La Corte di Cassazione ha sciolto i suoi dubbi e si è espressa a favore di Tim sul ricorso per la restituzione di un canone da oltre 1 miliardo di euro, versato nel 1998 allo Stato.
Sta così per arrivare a conclusione la lunga battaglia legale tra Tim e il governo italiano per un canone di concessione che Tim ha versato nel 1998, l'anno successivo alla liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni, e che non sarebbe stata tenuta a pagare. La lunga storia di ricorsi ha portato alla sentenza della Corte d'Appello di Roma nel 2024 che ha dato ragione al gruppo, ma lo Stato si era nuovamente appellato alla Cassazione.
A maggio, la Corte Suprema italiana aveva rinviato la decisione finale sul caso, per fare ulteriori accertamenti e stabilire se la richiesta iniziale di Tim fosse stata presentata al tribunale competente.
L'origine del contenzioso invece risale al 1998, l'anno successivo alla liberalizzazione del settore quando la Finanziaria per l'anno successivo stabilì il pagamento del contributo obbligatorio agli operatori di tlc calcolato in base al fatturato, in sostituzione del canone di concessione ormai inapplicabile. Al gruppo furono chiesti 528,7 milioni di euro: 385,9 milioni relativi a Telecom Italia e 142,8 milioni all'allora Telecom Italia Mobile (Tim).
La società presentò nel 2000 un ricorso, contro il decreto attuativo che dettava le modalità per il versamento del contributo, al Tar del Lazio, che rinviò la decisione alla Corte di Giustizia europea: nel febbraio del 2008 da Lussemburgo arrivò una sentenza favorevole al gruppo telefonico, che definì il canone ''non dovuto''.
Nel frattempo, nel 2003, Telecom aveva fatto richiesta di rimborso sempre al Tar del Lazio, che, con una sentenza del dicembre del 2008, aveva detto no, pur non sconfessando la sentenza europea. Contro questa sentenza del 2008 Telecom aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato e la risposta, arrivata novembre 2009, è stata ancora una volta negativa.
Da qui l'ultima puntata, quella del ricorso in Corte d'Appello. "La somma dovuta è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati per un totale pari a circa 1 miliardo di euro.
La nota di Tim
Tim comunica di aver ricevuto comunicazione, in data odierna, in merito alla sentenza della Corte di Cassazione che conferma la restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, chiudendo così un contenzioso durato oltre 20 anni.
La sentenza della Cassazione "rigetta infatti il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e conferma in via definitiva la decisione della Corte d'Appello di Roma dell'aprile 2024 - spiega una nota -. La somma dovuta è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati, per un totale di poco superiore a 1 miliardo di euro".
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2 ore fa
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