Tathiana Garbin: "Ho delle ragazze splendide e senza paura, possiamo rivincere la Coppa"

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A Shenzhen l’Italia difende la Billie Jean King Cup con la Cina che gioca in casa. La capitana: "Hanno senso d’appartenenza, non ci pensano nemmeno lontanamente a rinunciare all’azzurro. Tyra Grant qui per fare l’esperienza della Nazionale"

Federica Cocchi

Giornalista

16 settembre - 07:20 - MILANO

Nel 2023 Tathiana Garbin e la nazionale di Billie Jean King Cup avevano raggiunto la finale, ma avevano dovuto arrendersi al Canada. In quei giorni la capitana azzurra annunciava di essere all’inizio di un lungo percorso per guarire da un tumore raro all’addome. Dopo la sconfitta a Malaga 2023, Garbin aveva fatto una promessa che valeva per sé e per le azzurre: tornare in Andalusia l’anno dopo e portare a casa il trofeo. Un’impresa che sembrava una montagna da scalare, ma tra cure e allenamenti, Tathiana e il gruppo azzurro sono arrivate a compiere l’impresa laureandosi campionesse del mondo. Ora a Shenzhen, in Cina, Paolini, Bronzetti, Cocciaretto, Errani e Grant sono chiamate alla difesa del titolo. Sì gioca a partire dalle 11 italiane.

Tathiana, gli ultimi allenamenti sono completati. La squadra è pronta, ma esordire contro le padrone di casa non è mai facile. Come la vede? 

"La Cina, anche senza Qinwen, è una squadra pericolosissima perché giocano al meglio sul veloce indoor. Però sono sempre centrata sulle mie ragazze. Partecipiamo con attenzione e un’unione fortissima che sono sicura ci farà bene. Lo stadio è sold out da oltre un mese: ci prepariamo al peggio, come gli stoici, per sperare poi nel meglio".

In squadra ha portato anche una giovanissima Tyra Grant. Prepara il ricambio? 

"Tyra è ancora giovane e deve fare l’esperienza della Nazionale, perché è importante l’eredità che lasciamo. Avere delle giovani che si interfacciano con queste ragazze che l’anno scorso hanno vinto, e sono state finaliste due anni fa, è rilevante, per la loro crescita personale e professionale".

Solo esperienza o c’è una chance che possa giocare? 

"Bisogna rispettare la crescita. Siamo nella società del tutto e subito, ma è importante fare ogni passo a suo tempo. Tyra ha 17 anni e questa chiamata è anche un premio per il suo impegno: è una giovane promessa che merita questo riconoscimento".

Nel 2023 la promessa di conquistare la Coppa, poi mantenuta nel 2024. Ripetersi è sempre più difficile… 

"È un mondo, quello che viviamo, che ci richiede sempre i risultati, invece bisogna premiare l’impegno, la volontà, la determinazione. Queste ragazze dimostrano una dedizione e un senso di appartenenza fortissimo: averle sempre disponibili è già un premio in sé. Arrivano in fondo a quasi tutti i tornei e non ci pensano nemmeno lontanamente a rinunciare all’azzurro". 

Cosa dice capitano: ci confermiamo? 

"Beh (sorride), ci confermiamo a essere delle giocatrici che danno veramente il sangue per la loro maglia: questo lo posso assicurare. Tutte entreranno in campo e daranno anima e corpo per vincere l’incontro. I risultati non si possono prevedere, né tantomeno garantire. Ma dobbiamo assicurarci di entrare in quell’arena e dare il meglio di noi. E le mie ragazze lo faranno".

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