Nonostante l'età "Lukita" ha chiuso la Liga all'undicesimo posto nel minutaggio del Real. Ancelotti per lui aveva due nicchie tattiche, ma il rapporto con Florentino...
Sgombriamo subito il campo: Luka Modric era da prendere nel 2012, quando su espressa petizione di Jose Mourinho passò dal Tottenham al Real Madrid per 30 milioni di euro. Detto questo, 13 stagioni dopo, alle soglie dei 40 anni, "Lukita" resta un giocatore integro, pieno di voglia e con un cervello privilegiato.
mai fermo
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Partiamo subito forte: nel tribolatissimo anno del Real Madrid Luka Modric e Arda Guler sono stati gli unici due giocatori della rosa di Carlo Ancelotti a non farsi mai male. La cosa ha permesso al croato di chiudere la Liga all’undicesimo posto per minuti nel roster dei Blancos, a 102’ da Rodrygo, decimo. Per Modric nel campionato spagnolo 17 partite da titolare più 18 dalla panchina. Più altre 22, 11 dall’inizio, nelle varie competizioni. E 8 da titolarissimo con la Croazia in Nations League, 5 addirittura da 90’. In totale per il diez 65 apparizioni, 36 dal primo minuto. E, ripetiamo, nemmeno un problemino muscolare. Nada.
scaricato
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A tutto questo va aggiunto che Modric ha dovuto convivere con una certa stanchezza palesata nei suoi confronti dal presidente della Casa Blanca Florentino Perez. Che non voleva rinnovargli il contratto la scorsa estate, 2024, e dopo averlo fatto di malavoglia e perché Lukita si era decurtato lo stipendio, quest’anno non gli ha dato una sola chance nonostante Xabi Alonso avesse espresso il desiderio di tenersi l’ex compagno, che dal Bernabeu non sarebbe mai andato via. No, Perez ha deciso che poteva bastare così e allora dopo il Mondiale per Club, tanto per allungare un altro po’ questa stagione infinita, Modric cambierà domicilio calcistico.
doppio ruolo
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Quando ha giocato quest’anno Luka ha mostrato la consueta qualità. Carlo l’ha impiegato sia nel doble pivote del suo 4-2-3-1 e più spesso in posizione più avanzata, tra i due attaccanti esterni, da 10. Nel doble pivote ha giocato in coppia con Valverde, Tchouameni o Ceballos, come suggeritore tra Rodrygo o Vinicius o i loro sostituti, Brahim e Arda Guler. È stato sempre uno dei migliori, anche se ovviamente a 39 anni ha patito la scarsa solidarietà mostrata dai Fantastici 4, Mbappé, Vinicius, Rodrygo e Bellingham. Spesso è stato quello che ha corso di più, e sempre quello che si è sbattuto di più. La perdita di equilibrio è stato il Grande Male dell’ultimo Madrid di Ancelotti, ma non certo per colpa di Modric.
leader enorme
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Fatte queste premesse ci sono tutti i presupposti perché Modric possa far bene in Serie A e nel Milan di Allegri, squadra che immaginiamo solida, protetta e organizzata. Lukita sarebbe uomo d’ordine e di fantasia allo stesso tempo, ed enorme leader dentro e fuori dal campo. Modric vuole arrivare al suo sesto Mondiale nelle migliori condizioni, e la cosa gli interessa molto di più che giocare la Champions. L’Europa in questo caso passa in secondo piano. In un campionato tattico come la Serie A, con meno spazi e quindi spesso meno ritmo, sinceramente il Modric visto al Bernabeu nella stagione appena chiusa può starci senza problemi. La sua visione di gioco, il suo tocco, la sua intelligenza sono intatte. Così come la sua voglia di giocare. E allora tifiamo per questa last dance rossonera dell’unico giocatore che il Bernabeu non ha mai osato fischiare, e al quale ha reso un commosso omaggio qualche giorno fa. Uno splendido quarantenne.