A Pechino spunta D'Alema, 'da qui messaggio di pace'

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Si augura che da Pechino parta "un messaggio di pace". Ma rimbalzando a Roma generano un vespaio di polemiche le parole di Massimo D'Alema, in piazza Tienanmen nella giornata della grande parata militare in occasione dell'ottantesimo anniversario della vittoria cinese nella seconda guerra mondiale. Da Carlo Calenda (Azione) a Galeazzo Bignami (FdI), passando per Maurizio Gasparri (FI), è un coro di indignazione, mentre non manca chi come Maurizio Acerbo del Partito della Rifondazione Comunista plaude all'ex presidente del Consiglio.

Occhiali da sole e maglioncino sulle spalle, D'Alema è stato intervistato da una tv cinese, e una quarantina di secondi di quel video, in italiano con i sottotitoli, sono rimbalzati sui social. "È importante ricordare la lotta eroica del popolo cinese, così importante non solo per la Cina ma per tutta l'umanità per la sconfitta del nazismo e del fascismo - le parole dell'ex segretario del Pds, ministro degli Esteri del governo Prodi -. Sì, viviamo un momento difficile nelle relazioni internazionali, io spero, confido che qui da Pechino venga un messaggio per la pace per la cooperazione, per il ritorno di uno spirito di amicizia fra tutti i popoli e per porre fine alle guerre che purtroppo insanguinano in modo così tragico diversi Paesi del mondo".

"È grave che un ex presidente del Consiglio vada a Pechino per celebrare la nascita del fronte antioccidentale - attacca Calenda -. D'Alema va ad omaggiare Putin e Kim Jong Un, Xi Jinping. Mentre ragazzi muoiono in Ucraina per difendere la loro e la nostra libertà". Sulla stessa linea Bignami: "È inaccettabile la sua presenza lì, specie in un momento in cui l'Occidente, che Giorgia Meloni sta faticosamente cercando di tenere unito, viene apertamente sfidato da questi tre leader autocrati, che addirittura propongono un nuovo ordine mondiale basato su valori ben lontani dalla libertà, dalla democrazia e dal rispetto dei diritti umani".

È sarcastico Gasparri: "È incredibile, a volte i fantasmi del passato ritornano. Per fortuna non aveva la celebre molotov che lanciò da studente all'università di Pisa e di cui si è a lungo vantato". Per il leghista Marco Dreosto, "proprio quel Pd che per anni ha provato a dare lezioni di morale alla Lega e al centrodestra, oggi si ritrova rappresentato in prima fila in uno dei palcoscenici più discussi del mondo". Sostegno a D'Alema arriva invece da Acerbo: "In qualità di ex-presidente del Consiglio non si è allineato con la nuova guerra fredda con la Cina che gli Usa ci vogliono imporre". E anche da Stefano Fassina: "D'Alema è tra i pochi con consapevolezza della Storia e il coraggio di parlare".

A marzo in un dibattito assieme a Gianfranco Fini, D'Alema raccontò di un incontro con Voldymyr Zelensky che gli chiese "di andare in Brasile e a Pechino per capire se Lula e Xi Jinping potevano fare qualcosa". La prima missione d Lula, spiegò, andò male. Nella seconda, raccontò, "il responsabile della politica estera del partito comunista (...), mi disse: si potrebbe pensare a una forza internazionale, un po' come accadde nel Kossovo. Poi mi congedò con una frase che mi fece riflettere: sa, lei è il primo europeo venuto a parlarci di questo, gli altri ci chiedono solo di non sostenere la Russia".

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