In Italia anche Ada, 44enne campana affetta da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e Libera, 54enne toscana completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva, vorrebbero ricorrere al suicidio assistito come hanno fatto le gemelle Kessler in Germania, ma ancora sono in attesa, nonostante abbiano ricevuto l'ok dalla Asl.
Nel nostro Paese porre fine ad una vita è sempre stato un tema divisivo. Nel 1992 l'Italia si spaccò sul caso di Eluana Englaro, coinvolta in un incidente che la lasciò in uno stato vegetativo permanente. Il padre vinse la triste battaglia dopo 17 anni e 15 sentenze prima di arrivare alla sua morte, avvenuta a Udine il 9 febbraio del 2009. Grazie però al suo caso nel 2017 ci fu la norma che regola le Dat, ovvero le disposizioni anticipate di trattamento, ottenute anche dopo la battaglia di Piergiorgio Welby per non subire l'accanimento terapeutico e per il riconoscimento dell'eutanasia.
Sul suicidio assistito in Italia non c'è ancora una legge ma grazie alla battaglia questa volta di Dj Fabo e l'impegno di Marco Cappato, la scelta di fine vita è stata normata dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale proprio sul caso Cappato-Antoniani, che ha legalizzato l'accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone.
La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell'articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere al suicidio assistito deve essere in possesso di determinati requisiti: capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili, dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
Tra il 2016 e nel 2019 il dibattito si è riacceso proprio in virtù della sentenza della Corte Costituzionale ma senza risultati concreti. Nel 2021 una proposta di legge sul fine vita ricevette il primo via libera dall'Aula della Camera, mai poi non ebbe seguito in Senato. Ora si aspetta che la maggioranza ne presenti una nuova, come deciso in una riunione qualche mese fa a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, ma le posizioni tra i partiti sul fine vita continuano ad essere ancora distanti. "C'è allo studio un testo del Parlamento e quindi credo che il Parlamento debba esprimersi su questo argomento così delicato" dice il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Fino ad oggi sono 16 le persone che hanno ricevuto il via libera per l'accesso al suicidio assistito in Italia: dodici lo hanno effettivamente realizzato, due hanno ricevuto l'ok ma hanno deciso di non procedere e due sono in attesa. Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 16.035 richieste di informazioni sul fine vita tramite il Numero Bianco coordinato dalla compagna di Dj Fabo Valeria Imbrogno e le email dirette all'Associazione Luca Coscioni. Si tratta di una media di 44 richieste al giorno con un aumento del 14% in confronto ai 12 mesi precedenti.
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