Con in campo, tra gli altri, Novak Djokovic, Ben Shelton, Aryna Sabalenka e Jasmine Paolini, il Day 1 degli US Open, al via domani, si preannuncia spettacolare.
Oltre alla numero uno azzurra, scenderanno in campo altri tre italiani: Lucia Bronzetti, Luciano Darderi e Luca Nardi. Mentre bisognerà aspettare martedì per vedere in campo il campione in carica dello Slam newyorkese, Jannik Sinner (contro il ceco Vit Kopriva), reduce dal ritiro choc nel primi set della finale del Masters 1000 di Cincinnati.
Gli occhi saranno puntati tutti sull'altoatesino e sulla sfida con Carlos Alcaraz, con lo spagnolo che insidia il posto di numero uno del ranking. Ieri in conferenza stampa l'altoatesino ha rassicurato tutti sulle proprie condizioni di salute, rivelando che a metterlo ko nella finale di Cincinnati lunedì scorso è stato un virus che ha colpito anche altri giocatori. Sinner prosegue la marcia di avvicinamento allenandosi sotto lo sguardo attento di Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Ma anche partecipando ad eventi collaterali con gli sponsor, come il bagno di folla che lo ha visto protagonista nello store della Nike sulla fifth avenue, testimoniato da alcune storie sul suo profilo Instagram e la nomina di brand ambassador di Explora Journeys, il marchio di lusso lifestyle lanciato dal gruppo MSC.
La sfida tra Sinner e Alcaraz è senza dubbio il tema portante dell'ultimo Slam stagionale e di quelli a venire. Cahill, coach di Sinner, è convinto che la rivalità tra i due sia salutare: "Carlos è un fenomeno ed è un bravissimo ragazzo. Fuori dal campo ride sempre e quello che si vede in campo è quello che si vede anche fuori. Non si può dire che lui e Jannik siano migliori amici, ma sono molto affiatati - le parole dell'australiano ai microfoni di 'FanDuel Sports Network' - E si stanno spingendo l'uno con l'altro. Penso davvero che la loro rivalità sia salutare e considerando che siamo usciti dalla golden era con Roger, Rafa, Novak ed Andy Murray questo è positivo per il tennis".
Occhi puntati anche su Novak Djokovic, che nella notte tra domani e lunedì sfiderà lo statunitense Learner Tien. Il 38enne serbo va a caccia del titolo numero 25 della sua carriera, ha spiegato perché ormai sempre più spesso diserta i Masters 1000, mentre non salta uno Slam: "Non ho una vera programmazione a parte gli slam. I 1000 non mi piacciono più, ma ora credo di essermi guadagnato di poter scegliere dove giocare. La priorità è la famiglia, ora non inseguo più la classifica o i punti". E poi 'promuove' la rivalità tra Sinner e Alcaraz: "Se guardiamo al palcoscenico sportivo mondiale, sono proprio questi i tipi di incontri e di rivalità che entusiasmano di più le persone. Alla gente piace vedere delle rivalità ben definite. Penso che la loro sia, senza dubbio, la migliore che abbiamo in questo momento. E sembra destinata a restare così per un po' di tempo. Non vedo all'orizzonte terzi incomodi".
Cerca riscatto sul cemento di Flushing Meadow Lorenzo Musetti. Il tennista toscano arriva allo US Open con una sola vittoria alle spalle nei tre tornei giocati sul duro in Nord America, Washington, Cincinnati e Toronto, ma non si abbatte: "non è stata così proficua come risultati, ma a livello di esperienza mi ha fatto capire tante cose per essere il miglior Lorenzo possibile qui a New York", ha detto a SuperTennis.
Intanto, nonostante gli US Pen si presentino con un montepremi da capogiro e un aumento del 39% rispetto all'anno precedente e 5 milioni di dollari ai vincitori dei singolari, si riaccende la polemica con forti critiche sulla distribuzione dei ricavi. Il malcontento serpeggia soprattutto tra i giocatori fuori dalla top 20, che denunciano una crescita sproporzionata dei premi per i vincitori rispetto a quelli eliminati nei primi turni.
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