Strage di Bologna, Bellini aggredito in carcere: "Ferito al braccio ma volevano colpirlo al volto"

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La denuncia dell'avvocato dell'ex esponente di Avanguardia Nazionale condannato all'ergastolo: "Aggredito con uno spazzolino affilato come una lama. Abbiamo paura, va trasferito in un carcere per ex collaboratori"

Paolo Bellini - Ipa Paolo Bellini - Ipa

30 luglio 2025 | 12.21

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Paolo Bellini, l'ex esponente di Avanguardia Nazionale condannato in via definitiva all'ergastolo con l'accusa di concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite, è stato aggredito giorni fa nel carcere di Cagliari dove è detenuto. E' quanto fa sapere all'Adnkronos l'avvocato Antonio Capitella, legale di Bellini.

"Ho ricevuto una sua chiamata e mi ha detto che qualche giorno fa è stato aggredito in carcere con uno strumento, uno spazzolino da denti affilato come un coltello; è riuscito a schivare il colpo, ma è stato preso al braccio ed è stato medicato", riferisce il legale.

Secondo il racconto del suo assistito, sottolinea Capitella, sarebbe stato colpito da un altro detenuto "che non conosceva, in un corridoio all'interno della sezione. Si è avvicinato e gli ha sferrato un colpo per prenderlo al viso, ma Bellini è riuscito a schivarlo ed è stato preso al braccio. E' stato ferito in maniera lieve, ma queste sono avvisaglie".

"Proveremo a fare l'istanza di trasferimento, stiamo aspettando la delega con la sua firma. Bellini ha diritto a stare in un carcere per ex collaboratori, mentre quello di Cagliari è un carcere per detenuti comuni", sottolinea l'avvocato. "Siamo preoccupati anche perché in previsione dell'anniversario della strage di Bologna il suo volto girerà su tutte le televisioni e abbiamo paura che succeda l'irreparabile", continua l'avvocato aggiungendo di aver presentato già in passato istanza per il trasferimento.

"L'eragostolo è un conto, ma la condanna a morte non esiste in Italia - conclude Capitella - Ci sono istituti appositi, dove stanno ex collaboratori, chiediamo di portarlo lì".

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