Condizioni insolitamente leggere e variabili per la Fastnet Race, atto finale della prestigiosa prova a squadre. Per il team monegasco guidato da Pierre Casiraghi un trionfo a sorpresa.
Maurizio Bertera
30 luglio 2025 (modifica alle 23:29) - MILANO
È stata una Fastnet Race delle grandi firme, che ha portato la squadra italiana – Team Django – a un buon terzo posto finale nell’Admiral’s Cup, conquistata dal team di Montecarlo. Non è stata invece una Fastnet Race epica, in quanto si è svolta in condizioni insolitamente leggere e variabili per la zona, con periodi di calma piatta, come si fosse in mezzo al Mediterraneo. Ecco spiegati le medie molto basse anche delle imbarcazioni più veloci: il vincitore in tempo reale SVR Lazartigue – maxi trimarano della classe Ultim – ha impiegato 1 giorno, 17 ore e 18 minuti sulla rotta di 695 miglia da Cowes a Cherbourg con il passaggio del mitico scoglio del Fastnet, all’estremità meridionale dell’Irlanda. Il 32 metri armato dal francese Tom Laperche è partito in testa e non ha avuto problemi a bissare il successo del 2024 quando però era arrivato al traguardo in 1 giorno, 8 ore e 38 minuti, stabilendo il nuovo primato della corsa. Nell’equipaggio di ‘Les Bleus’ – così sono chiamati i velisti di SVR Lazartigue – c’’erano due campioni: Franck Cammas – fenomeno eclettico per eccellenza della vela transalpina e il neozelandese Peter Burling – re dell’America’ Cup che in attesa di capire il ruolo nel team di Luna Rossa si sta ‘divertendo’ nel circuito Sail GP e appunto nelle grandi regate come la Fastnet Race.
Pierre Casiraghi
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L’altra grande firma, sicuramente non abile quanto Burling e Cammas, ma vero appassionato e protagonista delle cronache mondane è Pierre Casiraghi, figlio dello scomparso campione di motonautica Stefano e Carolina di Monaco. Grande appassionato di mare e vicepresidente dello Yacht Club de Monaco, è stato il vero animatore del team monegasco e in più ha timonato una delle due barche che hanno regalato al Principato una sorprendente vittoria davanti alla squadra dello Royal Hong Kong Yacht Club e quella dello Yacht Club Costa Smeralda che ha patrocinato la sfida di Team Django. La vittoria nell’Admiral’s Cup è arrivata grazie alla prestazione nel Fastnet – che aveva un coefficiente di punteggio triplo – sia di Jolt 6 (lo scafo timonato da Casiraghi stesso) che ha dominato nella categoria delle barche più piccole salendo al primo posto nella generale sia di Jolt 3 che ha difeso la leadership – per un solo punto - nella categoria delle barche più grandi, senza brillare nella Fastnet Race. Doppietta clamorosa e il trofeo più prestigioso della vela d’altura che finisce nel salone principale dello Yacht Club de Monaco, presieduto ovviamente da Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II. Non bastasse, il primo monoscafo in tempo reale dell’intera flotta di 400 barche è stato Black 100, che corre per il circolo. “È stato un vero lavoro di squadra, dai velisti all’equipaggio a terra. Per Monaco, questo è un evento storico. Siamo un piccolo paese, ma abbiamo appena dimostrato che possiamo realizzare grandi cose", è stato il commento di Pierre Casiraghi su Instagram alla fine della regata. E in effetti, il team monegasco, potenziato da tanti stranieri peraltro, ha meritato il successo.
Team Django
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Veniamo ai nostri. Dopo il successo nella Channel Race di apertura e le buone prestazioni di Wallyrocket 51, si sperava che Team Django potesse migliorare il terzo posto alla vigilia della Fastnet Race. Non è andata così. La barca guidata da Vasco Vascotto si è classificata ottavo nella Fastnet Race e terza in Classe 1 nella classifica generale dell'Admiral's Cup: ha perso terreno durante la lunga bolina fino al giro di boa e nonostante una bella rimonta nel tratto di poppa verso Cherbourg, le condizioni non hanno permesso di sfruttare appieno il suo potenziale. La barca più, il JPK con skipper Michele Ivaldi ha conquistato un eccellente terzo posto nella sua classe, dopo essere stato in testa alla classifica in tempo compensato in diversi punti e aver mancato il secondo posto per soli 14 minuti. “Siamo felici, orgogliosi e soddisfatti del risultato. Devo dire che è stata persino una sorpresa per noi: se non vi accontentate di un podio...” è stato il commento di Vascotto, che va sottoscritto considerando che l’Italia da tempo raccoglieva pochissimo nell’altura internazionale. La prima (mezza) rivincita è in programma nella primavera del 2026 quando lo Yacht Club Costa Smeralda organizzerà nuovamente -l’ultima edizione fu nel 2012 - la sua regata-simbolo, la Sardinia Cup: nata proprio come un’Admiral’s Cup mediterranea, si correrà con lo stesso format visto negli scorsi giorni a Cowes.