Via libera della commissione Bilancio del Senato all'emendamento del governo presentato questa mattina contenente tra l'altro nuove risorse per le imprese, lo stop alla possibilità di cumulo con i fondi complementari per anticipare la pensione di vecchiaia, l'aumento dei tagli per l'anticipo pensionistico di precoci e usuranti e le misure sul Tfr.
I lavori della commissione Bilancio del Senato procedono però a singhiozzo: dopo una nuova formulazione dell'emendamento sulla riapertura dei termini del condono 2003 riproposta dalla maggioranza le opposizioni sono andate all'attacco chiedendone il ritiro. I lavori sono quindi stati sospesi.
Le opposizioni si dicono pronte all'ostruzionismo. "Avremmo votato in modo contrario, ma non si può arrivare a qualche ora con una nuova prospettiva di condono", dice il senatore del Pd Antonio Nicita: "o si ritira, o cambiano gli esiti della legge di bilancio".
"È inaccettabile, è un tema che non si può inserire in legge di bilancio il 20 dicembre alle 17.16, le conseguenze sono che se questa cosa non viene tolta dal tavolo restiamo qui stiamo qui giorno e notte", dice il capogruppo del M5s in Senato Stefano Patuanelli. "È una forzatura inaccettabile", aggiunge la capogruppo di IV Raffaella Paita. "O lo tolgono o lo tolgono", dice Tino Magni di Avs.
Quanto all'emendamento approvato, nel provvedimento nello specifico ci sono le risorse per i crediti d'imposta Transizione 5.0 e Zes, le misure sul Tfr, tra cui l'adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti, il contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, le risorse per il Piano casa e il rifinanziamento degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina, dopo le ultime decisioni della Corte dei Conti.
L'emendamento conferma lo stanziamento di 1,3 miliardi per incrementare le risorse destinate al credito d'imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Confermate anche le risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni di euro, per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d'imposta per la Zes unica.
Vengono inoltre incrementate le aliquote relative alla Zes unica per l'agricoltura, la pesca e l'acquacoltura. Per quanto riguarda il contributo a carico delle assicurazioni, si stabilisce che entro il 16 novembre di ogni anno, gli assicuratori versino a titolo di acconto una somma pari all'85% del contributo dovuto per l'anno precedente. L'emendamento incrementa inoltre dal 2026, di un ulteriore 0,1% annuo, il tetto per la spesa farmaceutica per acquisti diretti.
Alla copertura, pari a 140 milioni di euro annui - si legge nella relazione tecnica - si provvede attraverso la riduzione del Fondo per i farmaci innovativi che pertanto dal 2026, "è rideterminato da 1.300 milioni di euro annui a 1.160 milioni di euro annui".
Torna la misura per l'ampliamento dei soggetti tenuti al versamento del Tfr al Fondo Inps per l'erogazione del contributo. Si prevede, infatti, secondo quanto si legge anche nella relazione tecnica, che dal primo gennaio 2026 vi rientrino "anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell'attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti".
In via transitoria è, però, previsto per il biennio 2026-2027 che tale inclusione sia limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l'estensione dell'obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40.
La norma prevede anche che a partire da luglio sia previsto un meccanismo di adesione automatico alla previdenza complementare per tutti i neo assunti. Questi avranno comunque la facoltà di rinunciare entro 60 giorni oppure, entro lo stesso termine, di scegliere un fondo complementare diverso.
La relazione tecnica che accompagna l'emendamento indica l'impatto e la possibile adesione alla previdenza complementare. Per quanto riguarda il primo aspetto, quello relativo alle imprese con 50 dipendenti, si stima una platea di potenziali interessati pari a 2,5 milioni di lavoratori. Il monte retributivo dei potenziali aderenti è pari a circa 64 miliardi di euro che nel 2032 salirà ancora di 10,5 miliardi quando l'obbligo scatta per le imprese tra i 40 e i 49 dipendenti.
Per l'adesione automatica dei nuovi assunti, invece, si ipotizzano circa 100mila lavoratori l'anno, con un profilo parzialmente crescente di circa 25mila dipendenti l'anno.
Salta inoltre la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. Il nuovo emendamento del governo sopprime una norma introdotta dalla legge di bilancio dello scorso anno, ottenendo così risparmi annuali fino a 130,8 milioni nel 2035 sulla spesa pensionistica nei prossimi anni.
Viene quindi cancellata la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare ai soli fini del raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo.
Aumentano poi ulteriormente i tagli all'anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. L'emendamento del governo alla manovra aumenta i tagli di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034. La legge di bilancio, nel testo originario, già prevede una decurtazione, "a seguito dell'attività di monitoraggio", di 20 milioni nel 2027, 60 milioni per il 2028 e 90 milioni dal 2029.
La modifica del governo prevede che restino 90 milioni in meno fino al 2032; nel 2033 l'ammontare dei tagli salga a 140 milioni, mentre dal 2034 la decurtazione diventi di 190 milioni annui.
Inoltre è stato deciso un taglio di 40 milioni annui dal 2033 al Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. L'emendamento del
governo alla manovra riduce infatti la dotazione del fondo da 233 a 194 milioni annui.
Giorgetti sull'anticipo della pensione di vecchiaia: 'Pare non interessasse a nessuno'
"Quella è una cosa introdotta l'anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica": così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti replica a chi gli chiede della misura contenuta nel nuovo emendamento del governo alla manovra che fa saltare la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare.
Si sblocca lo stallo sull'editoria: 60 milioni nel 2026, niente stretta sulle tv locali
Si sblocca lo stallo sull'editoria, tra gli ultimi nodi del percorso della manovra: è arrivata, secondo quanto si apprende, l'ultima riformulazione di un emendamento: contiene il ritorno dei fondi per 60 milioni nel 2026 e lo stop alla stretta sulle tv locali.
Ok all'ogd che impegna il governo all'uscita di Anas da Fs
Un ordine del giorno della Lega alla manovra, approvato dalla commissione Bilancio del Senato, impegna il governo a dare attuazione all'uscita di Anas da Ferrovie dello Stato con il ritorno al Ministero dell'economia.
Nell'odg si impegna l'esecutivo a dare attuazione a quanto contenuto in un emendamento della Lega in cui si prevede, "al fine di consolidare le funzioni di Anas quale concessionaria titolare di diritti speciali ed esclusivi nella costruzione, gestione, esercizio, miglioramento e adeguamento della rete viaria statale", il trasferimento "senza corrispettivo" al Mef delle azioni di Anas dopo l'approvazione del bilancio 2025 di Fs, previa delibera dell'assemblea degli azionisti di Fs.
Tagli per 10 milioni alla Rai nel 2026
Sarà di 10 milioni per il solo 2026 il taglio del finanziamento alla Rai derivante dal canone di abbonamento per esercizi pubblici e commerciali e professionisti. Lo prevede l'ultima riformulazione di un emendamento alla manovra. La riduzione passa così da un iniziale taglio di 30 milioni in tre anni - previsto da una precedente versione del testo - a un terzo e solo per il prossimo anno.
Aumenti contrattuali detassati 5% anche nel 2024, redditi fino 33mila euro
"A seguito del grande sforzo del governo, già in fase di presentazione della manovra di bilancio, è stato appena depositato in 5a Commissione al Senato, un sub emendamento a prima firma FdI-Lega per estendere ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retribuitivi corrisposti dal 1 gennaio 2026".
Lo dichiarano in una nota il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e il sottosegretario di Stato, Claudio Durigon. "Inoltre, la platea dei beneficiari viene estesa dai redditi fino a 28mila euro e portata a 33mila".
Rifinanziato il Ponte sullo Stretto, spostati i fondi al 2032 e 2033
Sono rifinanziati, con complessivi 780 milioni nel 2032 e 2033, gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Lo prevede l'emendamento del governo alla manovra, che sposta 320 milioni nel 2032 e 460 milioni nel 2033.
Il rifinanziamento, si legge nella Relazione tecnica, viene fatto "alla luce dell'aggiornamento dell'iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell'anno 2025 in conto residui rinvenienti dall'anno 2024". L'incremento delle risorse nel 2032 e 2033 lascia "inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate", si precisa. Nell'emendamento del governo poi ritirato i 780 milioni erano spostati tutti al 2033.
Fondi per il Piano casa ridotti a 200 milioni, 1,1 miliardi alle opere
Calano rispetto a quanto inizialmente previsto le risorse destinate al Piano Casa. Il nuovo emendamento del governo alla manovra stanzia 100 milioni per il 2026 e altri 100 per il 2027, a fronte dei 300 complessivi nel biennio assegnati dal precedente emendamento poi ritirato.
All'esame della commissione Bilancio del Senato c'è anche una riformulazione di emendamenti parlamentari che prevede altri 10 milioni per il 2026, cui si aggiungono i 100 milioni per il disagio abitativo previsti nel 2027-28.
L'intervento del governo conferma inoltre 300 milioni nel biennio per rifinanziare il Fondo Occupazione, mentre lima il rifinanziamento destinato al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, che passano a 1,1 miliardi complessivi nel 2026-27 (dagli iniziali 1,2 miliardi), con una riduzione delle risorse sul 2026 (da 800 milioni a 600) e un aumento di quelle sul 2027 (da 400 a 500 milioni).
Ok allo spoil system nelle Authority
Via libera a un emendamento alla manovra per lo spoil system nelle Authority. La proposta di modifica della Lega riformulata prevede, infatti, la possibilità di risoluzione "di diritto" dei contratti subordinati a tempo determinato di personale di livello dirigenziale ed inquadrato con la qualifica almeno di direttore o equivalenti" nel caso di "processi di riorganizzazione della struttura organizzativa" anche di singoli servizi, uffici o divisioni.
La risoluzione dei contratti "si verifica anche", più in generale, "per le assunzioni di personale" che abbiano "specifiche caratteristiche" che non sono non "rinvenibili tra il personale di ruolo, per l'espletamento delle funzioni da conferire". L'emendamento specifica che "l'attuazione" della misura "non determina responsabilità amministrativo - contabile".
Pd: 'In manovra restano i tagli alla metro C di Roma'
"Ad oggi, dopo due mesi di trattative in cui ci avevano garantito che la situazione della metro era ok, non è ok neanche per niente, perché la tabella non ha un +50: la matematica non è un'opinione e se c'è scritto -50, vuol dire che hai tolto 50 milioni da quella voce e li hai messi a finanziare un'altra opera". Lo ha detto la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin denuncia il fatto che in manovra resta il taglio per le metropolitana di Roma (la metro C), ma anche per Milano (M4) e Napoli (Napoli-Afragola).
La commissione, spiega Lorenzin, ha bocciato un emendamento proposto dal Pd e inserito tra i temi comuni della maggioranza e dell'opposizione: "la soluzione non c'è, una cosa per noi grave che deve essere risolta dal governo".
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