Rispunta la legge elettorale, opposizione teme blindatura

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La legge elettorale torna ad occupare il dibattito politico, con il centrosinistra che lancia un grido di allarme e un appello al centrodestra, affinchè apra su questo tema un "dibattito pubblico e trasparente" ed eviti di muoversi come sulla riforma della giustizia, dove il Parlamento non ha potuto modificare nulla. Il timore è dovuto al fatto che nel primo dibattito pubblico, organizzato alla Camera dal segretario di +Europa Riccardo Magi, i rappresentanti della maggioranza non si sono presentati, benché avessero assicurato la loro presenza.
    "Una scelta politica", come ha detto l'esponete del centrosinistra, che fa temere alle opposizioni una blindatura del testo su cui Fdi, Fi, Lega e Nm troveranno l'intesa.
    L'obiettivo del convegno voluto da Magi, era quello di "fare uscire dalla clandestinità il dibattito sulla legge elettorale", che "non è un tema né tecnico né privato, che interessa solo le segreterie dei partiti; tocca da vicino la libertà di voto del cittadino, è una questione vicina al cuore della democrazia". In effetti il dibattito interno alla maggioranza sembra essere andato abbastanza avanti, ma si conoscono solo le indiscrezioni giornalistiche. Anche i costituzionalisti intervenuti (Gaetano Azzariti, Roberta Calvano, Fulco Lanchester, Andrea Pertici e Antonio Bultrini) hanno ammesso la difficoltà a dare un contributo in assenza di testi o anche bozze. Al confronto organizzato da +Europa hanno perciò preso parte solo Federico Fornaro del Pd, Alfonso Colucci di M5s e FIliberto Zaratti di Avs. Il più scettico di tutti è apparso Colucci per il quale il solo scopo del centrodestra di riformare il sistema elettorale è impedire che il fronte progressista abbia una solida maggioranza nel 2027: si aggiudicherebbe l'ampia maggioranza dei collegi uninominali, che infatti il centrodestra intende eliminare.
    L'impianto descritto da tutti i giornali è un proporzionale con premio alla coalizione vincente che supera il 40%, magari con un premio mobile a seconda dello score ottenuto dalla coalizione che si afferma.
    L'assenza di esponenti del centrodestra ha acceso i timori: "Denuncio un rischio elevato - ha detto Fornaro - di ritrovarci nella situazione della riforma costituzionale della separazione delle carriere, che non è stata modificata dal Parlamento neanche nella punteggiatura: arriveranno a un difficile compromesso e in Parlamento procederanno come sulla giustizia".
    Per evitare tale scenario sia Fornaro che Zaratti hanno espresso la disponibilità dei propri partiti al confronto: "vedo piuttosto il rischio di una indisponibilità del centrodestra", ha aggiunto Fornaro. Di qui l'appello a un "dibattito pubblico e trasparente". "Non è grave - ha detto Magi - l'assenza di un testo, ma il fatto che non ci sia chiarezza su quali siano gli obiettivi di una riforma elettorale. Non sappiamo se serva a qualcosa, ad un obiettivo, oppure semplicemente a qualcuno". In ogni caso in una fase in cui l'astensionismo supera il 50%, hanno concordato i presenti, andrebbe valorizzata la rappresentanza rispetto alla governabilità, facendo pesare il voto dei singoli cittadini nella scelta del parlamentare e del partito, e non solo di chi governerà, con una delega in bianco al futuro premier. 
   

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