dramma. Ho rispettato Paola ma mi sono sentito non rispettato, troppe bugie".
La Gazzetta dello Sport
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