4 febbraio - 12:11 - MILANO
I linfociti T prelevati dal cordone ombelicale e modificati possono aggredire i tumori più difficili da curare. La ricerca italiana
Una ricerca italiana apre interessanti prospettive nella lotta contro i tumori del sangue resistenti alle terapie convenzionali. Gli scienziati della Fondazione Tettamanti, in collaborazione con l'Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, hanno sviluppato le Carcik, una nuova generazione di linfociti T geneticamente modificati, capaci di aggredire alcuni tipi di cellule tumorali con maggiore efficacia e minori effetti collaterali rispetto ai trattamenti standard. Questi linfociti, potenziati in laboratorio grazie a specifici recettori artificiali, rappresentano un’evoluzione delle terapie con cellule Car-T e sono concepiti per trattare varie forme di neoplasie ematologiche, in particolare la leucemia linfoblastica acuta, che in Italia fa registrare circa 400 nuove diagnosi l’anno, soprattutto in età pediatrica.
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