Alfa Romeo e Maserati: di nuovo al lavoro su motori benzina e piattaforma Giorgio

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Strategie e collaborazioni in vista per due marchi che incarnano l’auto sportiva italiana. Rallenta la corsa verso l’elettrico e si torna a sfruttare quel patrimonio tecnico messo in discussione dall’ex Ceo di Stellantis, Carlos Tavares

Gianluigi Giannetti

15 novembre - 13:50 - MILANO

Contano molto più i significati che i fatti, almeno per ora, ma finalmente diventa legittimo attendersi una nuova generazione di vetture con motore a benzina basate sul pianale Giorgio ad alte prestazioni, orgoglio dell’ingegneria italiana che fino a pochi mesi fa pareva destinato alla pensione. Soprattutto, ora si può ragionevolmente ipotizzare la nascita di un polo italiano composto da Alfa Romeo e Maserati, scelta romantica e assieme razionale, a prescindere poi dalla formula tecnica di collaborazione a cui ci si voglia affidare, e che dovrebbe rientrare in quel nuovo piano industriale Stellantis atteso entro giugno 2026. A illustrarlo ufficialmente penserà a suo tempo l’amministratore delegato Antonio Filosa, ma arrivano già indizi determinanti dall’ultimo incontro in ordine di tempo che ha messo platealmente fianco a fianco Jean-Philippe Imparato, neo amministratore delegato di Maserati, e Santo Ficili, responsabile di Alfa Romeo e direttore operativo del marchio del Tridente. Oltre i significati della cerimonia svoltasi nei giorni scorsi a Modena, restano precisazioni che valgono come fatti. Uno su tutti: l’epoca di Carlos Tavares, e il suo atteggiamento fin troppo distaccato verso il futuro dei marchi automobilistici italiani di maggior pregio, paiono ormai tramontati.

I veri pilastri

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L’occasione formale è stata la cerimonia di trasferimento delle linee di produzione di Maserati Granturismo e Grancabrio dallo stabilimento di Mirafiori di Torino a quello storico e istituzionale di viale Ciro Menotti, a Modena. “Maserati torna a casa”, questo il messaggio, che per ora si sostanzia nel “garantire operatività” ad una fabbrica che attualmente impiega 200 dipendenti su un solo turno, e ha una capacità produttiva massima di 7 vetture al giorno. Considerare le vendite del marchio Maserati in senso complessivo sarebbe comunque ingeneroso, con le previsioni per un risultato 2025 sotto le 8.000 unità commercializzate in totale, al mondo. Livello più basso dal 2012, dunque nuovo anno zero per il Tridente. Apparentemente opposta la situazione Alfa Romeo, con un obiettivo 2025 a 80.000 consegne giudicato ormai da molti raggiungibile, ben superiore alle 62.000 vetture del 2024. Il merito, oppure la responsabilità, se guardiamo al senso strategico di un marchio che dovrebbe guardare alle fasce più alte del mercato, sta nel successo del Suv piccolo urbano Junior. Nasce sulla piattaforma Cmp 2 di origine Peugeot, in comune con Fiat 600 e Jeep Avenger. Non ha certo la pretesa di rappresentare in modo ideale l’Alfa Romeo che verrà: la strategia complessiva poggerà su ben altri pilastri.

Di nuovo Italia

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Il 25 maggio scorso proprio Gazzetta Motori ha svelato la situazione di clamoroso ritardo in cui si trovava il progetto di nuova Alfa Romeo Stelvio, per la quale era stato previsto il debutto entro la fine del 2025 in una variante esclusivamente elettrica, basata sulla piattaforma Stla Large. Stellantis ha dovuto poi ammettere la necessità di ridefinire l’intero progetto, che inevitabilmente coinvolgeva anche il rinnovamento di Giulia, da sviluppare in parallelo con nuova Stelvio. Dopo aver certificato il ritardo, Jean-Philippe Imparato e Santo Ficili aiutano ora a ricostruire i possibili nuovi piani. Le attuali Giulia e Stelvio rimarranno in produzione fino al 2027, ma la piattaforma Giorgio su cui sono realizzate guadagnerà una seconda vita. Parleremo dunque di una Giorgio 2, aggiornata dal punto di vista tecnico alle normative Euro 7 e di cui ogni sviluppo “verrà guidato da Maserati”, come ha sottolineato Jean-Philippe Imparato. Nei piani Stellantis, la piattaforma Giorgio passa quindi dall’essere un peso, come era considerata nella grande strategia di sinergie e risparmi voluta da Carlos Tavares, a patrimonio tanto per il Biscione che per il Tridente. Come poi questa ricchezza verrà utilizzata, cerchiamo di capirlo.

Un PAtrimonio già in casa

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All’anagrafe tecnica esistono non una ma tre varianti della piattaforma Giorgio, con quella in dote a Giulia e Stelvio a cui si aggiungono la Giorgio Evo utilizzata dal Suv Maserati Grecale e Giorgio Sport, che fa da base ai modelli Granturismo e Grancabrio. Le ultime due possono già ospitare motorizzazioni 100% elettriche, come hanno dimostrato le varianti Grecale e Granturismo Folgore. Secondo le informazioni raccolte, il primo modello a ricevere il suo aggiornamento sarà proprio l’aggiornamento sostanziale di Grecale, ma non sono escluse sorprese già con l’arrivo della nuova generazione della berlina Quattroporte, attesa entro il 2027 per colmare la domanda sui mercati asiatici a cui oggi il Tridente non ha modo di rispondere, con l’uscita di scena senza eredi del modello precedente nel 2024. Ennesimo errore strategico di Carlos Tavares. Cosa sarà invece di Alfa Romeo? Stando ai comunicati ufficiali, per nuove Stelvio e Giulia ancora nessun cambiamento di programma, con l’utilizzo previsto della piattaforma Stla Large scelta nel 2022 per le sue capacità di ospitare motorizzazioni elettrificate e anche powertrain 100% elettrici. L’apparenza nasconde però le vere discussioni in corso. Il progetto Stelvio e Giulia non risulta infatti solo ritardato, ma totalmente in riscrittura, con una messa in discussione interna del design dei modelli e la conseguente presa d’atto che lo scenario è radicalmente cambiato. L’elettrico non è più la prima priorità attorno alla quale disegnare strategie. Il ritorno del motore V8 Hemi a benzina sulla gamma americana di Stellantis, a seguito di pesanti proteste da parte dei consumatori Usa, è l’ipoteca più seria ad una soluzione di compromesso come Stla Large, che avrà difficoltà a scalare i vertici dei listini. Altrove come in Europa. 

Le alternative ci sono, ed è lo stesso Jean-Philippe Imparato a citarle: “Il V6 ibrido è qualcosa su cui dobbiamo decidere e finanziare nei prossimi mesi”. L’argomento è naturalmente il propulsore V6 Nettuno Maserati da 3.000 cc di cilindrata, con il suo innovativo sistema di combustione a precamera e la potenza massima a quota 630 Cv. Circola insistentemente l’indiscrezione dell’esistenza di un progetto per realizzare una variante di Nettuno dalla cilindrata ridotta a 2,5 litri, da mantenere sulla soglia dei 500 Cv di potenza. Dall’America arriva poi la notizia della nascita del propulsore Hurricane 4 Turbo da 2,0 litri, con tecnologia di iniezione derivata proprio dal Nettuno Maserati e utilizzabile anche come parte di powertrain ibridi e plug-in. Una possibile nuova gamma Alfa Romeo si costruisce così già naturalmente, poggiando su motorizzazioni sviluppate fin dall’inizio per la piattaforma Giorgio. Non un compromesso, ma dunque un efficiente ed entusiasmante ritorno.

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